Libia: arrivati in Italia 147 migranti con i “corridoi umanitari”

30 Aprile 2019 – Roma – Il piccolo Daimon ha 7 mesi ed è nato in un carcere libico, dove sua madre era trattenuta. Ora sorride, in braccio a mamma Ghenet, mentre scende la scaletta dell’aereo appena atterrato sulla pista della base militare di Pratica di Mare, prima tappa del suo viaggio verso una nuova vita, lontano dagli stenti e dalle angherie dei centri di detenzione e dalle violenze del conflitto in Libia. Dopo di loro, altre coppie con neonati in braccio e un nugolo di bambini e ragazzini, 68 in tutto fra cui 46 “non accompagnati”, come si dice in burocratese, ossia senza genitori o parenti ad accudirli.

Sono 147 i profughi dal velivolo, accompagnati da personale dell’ACNUR e accolti dal sottosegretario all’Interno Stefano Candiani.

“Si tratta di un’evacuazione umanitaria – puntualizza Candiani –, arriva per via aerea chi necessita di protezione, dopo le verifiche dell’ACNUR. Ci sono anche 5 neonati”. Accanto a lui, c’è Roland Schilling, vice-rappresentante regionale dell’ACNUR per il Sud Europa: “Siamo fieri di aver contribuito a rialimentare la speranza di queste persone”. È il terzo volo organizzato negli ultimi mesi dal Viminale insieme all’ACNUR, dopo le 51 e le 103 persone arrivate in due occasioni in autunno, rispettivamente dal Niger e dalla Libia.

Stavolta, il gruppo è composto da 87 maschi e 60 femmine: 69 vengono dall’Eritrea, 62 dalla Somalia, 6 dal Sudan, 5 dall’Etiopia e altrettanti dalla Siria. Oltre ai 68 minori – spiega una nota del Viminale – ci sono 12 adulti, 23 coppie e 16 fra “nuclei familiari e monoparentali”.

I mediatori culturali li salutano in inglese e in arabo e li portano in un hangar per le visite mediche. Vengono da sofferenze tremende. Mohammed Abdul Aziz è somalo e ha 15 anni, dal gennaio 2017 è stato in Libia, racconta di esser stato venduto più volte. Accanto a lui c’è Kufa: dopo aver pagato per partire, è stato rivenduto dai trafficanti ad un’altra banda che voleva altri soldi. Non è riuscito a procurarseli e gli hanno infilato un coltello in un occhio.

Gli adulti verranno ospitati nel Lazio, in strutture individuate dalle prefetture di Roma (a Rocca di Papa, nella comunità “Un mondo migliore” della cooperativa Auxilium , 41 persone), Viterbo (altre 48) e Rieti (12). I minori non accompagnati saranno alloggiati in case di prima accoglienza: 18 a Bojano (Campobasso) e Pesco Lanciano (Isernia); altri 28 nelle strutture della rete “Siproimi” a Bologna, Chieti, Avellino, Pescara. Potranno avanzare richiesta di protezione. Sono stati individuati nei centri libici in base al «criterio della vulnerabilità », spiega Federico Fossi dell’ACNUR.

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