Primo Piano

Abolizione “Protezione Speciale”: le critiche del mondo cattolico

19 Aprile 2023 - Roma - Di fronte agli ultimi provvedimenti in tema di immigrazione la Comunità di Sant'Egidio e la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia esprimono tutta la loro preoccupazione e lanciano un appello al Governo e al Parlamento. "Occorre riconsiderare - scrivono in una nota - gli effetti che avrebbe una restrizione della cosiddetta 'protezione speciale' che non è un provvedimento esclusivamente italiano". E spiegano che "gravi conseguenze si avrebbero prima di tutto sulle persone che lo richiedono. Non potrebbero infatti essere più protette se a rischio di trattamenti disumani nei loro Paesi di origine". Aggiungendo che "si tratta di un appello che si basa sull'esperienza concreta di integrazione realizzata dal 2016 attraverso i 'Corridoi umanitari': un'esperienza fondata sulla legalità, che ha avuto importanti riconoscimenti istituzionali, e che viene portata ad esempio da tutte le forze politiche, di maggioranza come di opposizione". Le Acli, in una nota a margine del sit-in organizzato dal Tavolo asilo e immigrazione, osservano che "il decreto Cutro è anacronistico e ingiusto perché cerca di porre un freno al fenomeno dell'immigrazione in maniera del tutto irrazionale, costringendo degli esseri umani che fuggono da situazioni disperate a entrare dentro l'anonimato dell'irregolarità, senza alcuna prospettiva di integrazione e di riscatto". La nota conclude che "l'immigrazione non è un'emergenza, è un fenomeno che va gestito, soprattutto in un Paese come il nostro dove ormai non si fanno più figli e dove le pensioni sono sorrette anche dal lavoro dei migranti".

Convegno Caritas: oggi l’intervento di mons. Felicolo

19 Aprile 2023 - Salerno - “Costruire insieme il futuro”: è questo il tema dell’intervento affidato oggi a mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, all’interno  di una apposita assemblea tematica del convegno nazionale delle Caritas diocesane italiane in corso a Salerno sul tema “Agli incroci delle Strade” e che ieri ha approfondito il tema delle periferie. Al convegno partecipano oltre 600 delegati, rappresentanti delle 218 Caritas diocesane di tutta Italia, che si stanno confrontando, fino a domani, lungo le "tre vie" consegnate alle Caritas da papa Francesco nell’udienza del 26 giugno 2021, in occasione del 50° dell'istituzione di Caritas Italiana (1 luglio 1971). Questo 43° Convegno nazionale si colloca in un momento particolare per la società e la Chiesa italiana, con la drammatica guerra in Ucraina, alle porte dell’Europa, che dura da più di un anno e per la quale non si vedono prospettive di soluzione a breve, la recente sciagura di Cutro (KR) che ci riporta alla tragica quotidianità delle persone in fuga da guerra e povertà, e le tante crisi in atto, a partire da quella economica, ambientale e demografica, spiegano alla Caritas Italiana. (R.Iaria)

Viminale: 34.327 le persone migranti sbarcate sulle nostre coste dall’inizio dell’anno

18 Aprile 2023 -
Roma - Sono 34.327 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi 5.697 sono di nazionalità ivoriana (17%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Guinea (4.323, 12%), Pakistan (3.818, 11%), Egitto (3.499, 10%), Tunisia (2.778, 8%), Bangladesh (2.633, 8%), Siria (1.727, 5%), Camerun (1.612, 5%), Mali (1.070, 3%), Burkina Faso (992, 3%) a cui si aggiungono 6.184 persone (18%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.  3.626 i minori stranieri non accompagnati che hanno raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è stato fornito dal Ministero degli Interni.

Il Tavolo Asilo oggi in piazza per invertire la rotta

18 Aprile 2023 - Roma - "Invertire la rotta" sul tema dell'accoglienza dei migranti. Il Tavolo Asilo e Immigrazione, insieme a decine di altre organizzazioni e reti impegnate nella promozione dei diritti di rifugiati e migranti, oggi scende in piazza a Roma per «esprimere ancora una volta il proprio dissenso sul disegno di legge di conversione del Decreto Cutro, che ripropone formule vecchie che già in passato hanno mostrato di non risolvere alcun problema, ma anzi di produrre ulteriori ingiustizie e difficoltà». Anche la dichiarazione dello stato di emergenza sull'immigrazione da parte del governo, sottolineano, «non fa che alimentare un dibattito lontano anni luce dalla realtà ». Dal 2014 al 2017 - ricorda una nota - sono sbarcate 623 mila persone, sono state presentate 400 mila domande d'asilo e sono state registrate nel sistema d'accoglienza 528 mila presenze (molte delle quali durate più di un anno). Negli stessi anni siamo arrivati ad ospitare più di 190 mila persone senza che sia stata dichiarata alcuna emergenza. «Continuare ad usare l'immigrazione come argomento di campagne mediatiche volte a raccogliere facile consenso indicando sempre gli stessi capri espiatori, non solo non è nell'interesse del Paese, ma rischia di generare ulteriori problemi per la pubblica amministrazione e per i territori coinvolti, oltre che per le persone». Oggi, alle 14, le organizzazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione convergeranno in Piazza Santa Maria di Loreto, a Roma, alla manifestazione promossa insieme ad associazioni di tutta Italia. Sono previste mobilitazioni anche a Crotone, Viterbo, Avellino, Brindisi, Lecce e Palermo.  

Viminale: da inizio anno sbarcate 34.124 persone migranti sulle nostre coste

17 Aprile 2023 -
Roma - Sono 34.124 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi 5.568 sono di nazionalità ivoriana (16%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Guinea (4.208, 12%), Pakistan (3.412, 10%), Tunisia (2.764, 8%), Egitto (2.690, 8%), Bangladesh (2.339, 7%), Camerun (1.590, 5%), Siria (1.331, 4%), Mali (1.053, 3%), Burkina Faso (966, 3%) a cui si aggiungono 8.203 persone (24%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Fino ad oggi sono stati 3.358 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato ad oggi dal ministero degli Interni. considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.

Associazioni in piazza contro il decreto Cutro

17 Aprile 2023 - Roma - Il mondo del terzo settore scende in piazza contro la conversione in legge del “decreto Cutro”. Domani, martedì 18 aprile 2023, in concomitanza con il passaggio in aula del Ddl 591/2023,  il Tavolo Asilo e Immigrazione, insieme a decine di altre organizzazioni e reti impegnate nella promozione dei diritti di rifugiati e migranti  convoca una conferenza stampa alle 12 presso l’Hotel delle Nazioni per proporre le alternative agli interventi del governo e della maggioranza. Subito dopo la conferenza stampa, alle 14, le organizzazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione convergeranno in Piazza Santa Maria di Loreto, vicino Piazza Venezia, a Roma, alla manifestazione promossa insieme ad associazioni di tutta Italia, per esprimere "dissenso e dare voce alle persone che hanno subito e subiscono le conseguenze degli interventi sbagliati e inaccettabili del governo". Oltre alla manifestazione di Roma sono previste mobilitazioni anche a Crotone, Viterbo, Avellino, Brindisi, Lecce e Palermo.  

Festa dei Popoli ad Aversa: parte il programma degli appuntamenti finali

17 Aprile 2023 - Aversa - Partono ufficialmente venerdì 28 aprile gli appuntamenti finali di “Festa dei Popoli Aversa”, l’iniziativa della diocesi di Aversa giunta quest’anno alla dodicesima edizione. Ad aprire il programma sarà la “Passeggiata dei Popoli:  Fratelli in cammino per la pace”, che partirà alle ore 10 dall’Arco dell’ Annunziata con arrivo in Piazza Municipio ad Aversa. L’evento costituisce uno dei laboratori ideati dal Percorso Scuola di Festa dei Popoli e vedrà coinvolte diverse scuole del territorio di ogni ordine e grado, dall'infanzia fino alla secondaria di secondo grado. “La Passeggiata dei Popoli è aperta a tutto il mondo della scuola: alunni, dirigenti, docenti e genitori”, comunicano Lina Ingannato e Mariolina Ferraro, referenti del Percorso Scuola dell’iniziativa diocesana che, da anni e con successo, punta sensibilizzare sui temi dell’accoglienza, dell’integrazione, del confronto interreligioso e del dialogo interculturale. “Nel corso della manifestazione, gli studenti vivranno un momento particolarmente intenso chiamato ‘Scambiamoci la Pace, emozioni condivise’, che consisterà nello scambio di pensieri di pace scritti a scuola dagli alunni e portati alla Passeggiata”.

Summer School “Mobilità Umana e Giustizia Globale”: a Grado l’edizione 2023

17 Aprile 2023 - Roma - Si svolgerà a Grado dal 28 al 31 agosto la Summer School “Mobilità Umana e Giustizia Globale” promossa dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, dal SIMI (Scalabrini International Migration Institute) e dalla Fondazione Migrantes. L’iniziativa vuole caratterizzarsi per una sorta di riposizionamento di prospettiva, collocando l'analisi dei processi di mobilità umana all'interno di una riflessione più ampia, che rinvia appunto alla questione della giustizia globale, letta in tutte le sue implicazioni: economiche, politiche, sociali, culturali, etiche e pastorali. L’edizione 2023 della Scuola analizzerà tali intrecci focalizzandosi sul rapporto tra conflitti e mobilità forzata; sui confini - quelli fisici, fatti dai muri di cemento e di filo spinato che si stanno moltiplicando perfino all'interno del continente europeo, e quelli invisibili, eretti attraverso la distinzione tra chi ha e chi non ha diritto a essere accolto e protetto -; sulle pratiche di accoglienza e sui bisogni di cura delle vittime delle guerre e degli esodi forzati.

Senza la comunità è difficile trovare Gesù

17 Aprile 2023 -
Città del Vaticano - “Illazioni offensive e infondate”. Non usa mezzi termini Papa Francesco per difendere la memoria del suo predecessore san Giovanni Paolo II. Il riferimento è alle parole pronunciate a proposito della vicenda di Emanuela Orlandi, la cittadina vaticana scomparsa quaranta anni fa. Ma anche in Polonia vi è stata una campagna mediatica contro Papa Wojtyla. Applaudito dai ventimila presenti in piazza san Pietro Papa Francesco al Regina caeli dice: “certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo, rivolgo un pensiero grato alla memoria di san Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate”. Domenica in albis, per ricordare che nel passato i neobattezzati deponevano la veste bianca ricevuta la notte di Pasqua e indossata per una settimana, per iniziare “la loro nuova vita in Cristo e nella chiesa”. Domenica della Divina misericordia, per volere di san Giovanni Paolo II, che aveva beatificato e canonizzato suor Faustina Kowalska, la religiosa di cui, da arcivescovo di Cracovia, aveva aperto il processo diocesano di beatificazione. La memoria ci ricorda anche che il Papa “venuto di un paese lontano” era passato “di vita in vita” proprio nei primi vespri della Divina Misericordia, il 2 aprile 2005. Domenica nella quale Giovanni, nel suo Vangelo, ci racconta la paura dei discepoli che non hanno creduto a Maria di Magdala, la quale aveva detto loro di aver visto il Signore. Le porte chiuse in quel primo giorno della settimana, memoria della Pasqua, quando Gesù entra per stare in mezzo ai suoi ancora impauriti e increduli: “pace a voi”. Otto giorni dopo i discepoli sono di nuovo nel cenacolo. C’è anche Tommaso il discepolo che non era presente la prima volta. Il Vangelo non dice nulla sull’assenza, ma è l’occasione di una nuova venuta del Signore, in risposta, possiamo dire, ai dubbi di Tommaso che vuole “toccare con mano” per vedere e per credere. Il suo dubbio è diventato proverbiale, e, in qualche modo, rappresenta anche il nostro dubbio, la nostra fatica e la nostra incredulità: “dopo una grande delusione è difficile credere”, dice il Papa al Regina caeli. Per Francesco, Tommaso mostra di avere coraggio: “mentre gli altri sono chiusi nel cenacolo per paura, lui esce, con il rischio che qualcuno possa riconoscerlo, denunciarlo e arrestarlo”. Perde l’occasione di vedere il Signore e può recuperarla “solo tornando con gli altri, tornando lì, in quella famiglia che ha lasciato spaventata e triste”. Otto giorni dopo, dunque, Gesù torna dai suoi e non rimprovera il suo discepolo, ma gli dice di mettere il dito, di vedere le mani, di toccare il fianco; insomma, gli dice di non essere incredulo, ma credente. Tommaso vorrebbe un segno straordinario, ovvero toccare le piaghe. E Gesù “gliele mostra, ma in modo ordinario, venendo davanti a tutti, nella comunità, non fuori”. Per Francesco il messaggio è chiaro: se vuoi incontrare il Signore “non cercare lontano, resta nella comunità, con gli altri; e non andare via, prega con loro, spezza con loro il pane”. Lo dice anche a noi: è in comunità “che potrai trovarmi, è lì che ti mostrerò, impressi nel mio corpo, i segni delle piaghe: i segni dell’amore che vince l’odio, del perdono che disarma la vendetta, i segni della vita che sconfigge la morte. È lì, nella comunità, che scoprirai il mio volto, mentre con i fratelli condividi momenti di dubbio e di paura, stringendoti ancora più fortemente a loro. Senza la comunità è difficile trovare Gesù”. Il Papa afferma ancora che dobbiamo cercare il Risorto nelle nostre comunità, nella chiesa “accettando la sfida di restarci, anche se non è perfetta. Nonostante tutti i suoi limiti e le sue cadute, che sono i nostri limiti e le nostre cadute”. Dio accoglie tutti, nella sua misericordia. E noi siamo disposti “a aprire le braccia a chi è ferito dalla vita”. Domenica nella quale Francesco fa gli auguri alla chiesa ortodossa che festeggia la Pasqua, e ha un pensiero per i russi e gli ucraini. Ma “in stridente contrasto con il messaggio pasquale” le guerre “continuano a seminare morte in forme raccapriccianti”. La preghiera del Papa è per le vittime dei conflitti, “perché il mondo non viva più lo sgomento della morte per mano umana, ma lo stupore della vita” che viene da Dio. (Fabio Zavattaro- SIR)

Migrantes Rimini: ieri il pellegrinaggio di migranti e fedeli della diocesi a Loreto

17 Aprile 2023 - Rimini – L’Ufficio Migrantes della diocesi di Rimini ha promosso ieri un pellegrinaggio diocesano a Loreto. A parteciparvi migranti e fedeli dell'intera diocesi. E’ la prima volta che avviene, ci dice don Mathieu Malick Faye, direttore diocesano Migrantes che ha guidato il gruppo. Tema del pellegrinaggio "Gesù in persona si accosta e cammina con loro” tratto dal Vangelo di Luca:  un “pellegrinaggio sinodale della Pace. Abbiamo provato a camminare insieme e chiedere a Dio la pace per i popoli in guerra tra Ucraina e Russia e tra Congo e Ruanda e  per la pace in ogni parte del mondo.  “Stiamo vivendo la Pasqua e siamo persone di diverse nazionalità e provenienza della diocesi di Rimini. Ci siamo presentati per conoscerci, per camminare insieme, per viaggiare insieme, per fare un pellegrinaggio insieme”, ha detto don Mathieu Malick Faye. Quando il direttore Migrantes di Rimini ha pensato al pellegrinaggio si è fatto la domanda: “perché solo un pellegrinaggio tra migranti mentre parliamo di sinodo?”. Ecco allora l’invito a tutti “perché rappresentiamo la comunità diocesana di Rimini”. “Il nostro pellegrinaggio è come l’esperienza dei discepoli di Emmaus che non vogliono tornare a casa a mani vuote". Da qui l'invito a conoscersi meglio e ha promuovere incontri tra persone di nazionalità diverse. (Raffaele Iaria)

Quando Transiti (fuori) da casa: dietro le quinte di “Italiani a Barcellona. Parliamo di Benessere”

17 Aprile 2023 - Barcellona - La ricerca del Rapporto Italiani nel Mondo (RIM) del 2021 sulla salute psicologica degli italiani all’estero aveva messo in luce una serie di problematiche psicologiche strutturali e correlate alle difficoltà di chi vive un’esperienza d’espatrio, in particolare dopo l’evento pandemico. Nel corso del 2022 abbiamo iniziato una serie di riflessioni che, per noi di “Transiti” che siamo specializzati e specializzate nel campo della psicoterapia e della consulenza online, sono in parte inedite. L’idea di Transiti è quella di dedicare energie a progetti a sostegno della salute e del benessere dei nostri connazionali all’estero e di promuovere lo sviluppo di analisi e osservazioni puntuali sulla condizione reale di chi vive l’esperienza. Stiamo inoltre lavorando, in connessione con questa riflessione, ad una guida psicologica per l’espatrio in uscita entro l’estate 2023. La guida, che nasce dalla ricerca e dall’interlocuzione con molti osservatori privilegiati, sarà un primo strumento di prevenzione e orientamento alla portata di tutti e tutte.  Si tratta di un percorso compiuto a partire da un’osservazione accurata del benessere psicologico degli italiani e delle italiane all’estero che non può prescindere dallo sguardo attento alle comunità e alle singole persone che ne fanno parte. E’ questo il terreno nel quale germoglia il progetto Italiani a Barcellona. Parliamo di Benessere”.  Il nostro primo passo “dal vivo”, in rete con partner autorevoli, verso una direzione precisa: per promuovere la consapevolezza, la serenità e l’equilibrio di connazionali in espatrio. Perché Barcellona? Quella degli italiani a Barcellona è la prima comunità straniera della città e una delle più “giovani”. E’ una comunità dinamica, disomogenea e in continua evoluzione. I numeri sono grandi: nella regione catalana si contano 120.000 iscritti all’AIRE che rappresentano circa il 50% dei cittadini italiani/e che vivono nell’area di Barcellona. La stima complessiva è di circa 250.000 connazionali di cui l’80% è emigrato negli ultimi 10 anni. Sono numeri costantemente trainati dagli enormi flussi turistici, dalla “facilità” di raggiungimento e dal fascino della meta. Si tratta di italiane e italiani che si sono spostati spesso senza un progetto di vita di medio o lungo periodo, che pertanto vivono Barcellona come una meta transitoria, un passaggio della vita. Gli italiani e le italiane trasferitisi a Barcellona (prevalentemente giovani, molti single o appartenenti a giovani famiglie) sono una comunità che non si sente tale, perché vive individualmente la città: pur sperimentando spesso le stesse complessità, faticano a trovare una rete. C’è una versione “short”, della migrazione, che ne racconta la bellezza e le opportunità. Poi c’è il “pacchetto completo” che potrebbe includere un lato B: senso di fatica, disorientamento e solitudine nell’affrontare la vita quotidiana. Ne abbiamo parlato con RadioTre, quando la Presidente di Transiti Anna Pisterzi ha partecipato a due puntate di Expat, La Resa dei conti e Anna Risponde. Lo spunto per la riflessione veniva proprio dalla storia di una giovane che viveva a Barcellona. “Italiani a Barcellona. Parliamo di Benessere” si pone come primo, grande obiettivo, quello di aiutare le persone anche a tenere insieme queste due narrazioni, a mettere insieme la bellezza e l’opportunità con le sfide e i rischi cui inevitabilmente espone la scelta di migrare, nelle diverse fasi di vita. Un’osservazione puntuale realizzata dalle associazioni di Italiani a Barcellona mette in luce problemi e difficoltà specifiche nelle diverse fasi di vita per i giovani, le famiglie, lavoratori e lavoratrici. Criticità che affronteremo direttamente con le persone negli eventi dedicati. Ci piace l’idea di una prospettiva temporale di ampio respiro, per progetti ambiziosi come questo, che miri a instaurare con le persone che incontreremo, con il territorio e la rete delle organizzazioni che si stanno impegnando con noi, un rapporto di reciprocità di lungo corso.  Torneremo a casa, dopo essere “Transitati” per Barcellona, pronte per i passi successivi, pronti per riflessioni inedite e collettive. (Daniela Rosas – www.transiti.net)  

Giovanni Paolo II: Presidenza CEI, “ci uniamo al pensiero grato di Papa Francesco”

17 Aprile 2023 -

Roma - La Presidenza della CEI, a nome dei Vescovi italiani, si unisce al “pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate”, rivolto ieri da papa Francesco dopo la recita del “Regina Caeli”. "Non ci possono essere mezzi termini, infatti - sottolineano i presuli italiani -  per definire i recenti attacchi verso San Giovanni Paolo II". Nella Domenica della Divina Misericordia, istituita nel 2000 da Wojtyla, la Cei ricorda le parole di Giovanni Paolo II pronunciate il 30 aprile 2000: “Il messaggio della divina misericordia è così, implicitamente, anche un messaggio sul valore di ogni uomo. Ogni persona è preziosa agli occhi di Dio, per ciascuno Cristo ha dato la sua vita, a tutti il Padre fa dono del suo Spirito e offre l’accesso alla sua intimità”. (R.I.)

 

Mons. Perego: “ci sia una maggiore attenzione a quanti hanno diritto ad una forma di protezione”

16 Aprile 2023 - Roma - "Ci sia una maggiore attenzione a quanti hanno diritto ad una forma di protezione". Lo chiede mons. Gian Carlo Perego, presidente della Commissione Cei e della Fondazione Migrantes in una intervista all'AdnKronos. Il presule  guarda con preoccupazione alle conseguenze che ci sarebbero nel caso venissero cancellati i permessi speciali nel decreto Cutro: "le stesse vittime di tratta ne sarebbero completamente escluse". Il permesso speciale - spiega mons. Perego - era nato in sostituzione anzitutto del permesso umanitario per andare incontro ad una serie di situazioni che non rientrano nella protezione internazionale dell'asilo e nella protezione sussidiaria ma che hanno diritti in ordine alla tutela delle persone".

Mcl: oggi convegno in Germania per festeggiare 50 anni di storia

14 Aprile 2023 - Roma - Il Movimento Cristiano Lavoratori festeggia oggi a Neuhausen Hamberg, in Germania, i 50 anni di vita e di impegno in Italia e tra gli Italiani all’estero. E’ previsto oggi, infatti, un convegno al quale interverrà, fra gli altri, il presidente della Fondazione Migrantes, l’arcivescovo mons. Gian Carlo Perego. I lavori saranno aperti da una riflessione spirituale affidata a don Francesco Poli, Assistente Ecclesiastico Nazionale MCL. Tra gli interventi quelli di  Alfonso Luzzi, Vice Presidente MCL, di Tonino Inghingoli, Segretario Generale MCL e diverse testimonianze. La giornata si concluderà con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Perego.

Cei: parte la Campagna 8xmille

13 Aprile 2023 - Roma - Anche quest’anno il Servizio CEI per la promozione del sostegno economico si è messo in ascolto. E poi, in viaggio. In ascolto delle storie, tante e belle, che arrivano dal nostro territorio: storie di utilizzo dei fondi 8xmille che permettono a molti di affrontare e, spesso, superare realtà difficili da immaginare. Una volta scelte otto opere segno il viaggio è iniziato per andare a vedere e cercare di riportare, con le lenti della cinematografia, queste realtà pulsanti di bene. Sono iniziate così le riprese, precedute da contatti, sopralluoghi e accordi. E una volta sul set, tra telecamere e luci, è giunto finalmente il contatto con una umanità che resta nel cuore. È impressionante scoprire come, parlando con le persone più disparate, tra nord e sud Italia, ma soprattutto ascoltando, la parola che è stata pronunciata più spesso sia stata “speranza”. La seconda “grazie”. A Brindisi un sacerdote ha raccontato le povertà crescenti e trasversali che si estendono a tessuti sociali fino a pochi anni fa ancora non colpiti dall’indigenza. Qui la mensa rappresenta un luogo vivo, che ogni anno estende i suoi servizi adattandosi alle necessità del territorio e offrendo attività che hanno un senso più profondo rispetto a ciò che viene concretamente offerto. Lo spiega bene nella sua video intervista quando afferma: “noi qui diamo accoglienza, ascolto, amicizia, speranza e poi…diamo anche da mangiare”. A Nardò l’attenzione è stata attirata dallo sguardo acuto e profondo di un altro sacerdote. Egli si spende per il suo territorio creando circuiti virtuosi che, tutelando il lavoro agricolo, lo sottraggono alle logiche del caporalato o altre storture, immettendo il prodotto di questo lavoro “pulito” nel circuito delle forniture alle mense Caritas. Con una sola opera si aiutano i lavoratori, i proprietari terrieri, le mense diocesane e gli ospiti che le frequentano. L’intelligenza a servizio dell’amore. Ad Albano sono stati ascoltati volontari che si dedicano da una vita - e con passione - ai poveri. Molto belle le parole di una referente che ha affermato: “lo scopo ultimo non è solo vestire, dare da mangiare o supplire alle mancanze economiche. Lo scopo ultimo qui è dare dignità. Far capire alle persone che per noi valgono e che per questo motivo esistono”. A Roccella Jonica, poi, l’incontro con i volti di tanti ragazzi, arrivati come migranti e ora inseriti in un percorso virtuoso di integrazione. Qui la Caritas si occupa della prima accoglienza, di garantire assistenza per i primi 3 giorni di sbarco e, quindi, con una sinergia bellissima con altre realtà locali e attraverso altri progetti e cooperative, di integrazione. Quei ragazzi hanno rivissuto per noi i momenti tragici dell’arrivo in Italia con una disponibilità, umiltà e semplicità difficile da dimenticare. Ad Ancona la protagonista del viaggio è stata la bellezza dell’arte che l’8xmille contribuisce a mantenere viva ogni anno attraverso interventi di restauro. Questo permette a gioielli inestimabili, come la chiesa di Santa Maria della Piazza, di continuare a trasmettere un patrimonio di fede e cultura a tutti i cittadini, non solo ai cattolici, ed essere attrattiva per il turismo. Senza contare come le opere di restauro generino anche lavoro nel settore specializzato. Un’altra tappa del viaggio 8xmille 2023 ha toccato anche Verona e Seregno, per altre storie bellissime di accoglienza di famiglie, di donne sole con bambini e di persone con fragilità anche psichica. Anche qui sono stati vissuti, durante le riprese degli spot, incontri straordinari. Così come fuori dall’Italia e precisamente in Tanzania alla volta dell’ospedale di Tosamaganga, di proprietà della diocesi di Iringa ma gestito dai medici del Cuamm. Chi ha destinato l’8xmille alla Chiesa cattolica, ha aiutato concretamente queste popolazioni grazie ai fondi assegnati al reparto maternità e ai corsi di nutrizione rivolti alle giovani donne. Una nuova storia che sarà raccontata a conclusione di questo itinerario, attraverso le varie forme di speranza che l’8xmille può assumere.      

La Guerra Fredda e il campo profughi di Latina

13 Aprile 2023 - Roma - La cortina di ferro ha rappresentato una linea di separazione densa di significati, anche riguardo alla tematica così complessa dei diritti umani. Tra questi il concetto di libertà, nelle sue varie accezioni, è stato cruciale per decidere delle vite di centinaia di migliaia di persone. Emanuela Gasbarroni nel volume “L’Italia e la guerra fredda” (Tau Editrice – Quaderni Migrantes) ricostruisce la  Guerra fredda con la storia del Campo profughi “Rossi Longhi” di Latina, che ha ospitato dal 1957 (all’indomani dell’invasione dell’Ungheria) agli inizi degli anni Novanta (dopo la caduta del muro di Berlino) circa 100 mila rifugiati, che scappavano dai Paesi dell’Est europeo. Dopo qualche mese nel Campo, gli esuli andavano principalmente in Canada, Australia o Stati Uniti. Una incredibile vicenda umana e geopolitica, tracciata con una molteplicità di fonti, per dare voce a uomini e donne che rischiavano la vita, perdevano relazioni affettive e lasciavano il loro mondo pur di conquistare la libertà. Ricostruire il microcosmo del Campo “Rossi Longhi” e della città che lo accoglieva significa non solo narrare una pagina di storia recente, ma anche trovare quelle analogie con il fenomeno migratorio attuale, oggi come allora denso di percezioni sbagliate, strumentalizzazioni politiche e scelte poco adeguate.  

Card. Zuppi, “la vera emergenza è Lampedusa”

13 Aprile 2023 -
Roma - “La vera emergenza è Lampedusa perché da mesi è sovraccaricata. Sono 40 anni che dobbiamo uscire dalla logica emergenziale, chiediamoci perché ci piace o ci costringiamo a stare nell’emergenza”. Lo ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, interloquendo con la giornalista Bianca Berlinguer durante la presentazione oggi a Roma del Rapporto annuale 2023 del Centro Astalli. “Dobbiamo fare sistema e dare risposte che guardino avanti e tengano presente il mondo”, ha ribadito, riferisce il Sir, ai giornalisti. Sullo stato di emergenza deciso dal governo “può essere che serva a dare risposte – ha osservato – ma alcune scelte devono essere fatte per uscire dall’emergenza. Vediamo se in questa interlocuzione e confronto si possono trovare insieme delle soluzioni, se è vero che siamo sulla stessa barca e se ne esce solo insieme”. “Serve una visione migliore che guardi al futuro”, ha precisato, confermando la denuncia del Rapporto di “troppa burocrazia” nel rilascio dei permessi di soggiorno. A proposito della possibilità prevista dal decreto Cutro che venga tolta la protezione speciale ha detto: “Pensiamo a fare bene quella normale”. Il suo auspicio è “garantire diritti e combattere l’illegalità con la legalità”: “La porta deve essere aperta e bisogna avere criteri seri per garantire il diritto”. Riguardo ai rapporti con Paesi difficili come la Tunisia e la Libia a suo avviso “bisogna continuare a stabilire rapporti di collaborazione che garantiscano diritti da una parte e dall’altra”. Sulle norme che limitano l’attività delle Ong ha puntualizzato: “Sospettare dell’umanitario è molto inquinante e velenoso per tutti”. (foto Sir)

Centro Astalli: presentato oggi il Rapporto Annuale

13 Aprile 2023 - Roma - Nel 2022 il numero di persone in fuga nel mondo ha superato la soglia dei 100 milioni ma solo una piccola percentuale di questi cerca una vita migliore in Europa. Il dato è contenuto nel Rapporto annuale 2023 del Centro Astalli presentato oggi a Roma, al Teatro Argentina. Secondo i dati del Centro Astalli in Italia sono arrivati via mare 105.129 migranti, di cui 13.386 minori non accompagnati. Alla fine dell’anno erano nel circuito dell’accoglienza 107.677 persone. Altri 170.000 sono arrivati dall’Ucraina, di cui solo il 20% ospitati in strutture d’accoglienza; la maggior parte è stata accolta da familiari e connazionali. Nel 2022, si legge nel Rapporto, sono stati 18.000 gli utenti degli 8 enti della rete del Centro Astalli, di cui 10.000 a Roma. Oltre 700 i volontari, 46.313 i pasti distribuiti, 27.855 gli studenti incontrati nell’ambito dei progetti didattici sul diritto d’asilo e il dialogo interreligioso in 18 città italiane. Il Centro Astalli gestisce sia Centri di accoglienza straordinaria (a Trento, Vicenza, Padova) che centri del Sistema accoglienza e integrazione – Sai (a Bologna, Palermo, Roma, Trento), che alla fine del 2022 accoglieva in totale solo 33.848 persone.  E’ il Sai, suggerisce il rapporto, “il sistema da ampliare e su cui investire, affinché a tutti possa essere garantito un efficace supporto all’integrazione, secondo standard nazionali uniformi”. A Roma, Trento, Vicenza, Padova molte congregazioni religiose hanno aperto le porte all’accoglienza di rifugiati. Delle 1.308 persone accolte in totale dalla rete del Centro Astalli, 240 rifugiati sono state inseriti in percorsi di semi-autonomia in comunità di ospitalità in collaborazione con ordini religiosi, in cui si sono sperimentate, con buoni risultati, anche forme di co- housing tra studenti universitari rifugiati e italiani. “I primi passi del nuovo governo, dopo l’ennesimo braccio di ferro compiuto mentre i migranti erano sulle imbarcazioni in attesa di un porto sicuro, si sono concentrati su una rinnovata lotta alle ong che si occupano del salvataggio in mare. E neanche le vittime del naufragio di Cutro hanno sortito alcuna reazione politica di umanità, nonostante la società civile abbia chiesto con forza un cambiamento”, sottolinea il Centro Astalli: l’esperienza positiva con i 170 mila profughi ucraini arrivati in Italia nel 2022, che hanno usufruito della protezione temporanea, di contributi economici e della possibilità di entrare da subito nel mondo del lavoro, non è stata messa a frutto con tutti gli altri 105.129 (di cui 13.386 minori) arrivati dal Mediterraneo o dalla rotta balcanica: afgani, siriani, somali, nigeriani, anche loro in fuga da conflitti. “Accogliere i rifugiati con dignità è possibile” ma è “una lezione che l’Italia non vuole imparare” perché “non capitalizza l’esperienza ucraina e non riesce a uscire dalla logica dell’emergenza”. Anzi, “è sembrato come se ci fossero due percorsi paralleli: uno per gli ucraini e uno per tutti gli altri. In realtà si tratta di persone che si trovano nella medesima condizione”. Il Centro Astalli ricorda che il Terzo settore non può farsi carico da solo per percorsi di inclusione sociale e inserimento nel mondo del lavoro: serve “una cabina di regia pubblica in grado di costruire soluzioni concrete e accessibili”. Anche il Piano nazionale di integrazione scritto lo scorso anno dal Tavolo Asilo e Immigrazione, “ad oggi rimane lettera morta”. Secondo il Centro Astalli aumentano le vulnerabilità fisiche e psicologiche dei rifugiati, a causa di violenze e torture nei Paesi di origine e transito (Libia e Balcani): il 50% delle persone accolte nei centri romani del Centro Astalli si trova in queste condizioni. Molti ospiti soffrono di patologie gravi. Per i rifugiati, come per le fasce più deboli della popolazione, è inoltre difficile trovare casa e pagare le bollette, a causa dell’aumento del costo della vita. “Persone rifugiate con contratti di lavoro stabili e processi di integrazione avanzati si trovano di fronte all’impossibilità di poter avere un’abitazione autonoma, senza dover ricorrere a contratti capestro, in nero, alloggi abusivi, subaffitti o soluzioni di fortuna”. Da Trento a Catania, da Bologna a Palermo, il grido d’allarme è lo stesso: “la casa in Italia per i rifugiati è un diritto ancora non esigibile”, sottolinea il rapporto. Le famiglie e le donne sole con bambini (un terzo delle persone seguite dal servizio di accompagnamento sociale a Roma) hanno subìto maggiormente gli effetti negativi della crisi economica, come pure i rifugiati che chiedono il ricongiungimento familiare. Per poter accedere alla protezione internazionale e ai percorsi di integrazione migranti e richiedenti asilo sono costretti a ritardi e percorsi ad ostacoli all’interno della burocrazia italiana. Un terzo degli utenti dei servizi a bassa soglia del Centro Astalli rientra nella categoria “permesso di soggiorno in via di definizione”. Nel 2022 il Centro Astalli, grazie al sostegno dell’Elemosineria Vaticana, ha erogato contributi per il pagamento delle tasse necessarie al rilascio del permesso di soggiorno e titolo di viaggio per 586 rifugiati riconosciuti. Chi ha perso il lavoro ha anche avuto difficoltà ad avere un indirizzo valido di residenza, un requisito fondamentale senza il quale non si può fruire dei diritti sociali e dei percorsi di integrazione. Inoltre l’informatizzazione di tante piattaforme di servizi pubblici e privati sta provocando un divario digitale che rischia di aumentare disuguaglianze sociali e marginalità.

Minori immigrati: l’assistenza sanitaria resta un caso

13 Aprile 2023 -

Ancona - È solo dal giugno scorso che i minori figli d’immigrati senza permesso di soggiorno possono iscriversi al Servizio sanitario nazionale e accedere pienamente alle cure. Ci sono voluti dieci anni e un percorso travagliato per attuare una normativa del 2012, così da garantire un diritto sancito dalla Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo. «Ora resta da capire se l’indicazione del ministero della Salute è stata recepita dai Servizi sanitari regionali». A spiegarlo è la dottoressa Patrizia Carletti dell’Agenzia Regionale Sanitaria delle Marche, ex coordinatrice del Tavolo tecnico interregionale Immigrati e servizi sanitari, composto fino al 2016, anno dell’interruzione delle attività, da esperti sanitari delle Regioni e di società scientifiche tra cui la Simm. Fino al giugno scorso i minori figli di extracomunitari senza permesso di soggiorno avevano accesso alle cure con il tesserino Stp (Straniero temporaneamente presente) che tuttavia non dà diritto al pediatra, con la conseguente mancanza di assistenza continuativa, malgrado l’Accordo Stato-Regioni n. 255 del 2012 - elaborato dal Tavolo Immigrati e servizi sanitari - prevedesse la loro iscrizione al Ssn. Ma una problematica amministrativa legata all’assegnazione del Codice fiscale aveva bloccato il tutto. «Nel 2014 il Tavolo aveva individuato, insieme all’Agenzia delle Entrate, la soluzione tecnica: sarebbe stata l’Asl a richiedere il codice fiscale del minore e a iscriverlo al Ssn – spiega Carletti –. Solamente nel giugno 2022 l’Agenzia delle Entrate, su sollecitazione del ministero della Salute e di varie Regioni, ha diramato una risoluzione affinché questo fosse fatto». La nuova normativa prevede la stessa procedura per i minori stranieri non accompagnati e l’esenzione dal pagamento del ticket per entrambe le categorie. Pertanto oggi questi minori hanno gli stessi diritti dei minori ucraini. « Per sostenere la piena e omogenea applicazione di queste normative da parte dei Servizi Sanitari Regionali sarebbe importante riattivare il Tavolo Immigrati e Servizi Sanitari», riflette Carletti. Le questioni aperte restano plurime. Come l’assistenza sanitaria per gli adulti irregolari, che avviene con il tesserino Stp, ma dove persiste il problema della “presa in carico” poiché questo non dà diritto al medico di medicina generale e non tutte le Regioni hanno individuato le modalità con cui garantire l’assistenza di base. Nelle Marche, ad esempio, dal 2006, sono stati istituiti ambulatori per gli stranieri temporaneamente presenti nei presìdi territoriali. «Ma anche in questo caso manca un monitoraggio nazionale - spiega Carletti -. Gli irregolari ricorrono all’ospedale tardivamente e in condizioni di maggiore gravità e dunque fornire risposte assistenziali territoriali sarebbe più appropriato e meno costoso». L’assistenza sanitaria per i migranti in Italia è condizionata più dalle leggi in materia di sicurezza del ministero dell’Interno che dal dicastero per la Sanità e questo, insieme ai particolarismi del federalismo sanitario regionale, comporta spesso un’erosione del diritto. Un’altra questione rilevante riguarda l’assistenza sanitaria ai richiedenti protezione internazionale, che pur avendone diritto, spesso ne rimangono esclusi a causa dei lunghi tempi di attesa per formalizzare la domanda di protezione nelle questure, senza la quale non possono essere iscritti al Ssn. Ma in tantissimi non vengono ricevuti e sono lasciati in condizioni di irregolarità e nell’impossibilità di curarsi. (Marco Benedettelli - Avvenire)

Vangelo Migrante: II domenica di Pasqua (in Albis e della Divina Misericordia) | Vangelo (Gv 20, 19-31)

13 Aprile 2023 - ‘In albis’ è il nome che deriva dal rito festoso della deposizione delle vesti bianche di coloro che sono stati battezzati la notte di Pasqua: tolta quella, indossano l’abito della quotidiana testimonianza da rendere al Risorto. San Giovanni Paolo II aggiunse il titolo della ‘Divina Misericordia’, per celebrare solennemente il dono dell’amore di Dio ricevuto, da custodire e per cui gioire. Una festa nella festa: la vita di Dio ricevuta in dono nel battesimo è l’amore incondizionato di Dio donato a noi nella Resurrezione di Gesù, il centro, il perno, l’origine della nostra fede. Il Vangelo di questa domenica ci dice dove vive questo dono: nella Chiesa. La comunità crede-celebra-vive del risorto mentre è radunata attorno agli Apostoli. Quando si parla di Tommaso, le nostre attenzioni, in genere, vanno tutte sulla sua incredulità; il Vangelo, invece, indugia su un altro aspetto: quando racconta cosa accade la sera dello stesso giorno e otto giorni dopo, sottolinea che l’incontro con Gesù avviene nella Chiesa e il succitato apostolo la prima volta è assente, la seconda è presente. L’appuntamento con il Signore è nel Cenacolo. È lì che lo incontri. Sia chiaro: Dio può decidere di incontrare ogni uomo dove e quando vuole; ma è pur vero che ogni incontro si conclude sempre in un Cenacolo (con gli apostoli ma anche con Paolo dopo la caduta da cavallo: nel cenacolo di Damasco). Prima ancora della sua titubanza, Tommaso è vittima di una mancanza oggettiva: l’assenza dal Cenacolo. Il senso dell’Eucarestia, dell’invito di ogni uomo attorno alla Mensa del Signore, è proprio in questo incontro con Lui. Tutt’altro che scontato: Dio è uno per tutti, ma non sempre la mensa è la stessa per tutti! A volte, nelle nostre comunità, le dovute attenzioni pastorali alle diversità, ma anche i cortesi dinieghi, rischiano di creare veri e propri parallelismi; assieme al rischio, tuttavia, c’è anche la grande opportunità per essere autenticamente comunità di Gesù, accogliente e inclusiva. Dinanzi a questi limiti Gesù sa che per il fatto che siamo umani, siamo portati a dividerci, a risentirci e a dimenticarci di Lui. È per questo che fra Lui e i discepoli (noi) piazza lo Spirito Santo: “alitò su di loro …”. La fede è un dono. Dio lo fa a tutti. Per averla, assieme al Suo soffio, occorre anche inchinarsi, come Giovanni alla porta del Sepolcro, e accoglierla con la presenza nel Cenacolo. Con la fede non si anestetizzano le diversità ma le si conferisce un senso. Non girano a vuoto ma sono intercettate da Dio che si fa trovare (e va a trovare) da chiunque lo cerca con cuore sincero!