6 Maggio 2019 – Sofia – Migrazioni e “inverno demografico”. Sono le due sfide più urgenti che la Bulgaria si trova ad affrontare, secondo papa Francesco in visita in questo Paese e in Macedonia. “Ora, in questo frangente storico, a trent’anni dalla fine del regime totalitario che ne imprigionava la libertà e le iniziative – ha detto il papa nel suo primo discorso ieri a Sofia – la Bulgaria si trova ad affrontare le conseguenze dell’emigrazione, avvenuta negli ultimi decenni, di più di due milioni di suoi concittadini alla ricerca di nuove opportunità di lavoro”.
“Nel medesimo tempo la Bulgaria – come tanti altri Paesi del vecchio continente – deve fare i conti con quello che può essere considerato come un nuovo inverno”, ha proseguito il Papa: quello demografico, che è sceso come una cortina di gelo su tanta parte dell’Europa, conseguenza di una diminuzione di fiducia verso il futuro”. “Il calo delle nascite, dunque, sommandosi all’intenso flusso migratorio, ha comportato lo spopolamento e l’abbandono di tanti villaggi e città”, ha detto il pontefice. La Bulgaria, inoltre, “si trova a confrontarsi con il fenomeno di coloro che cercano di fare ingresso all’interno dei suoi confini, per sfuggire a guerre e conflitti o alla miseria, e tentano di raggiungere in ogni modo le aree più ricche del continente europeo, per trovare nuove opportunità di esistenza o semplicemente un rifugio sicuro”. Poi le parole rivolte al presidente bulgaro, incontrato poco prima in privato: “Conosco l’impegno con cui i governanti di questo Paese, da anni, si sforzano di creare le condizioni affinché, soprattutto i giovani, non siano costretti a emigrare”: “Vorrei incoraggiarvi a continuare su questa strada a compiere ogni sforzo per promuovere condizioni favorevoli affinché i giovani possano investire le loro fresche energie e programmare il loro futuro personale e familiare, trovando in patria condizioni che permettano una vita degna”. “E a voi, che conoscete il dramma dell’emigrazione, mi permetto di suggerire di non chiudere gli occhi, il cuore e la mano – come è nella vostra tradizione – a chi bussa alle vostre porte”. “Il vostro Paese – ha sottolineato – si è sempre distinto come un ponte fra est e ovest, capace di favorire l’incontro tra culture, etnie, civiltà e religioni differenti, che da secoli hanno qui convissuto in pace. Lo sviluppo, anche economico e civile, della Bulgaria passa necessariamente attraverso il riconoscimento e la valorizzazione di questa sua specifica caratteristica. Possa questa terra, delimitata dal grande fiume Danubio e dalle sponde del mar Nero, resa fertile dall’umile lavoro di tante generazioni e aperta agli scambi culturali e commerciali, integrata nell’Unione europea e dai solidi legami con Russia e Turchia, offrire ai suoi figli un futuro di speranza. Dio benedica la Bulgaria, la conservi pacifica e accogliente e la renda prospera e felice!”.