Da Nord a Sud l’esplodere dell’intolleranza

15 Maggio 2019 –

Milano – Tanti gli episodi di intolleranza razziale capitati in questi mesi e segnalati nel dossier messo a punto dalla pedagogista Stefania Lorenzini. Solo per limitarci ai più significativi, possiamo ricordare quello del 13 giugno 2018, quando in una scuola primaria del Lazio un bambino viene chiamato da un gruppo di genitori ‘negretto’. La scuola si scusa con la mamma e con il papà del piccolo sostenendo si tratti di un epiteto affettuoso.

Il 14 ottobre a Bari un gruppo di ragazzini ricopre di schiuma bianca un bimbo di 8 anni, nato in Italia, figlio di un’italiana e di un ivoriano. Anche a Poggibonsi piccoli razzisti in azione. Il 17 novembre una bambina viene spintonata e insultata a scuola al grido di ‘vattene via brutta e sporca negra’. E il triste canovaccio si ripete nel Salento, a Trepuzzi, dove il 21 gennaio un giovane originario della Sierra Leone viene minacciato da un gruppo di ragazzi, mentre si trova nella sua casa. Sconcertanti le parole che accompagnano i gesti: ‘Vai via negro… questa non è casa tua… vattene in Africa’.

Qualche giorno dopo altre minacce razziste a Napoli. È il 31 gennaio quando un giovane ivoriano in Italia da 10 anni, viene inseguito e quasi investito da 4 uomini armati di bastoni, spranghe e sassi al grido di ‘schifo di uomo, munnezza.

vogliamo ucciderti’. Due gravi episodi anche a Roma. Il 27 febbraio due giovani aggrediscono e tentano di uccidere due addetti alla sicurezza al grido vergognoso di ‘siete dei negri di m…’. Mentre il 26 marzo una madre di pelle scura che tiene la figlia per mano e il figlio di pochi mesi sulle spalle viene insultata, aggredita e ferita a colpi sui glutei e al volto sino a farla cadere a terra, da un 44enne romano. Ancora scuola protagonista negativa a Foligno. Il 21 febbraio un bambino di pelle scura viene messo ‘all’angolo’ da un insegnante che accompagna il gesto con le parole: ‘Bambini, guardate quanto è brutto’. L’insegnante afferma poi che voleva trattarsi soltanto di un ‘esperimento sociale’.

Il fatto forse più inquietante in febbraio a Melegnano, quando compaiono scritte razziste sul muro della casa dove vive una famiglia che ha adottato un ragazzo senegalese. Per rafforzare la minaccia compare anche una svastica. La popolazione di Melegnano non rimane però indifferente all’episodio. Il giorno successivo 1.500 persone scendono in piazza per manifestare solidarietà alla famiglia di Bakary Dandio, il 21enne oggetto della minaccia. Il sindaco Rodolfo Bertoli afferma: «Ci sentiamo offesi da queste scritte. Qui ci sono tanti immigrati residenti, presenza imponente ma ben integrata».

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