Roma – “Educare e formare alla società nella quale siamo chiamati a vivere profondamente diversa e costantemente in trasformazione anche e soprattutto in conseguenza della mobilità umana”. Questo il compito oggi della scuola secondo mons. Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma concludendo i lavori del seminario “Costruttori di Ponti” svoltosi a Roma su iniziativa del Miur, Fondazione Migrantes, Istituto Alcide Cervi e rete Scuole Migranti. “Attenzione a tenere gli occhi sul mondo. Non si può non guardare fuori delle finestra di casa propria nella costruzione di percorsi di conoscenza di ciò che accade”, ha detto mons. Felicolo sottolineando che il “fuori di casa è ben altro che il giardino del vicino. Nell’epoca della globalizzazione e della digitalizzazione, il mondo è a portata di un click e quindi è doverosa la conoscenza di quanto accade in ogni luogo e che ha ripercussioni su di noi”. Oggi non si può prescindere oggi dall’insegnamento della storia attuale e della geografia: “nonostante la parola globalizzazione e globalizzato è usata e abusata, l’insegnamento della geografia nelle scuole è sempre più carente e ci ritroviamo a poter usufruire con più libertà e possibilità degli spazi ma senza realmente conoscerli. Si dice che il mondo è a portata di un click, ma pochi usano questa opportunità in modo consapevole e costruttivo”. Oggi è necessario “collocare la geografia con la dimensione umana di recupero di uno spazio in cui vivere una esistenza dignitosa e felice”.
Un elemento fondamentale oggi, per il direttore Migrantes di Roma, è quello dell’uso del linguaggio: un linguaggio “corretto per descrivere i fenomeni e a misura di un pubblico vasto. Le parole – ha detto – possono essere pietre se non se ne fa l’uso corretto. Quando poi le parole sono rivolte per descrivere le persone la responsabilità aumenta”. “Sfatare le fake news, oggi, in questo particolare ambito tematico, è diventato un mestiere per alcuni e sconcerta vedere come una notizia possa orientare la percezione e la conseguente reazione delle persone. Pensare che i migranti in Italia rubino il lavoro agli italiani; avere la sensazione di un numero di presenze aumentato di tre volte rispetto alla realtà; ritenere i migranti artefici della povertà e della delinquenza in Italia; sono solo alcuni dei ‘falsi miti’ che esistono e con i quali facciamo quotidianamente i conti come operatori sociali e come studiosi”, ha evidenziato mons. Felicolo che ha ricordato come la Migrantes sia impegnata a fianco degli immigrati, richiedenti asilo, rifugiati, emigrati italiani ma anche della gente dello spettacolo viaggiante e dei Rom e i Sinti. “Un mondo – ha spiegato – quello della mobilità, che sfugge ai più nella sua complessità di sfaccettature anche a seguito della difficoltà con il quale avviene la sua narrazione. Alle giuste parole per dire le cose dobbiamo quindi aggiungere anche la capacità di utilizzare parole semplici e dirette in grado di essere comprese da parte del pubblico più vasto”.


