Primo Piano

Corridoi Umanitari Cei-S. Egidio: oggi arrivati 67 rifugiati

26 Aprile 2023 - Roma - Sono arrivati a Roma Fiumincin, provenienti da Addis Abeba, 67 rifugiati, dei quali 20 minori, dal Corno d'Africa. E'' il primo viaggio reso possibile dalla firma del terzo Protocollo d'intesa tra Conferenza Episcopale Italiana, Comunità di Sant'Egidioe Governo italiano, per l'apertura dei Corridoi umanitari dall'Etiopia. La maggior parte dei rifugiati arrivati oggi, di nazionalità eritrea e sud sudanese, troverà ospitalità a casa dei loro parenti già integrati in Italia,  in diverse regioni italiane: Lazio, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto. Quindi, avviati ad un percorso di integrazione: per gli adulti con l'apprendimento della lingua italiana e, una volta ottenuto lo status di rifugiato, l'inserimento nel mondo del lavoro. Per i bambini: da domani tutti a scuola.  

Incontro tra i Vescovi e Prefetti del Veneto: il punto della situazione sull’accoglienza dei migranti

26 Aprile 2023 - Roma - Nei giorni scorsi si è tenuto, presso il Palazzo Patriarcale di Venezia, un incontro a cui hanno partecipato il Patriarca di Venezia e Presidente della Conferenza Episcopale Triveneto mons. Francesco Moraglia, il Prefetto di Venezia Michele di Bari e, collegati in videoconferenza, i Vescovi delle Diocesi (o loro delegati) e i Prefetti del Veneto, allo scopo di fare il punto della situazione sull'accoglienza dei migranti nella Regione Veneto nel solco delle proficue iniziative che, nel tempo, sia i Vescovi che i Prefetti hanno promosso nel territorio regionale. I Vescovi hanno ricordato l'impegno e lo sforzo che quotidianamente le Diocesi del Veneto mettono in campo per venire incontro alle esigenze dei migranti. In particolare il Patriarca Moraglia ha confermato la disponibilità alla collaborazione nelle attività di individuazione di nuove strutture per l'ospitalità temporanea dei migranti. I Prefetti, nel ringraziare i Vescovi delle rispettive Diocesi, hanno fatto presente che la collaborazione istituzionale, che è diventata negli anni sempre più stringente, ha consentito di perseguire significativi risultati anche sul piano dell'integrazione dei migranti, facendo presente che la nota sensibilità dei Presuli concorre a rafforzare il sistema di accoglienza. Il Prefetto di Venezia ha ringraziato il Patriarca e i Vescovi per la disponibilità e l'impegno profuso anche per assicurare un’accoglienza diffusa nel territorio nel rispetto della tutela della dignità delle persone e delle comunità locali.  

Viminale: da inizio anno sbarcate 38.988 persone migranti sulle coste italiane

26 Aprile 2023 -
Roma - Sono 38.988 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane dall'inizio dell'anno. Di questi 5.810 sono di nazionalità ivoriana (15%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Guinea (4.454, 11%), Egitto (4.405, 11%), Pakistan (3.848, 10%), Tunisia (2.867, 7%), Bangladesh (2.666, 7%), Siria (2.182, 6%), Camerun (1.617, 4%), Mali (1.081, 3%), Burkina Faso (1.060, 3%) a cui si aggiungono 8.998 persone (23%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato aggiornato questa mattina dal ministero degli Interni.

A Padova il 25° raduno nazionale degli immigrati srilankesi in Italia

26 Aprile 2023 - Padova - Si svolgerà il primo maggio prossimo il venticinquesimo raduno nazionale degli immigrati cattolici dello Sri Lanka in Italia presso la Basilica di Sant’Antonio da Padova. Ogni anno infatti decine di migliaia di immigrati dello Sri Lanka cattolici e non, fanno visita in pellegrinaggio presso la tomba del santo molto amato e venerato in patria. Sant’Antonio. La Santa Messa sarà celebrata da Mons. Neville Joe Perera, coordinatore nazionale Migrantes per la pastorale degli immigrati srilankesi in Italia assieme ai vari cappellani che servono le oltre 25 comunità srilankesi sparse per tutta Italia. Come ogni primo maggio, si festeggerà San Giuseppe lavoratore e allo stesso momento si renderà onore a Sant’Antonio ringraziandolo per tutte le grazie ricevute.  

Consiglio d’Europa: respingimento migranti tra i temi in discussione

26 Aprile 2023 -
Strasburgo -  Il mancato rispetto degli obblighi internazionali sui diritti umani di richiedenti asilo, rifugiati e migranti in Europa sono tra le preoccupazioni del Consiglio d'Europa. È quanto emerge dalla relazione annuale della commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović che sulle politiche migratorie e di asilo evidenzia che “i respingimenti, il rifiuto di soccorrere imbarcazioni in difficoltà, le condizioni e i trattamenti disumani sono le caratteristiche comuni di un approccio alla migrazione sproporzionatamente incentrato sulla sicurezza, che mette in pericolo vite umane. Invece di continuare su questa strada, gli Stati membri dovrebbero concentrarsi sull’offrire rotte sicure e legali, sull’assistenza umanitaria lungo le rotte migratorie e sulla ricerca e il salvataggio in mare”, ha aggiunto.
(foto SIR/Marco Calvarese)
 

Una nuova carovana di profughi sfida il Messico e punta verso Nord

26 Aprile 2023 - Milano - Hanno aspettato per giorni a Tapachula, alla frontiera sud del Messico, un visto umanitario per attraversare il Paese, che non è mai arrivato. Poi, all’alba domenica, hanno impacchettato le poche cose, caricato bottiglie d’acqua e i bambini più piccoli sulle spalle, e si sono messi in marcia, verso la basilica di Nostra Signora di Guadalupe, a Città del Messico, sfidando il presidente Andrés Manuel López Obradór e la polizia nazionale a fermarli. La nuova carovana di oltre tremila migranti in marcia col suo carico di disperazione esige non solo libero transito per raggiungere la frontiera con gli Stati Uniti. Reclama giustizia per i 40 migranti morti un mese fa nel rogo del centro di detenzione di Ciudad Juarez, frontiera nord, sotto gli sguardi degli agenti, che non li hanno liberati perché potessero salvarsi. «Mancano all’appello 40 migranti morti, che non avevano fatto nulla», denuncia l’attivista Irineo Mujica, direttore dell’Ong Pueblos sin fronteras, alla testa della fiumana. «El Estado los mató», «lo Stato li ha uccisi», le scritte sui cartelli inalberati assieme ad alcune croci in quella che hanno ribattezzato la «Via Crucis migrante». «Dove sono, dove sono, i 40 dove sono?» gli slogan scanditi ai megafoni. Provengono in gran parte da Honduras, da Salvador, Cuba, Haiti, Nicaragua, da una quindicina di Paesi del centrosud America. Alcuni, dopo aver attraversato vari Stati, sono rimasti bloccati per mesi a Tapachula, in Chiapas, alla frontiera col Guatemala, dal 2019 epicentro della crisi umanitaria. Dall’avvio del programma governativo «Quédate en México», «Resta in Messico», che in teoria apre le porte alle richieste di status di rifugiati, nella pratica - denunciano le Ong di diritti umani – avalla la politica di ritenzione, mantenendo intrappolate in interminabili iter burocratici decine di migliaia di persone. «Tapachula è un carcere a cielo aperto», denuncia Pueblos sin Fronteras, che con migliaia di famiglie rivendica con la Via Crucis la chiusura dei centri di detenzione di massa di irregolari e l’eliminazione dell’Instituto Nacional de Migración (Inami). I “camminanti” reclamano di accelerare l’iter per i visti umanitari, per raggiungere liberamente la frontiera nord del Messico con gli Usa, l’obiettivo finale dal quale li separano oltre 1.100 chilometri. (Paola Del Vecchio)      

Adele si è presa cura di Alina: “Aprire casa, il primo passo”

26 Aprile 2023 -

Roma - «Come tante altre persone, sono stata costretta a lasciare l’Ucraina e la mia vita è stata improvvisamente stravolta: avevo difficoltà a concentrarmi su me stessa, sullo studio e sulla ricerca di un lavoro. Ma qui a Roma Adele mi ha accolta ed è stata da subito come una nonna per me. La cucina è il nostro spazio per incontrarci e stare insieme, guardiamo la tv, anche le telenovelas, chiacchieriamo o semplicemente restiamo vicine, in silenzio. Ora mi sento più stabile e avere qualcuno vicino fa bene sia a me che ad Adele, ma credo faccia bene a tutti». Alina, giovane studentessa ucraina, non nasconde la commozione mentre racconta così il suo incontro e ora la convivenza con Adele, una delle centinaia di persone che hanno risposto con entusiasmo all’Albo delle famiglie accoglienti di Roma Capitale, partito esattamente un anno fa, con Refugees Welcome Italia in qualità di ente attuatore, e che ora sta diventando un modello da seguire anche per tante altre città europee.

Oltre alla toccante testimonianza di Alina, anche i numeri sono dalla parte di questa iniziativa: circa 1.000 cittadini romani hanno già dato la loro disponibilità ad accogliere alcune delle 170mila persone che sono scappate dall’Ucraina a causa della guerra, anche se ora si vuole estendere l’iniziativa anche a persone di altre nazionalità.

Fino al 31 dicembre scorso, il totale delle convivenze attivate grazie allo strumento dell’Albo delle famiglie accoglienti di Roma è stato di 91, per un totale di 163 persone ospitate, di cui 53 minori. Dopo aver dato la disponibilità ad accogliere, infatti, ci sono altri necessari passaggi da compiere, come spiega Fabiana Musicco, presidente di Refugees Welcome Italia: «Ogni famiglia è stata accuratamente profilata per valutarne l’idoneità all’accoglienza. Sono stati analizzati gli elementi di adeguatezza dell’abitazione all’accoglienza, ma anche la verifica della corrispondenza delle aspettative, e della comprensione di cosa significhi un’accoglienza interculturale. Con il tempo abbiamo sviluppato una metodologia di lavoro che si fonda sulla mobilitazione della società civile. Le persone rifugiate e migranti delle cosiddette comunità accolte e la comunità accogliente, rappresentata dalle volontarie e dai volontari, dalle attiviste e dagli attivisti, oltre che dallo staff, si incontrano e danno vita a un’unica comunità, basata sull’incontro delle differenze. Una metodologia che prevede un accompagnamento costante nel tempo da parte degli attivisti e del team di Refugees Welcome».

Per quanto riguarda ancora più da vicino l‘esperienza lungo l’asse Roma/Ucraina «ci siamo confrontati – aggiunge Musicco - con numeri inediti, ma soprattutto con nuove sfide dell'accoglienza in famiglia, come l’inserimento di donne con minori, l’assenza di una lingua comune di comunicazione tra ospiti e famiglie accoglienti, l’assenza di un progetto individuale finalizzato ad una permanenza a Roma di medio o lungo periodo e le vulnerabilità specifiche dovute a sindromi da stress post-traumatico e danni psico-fisici estremamente recenti. Una complessità tale che è stata possibile gestire grazie al sostegno di alcuni donatori come Unicef International e al progetto di accoglienza diffusa promosso dalla Protezione Civile. Ci auguriamo per il futuro di costruire partenariati sempre più forti che ci daranno la possibilità di attivare sempre più accoglienze». Proprio come quella di Adele che, mentre suona il pianoforte, sua grande passione, e Alina la guarda con dolcezza nel salotto di casa, racconta che «ci siamo prese subito e adesso siamo proprio come nonna e nipote, ci vogliamo molto bene. La presenza di Alina mi dà serenità e mi sta insegnando che abbiamo bisogno degli altri». (Igor Traboni - Avvenire)

La parrocchia italiana di Washington

24 Aprile 2023 - Milano - Martedì 25 aprile - su radio Mater, alle ore 18.50 - nella rubrica «Gli italiani nel mondo. E la Chiesa con loro» interverrà Maria Marigliano, membro dello staff della chiesa del S. Rosario, riferimento per la comunità degli italiani a Washington. L’edificio è stato consacrato il 29 aprile 1923. Tra qualche giorno si ricorderà quindi il centenario. Anche se la parrocchia italiana è stata eretta canonicamente già nel 1913. Al suo fianco è attivo un centro socio-culturale denominato «Casa Italiana di Washington». Un ritrovo prevalentemente per i connazionali. Ma aperto anche ad attività del territorio. Sono più di 20 milioni gli statunitensi che dichiarano di avere ascendenze italiane. Il 25 aprile si celebra, poi, l’anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo per opera dei partigiani. In questa operazione storica, tanta parte ebbero le Forze Alleate, tra cui spiccano gli Stati Uniti. In quella terra molti italiani trovarono rifugio durante il Secondo conflitto mondiale. Figli di italoamericani, inoltre, combatterono nell’esercito statunitense sul fronte italiano. Ideata e condotta da Massimo Pavanello, sacerdote della diocesi di Milano, la trasmissione - con la consulenza di Migrantes - presenta la realtà delle Missioni cattoliche italiane e va in onda l’ultimo martedì di ogni mese.

Srilankesi in Italia: al Santuario della Vergine della Rivelazione il ricordo delle vittime degli attentati del 2019

21 Aprile 2023 - Roma - Anche quest’anno il 25 aprile la comunità cattolica dello Sri Lanka a Roma celebrerà la festa della Vergine della Rivelazione presso il santuario mariano a a Roma. Durante la Santa Messa il ricordo  delle 262  vittime degli attentati terroristici della Domenica di Pasqua in Sri Lanka avvenuti 2019. “Pregate il Rosario chiedendo giustizia per le tante vittime” è l'invito di mons. Neville Perera, coordinatore nazionale per la pastorale degli immigrati cattolici srilankesi in Italia che presiederà la liturgia affiancato dal Direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. "Noi siamo pronti a perdonare ma vogliamo sapere chi perdonare”, spiega il sacerdote aggiungendo che "la corte suprema ha infatti di recente condannato l’ex presidente Sirisena, l’ex capo della polizia e l’ex segretario della difesa per negligenza e a risarcire i familiari delle vittime ma non sono stati fatti i nomi di coloro che hanno pianificato questi attacchi".  Alla liturgia centinaia di srilankesi che vivono e lavorano a Roma e che "ringrazieranno la Vergine della Rivelazione per le tante grazie ricevute". I srilankesi in Italia si ritroveranno a Padova, il prossimo 1 maggio, per il 25 rauno nazionale. A guidare il pellegrinaggio mons. Neville Perera. (R.Iaria)    

Scoprire l’Ucraina attraverso il circo

21 Aprile 2023 - Roma - Open Circus, progetto sostenuto dal Ministero Italiano della Cultura, propone un ricco programma di attività dedicate alla scoperta della cultura ucraina, realizzato in collaborazione con un gruppo acrobatico proveniente da questo paese. Ecco il calendario degli eventi, aperti a tutta la popolazione e a coloro che vogliono conoscere una forma di spettacolo antica di migliaia di anni e dialogare con performer d’altissimo livello che, oltre ad esibirsi per il pubblico, racconteranno la loro carriera e parleranno della situazione attuale dell’Ucraina. 25 Aprile, presso la sede di Open Circus a San Donà di Piave, incontro con la comunità ucraina locale in occasione del Giorno della Liberazione. Simbolicamente, lo spettacolo dal vivo unirà le persone nella celebrazione del potere dell’arte di costruire ponti abbattendo le barriere. 30 Aprile, presso l’Associazione L’Albero A Motore (Scuola di circo, teatro e clownerie) di Meolo, workshop tenuto dal gruppo di acrobati ucraini per i bambini e i ragazzi del territorio, che impareranno le tecniche di base di questa disciplina. Una dimostrazione concreta della capacità del circo di far crescere le persone e di farle collaborare in gruppo. 1 Maggio, presso il CEDAC e l’Accademia d’Arte Circense di Verona, in occasione della Festa del Lavoro, una serie di incontri tesi a dimostrare il valore sociale dell’arte circense. Coordinato dal Professor Alessandro Serena (Università degli Studi di Milano), andrà in scena uno spettacolo/conferenza che tra esibizioni degli artisti ucraini e storytelling racconterà l’epopea del circo affiancandola alla storia dei suoi protagonisti moderni: acrobati professionisti che grazie alla loro professionalità stanno tenendo alto nel mondo il nome del loro paese. 5 Maggio, incontro con il Presidente dell’Ente Nazionale Circhi Antonio Buccioni che incontra il gruppo di acrobati ucraini per sancire la vicinanza del mondo dello spettacolo popolare tricolore a quello di Kiev. Una nuova testimonianza del fatto che il circo è da sempre un linguaggio multiculturale, aperto e inclusivo.      

Mcl: a Stoccarda celebrati i 50 anni di vita e di impegno tra gli italiani all’estero

21 Aprile 2023 - Stoccarda – “Il Movimento Cristiano Lavoratori nasce nel 1973, l'anno dopo che l'Italia da Paese di emigrazione è diventato Paese di immigrazione, con il dimezzamento nel 1980 degli emigranti” Lo ha detto mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, intervenendo al convegno per i 50 anni di storia di Mcl svoltosi in Germania nei giorni scorsi. Mcl “nei prossimi 50 anni dovrà lavorare perché l'Europa – ha aggiunto mons. Perego - diventi veramente una casa comune, diventi l'Europa della solidarietà, superando barriere e contrapposizioni, spazio dove la partecipazione dei giovani possa esprimersi coniugando identità e cittadinanza. La qualità ecclesiale e sociale del Movimento cristiano lavoratori, sempre pervasa da una visione popolare ed europeista, passerà dalla scelta della fraternità, non solo come principio ma come realtà su cui strutturare la vita sociale, economica e politica”.

Migrantes Trento: sabato riprende la Messa per i migranti

20 Aprile 2023 - Trento - Riprende la celebrazione della s. Messa animata dalla Consulta Migrantes della diocesi di Trento. Sabato, 22 aprile, infatti, presso la Chiesa della Santissima Trinità si svolgerà una celebrazine con i migranti della diocesi. La celebrzione - si legge in una nota della Migrantes diocesnaa - ricorda a coloro che vi prendono parte che "le diversità sono elementi di ricchezza per un mondo pieno di fraternità. Non si usano lingue e ritmi diversi per il gusto dell’esotico, ma perché oggi la Chiesa è anche questo, un popolo composito nelle sue lingue e culture. Un popolo in cui nessuno è ospite ma siamo tutti fratelli, parte integrante della comunità ecclesiale".      

Migrantes Reggio Emilia-Guastalla: “Voci di speranza” il 30 aprile

20 Aprile 2023 -

Reggio Emilia - Voice of Hope (Voci di Speranza) è un coro che unisce vocalità di diverse nazioni: Nigeria, Ghana e Ucraina – ma non si esclude di ampliare il progetto in futuro. La base è il coro Gospel, ma c'è una componente di vocalità lirica e popolare. Questo progetto unisce le voci, le speranze e le preghiere non solo dei migranti per lavoro, per motivi politici e dei rifugiati dai luoghi martoriati dalle guerre, ma anche tutte le nostre voci, speranze e preghiere, perché solo se tutti ricerchiamo la pace, cooperiamo per il bene dell'altro, abbattiamo gli egoismi e gli interessi personali e territoriali e perseguiamo l’equità economica, riusciremo ad avere un mondo pacificato, dove tutti possiamo vivere in comunione tra noi e con Dio. Il primo concerto del coro, che si terrà il 30 Aprile, vuole essere un canto di speranza. Speranza che possano cessare le morti nel nostro mare, perché - spiega la Migrantes di Reggio Emilia-Guastalla - quanti cercano la vita per sé e per i propri figli non trovino, invece, la morte. Speranza in un mondo più accogliente verso chi chiede aiuto. Un inno alla pace per tutti quei popoli che oggi subiscono l'aggressione di un altro popolo o del proprio governo. Voice of Hope vuole essere, infine, una preghiera al Padre perché ascolti il grido di dolore dei propri figli, prima di tutto dei più poveri. L'appuntamento per il concerto è il 30 Aprile alle 18:30 presso la Chiesa San Francesco di Paola a Reggio Emilia, "per unire le vostre voci alle nostre voci, le vostre preghiere alle nostre preghiere".

Migrantes: oggi a Trento la presentazione del Diritto Asilo

20 Aprile 2023 - Trento - Sarà prsentato oggi all'Università di Trento l'edizione 2022 del rapporto Asilo della Fondazione Migrantes. A prsentarlo Mariacristina Molfetta della Fondazione Migrantes, Gianfranco Schiavone di ASGI, don Cristiano Bettega, dell'Area testimonianza e impegno sociale della Diocesi di Trento e Stefano Canestrini, coordinatore del Centro Astalli di Trento. Guardando ai numeri, alla fine dello scorso giugno, nel pieno della crisi umanitaria ucraina, erano poco meno di 296 mila i rifugiati in Italia - cinque persone ogni mille abitanti, mentre alla stessa data in Francia erano 613 mila e in Germania addirittura 2.235.000. Suddiviso in quattro parti, il rapporto indaga il mondo delle migrazioni forzate, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, attraverso le sezioni "Dal mondo con lo sguardo rivolto all'Europa", "Tra l'Europa e l'Italia", "Guardando all'Italia" oltre a un "Approfondimento teologico".

Potrebbero superare quota 50.000 le richieste di asilo degli haitiani in Messico

20 Aprile 2023 - Roma - Joines Exil ha 23 anni e alle sue spalle ha lasciato un Paese devastato da anni di instabilità politica, economica e sociale, oltre che di sanguinose violenze di bande criminali, devastanti terremoti e mortali epidemie: Haiti. Da tempo il giovane si trova a Cittá del Messico, dopo otto anni trascorsi in Cile, da dove è andato via a febbraio perché - spiega alla Reuters - l'inflazione gli ha lasciato meno soldi da mandare a casa. Joines è tra le migliaia di migranti che si riversano in Messico, con l'obiettivo di passare la frontiera con gli Stati Uniti. Le richieste di asilo degli haitiani in Messico sono aumentate quest'anno e potrebbero raggiungere un record di oltre 50.000, ha riferito Andrés Ramírez, responsabile della Commissione per l'assistenza ai rifugiati. Nei primi tre mesi dell'anno, ha aggiunto, 13.631 haitiani hanno presentato domanda per lo status di rifugiato, tenendo presente che nell'intero 2022 le richieste erano state poco più di 17.000. Ramírez ha stimato che «se la tendenza attuale dovesse continuare supererebbe sicuramente il livello raggiunto nel 2021», quando era stato registrato il record di 52.000 istanze. Secondo le testimonianze, molti migranti iniziano anche a contemplare un futuro in Messico piuttosto che negli Stati Uniti, per un inasprimento dei controlli alle frontiere. Nei giorni scorsi i funzionari di Cittá del Messico hanno trasferito circa 400 haitiani da un campo informale sorto in una piazza della capitale a un nuovo centro di accoglienza in periferia, nel quartiere di Tláhuac . Lì si trova Joines e, con lui, ci sono anche Kelly, Mikelange, Cristina. Volti e storie diverse, accomunati dall'incertezza, loro malgrado, della direzione da intraprendere domani.

Vangelo Migrante: III domenica di Pasqua | Vangelo (Lc 24,13-35)

20 Aprile 2023 - Il fatto pasquale è tutta la fede del cristiano, si perpetua per tutta la vita e si alimenta nella celebrazione domenicale. Come per un bambino sono vitali i primi mesi di vita, così per il cristiano lo sono i giorni della Resurrezione. Il Vangelo di questa domenica ci mette sui passi di due personaggi conosciuti come i discepoli di Emmaus. Una vicenda lunga nel racconto e profonda nel messaggio. Nella pagina secondo Luca emerge un aspetto tanto semplice quanto fondamentale: il cammino intrapreso dai due protagonisti. Sono due discepoli, della cerchia degli apostoli, che camminano in direzione opposta e contraria a Gerusalemme. Vanno via stanchi e delusi dopo la morte di Gesù. Anche loro sono tornati a sperimentare che la strada della vita è fatta più di normalità che di eccezionalità e le loro aspettative, con quel profeta “potente in opere e parole”, sono andate deluse. A volte il cammino verso la meta e quello verso la fuga coincidono. Accadde ai discepoli allora. Può accadere anche a noi, oggi. Camminano e parlano ma nei loro discorsi non risuona il nome di Gesù. Si parla di Lui senza parlare con Lui. E la differenza c’è e si nota. Parlano di fatti accaduti ma solo dal loro punto di vista: opinioni, impressioni, emozioni. È solo alla presenza di Gesù che come un forestiero sopraggiunge e affianca il loro cammino, che accantonano le emozioni e si fanno attenti all’ascolto. Non senza aver ricevuto uno strattone: “stolti!”, li apostrofa Gesù, fermando i loro discorsi di pessimismo cosmico e senza uscita! La presenza di Gesù non è solo una bella spiegazione di qualcosa. Egli è presenza viva che accende i cuori: da spenti, li fa ardere e attiva una serie di capacità di comprensione che mettono il cuore in grado di conoscere e riconoscere in quel compagno di viaggio, la presenza di Dio-con-loro. Questo incontro genera una gioia personale e non per sentito dire; diventa esperienza coinvolgente e chiede di essere raccontata anche ad altri. È contagiosa. E come prima cosa, essi invertono la direzione e tornano a Gerusalemme per rendere testimonianza di quello che hanno veduto. Ripartono da dove hanno incontrato il Signore e tornano a Lui per annunciarlo da una centralità che è Lui e non loro né la loro casa. La missione della Chiesa partirà da Gerusalemme e sarà ancorata al fatto Pasquale e non ad opinioni personali; e queste, se ci sono, saranno valide solo se saranno piene della presenza che le ha irradiate! Anche oggi, ascoltare, accogliere e servire un forestiero, mentre siamo in cammino, non è un fatto di opinione ma è una forte luce Pasquale. Che può essere decisiva! (p. Gaetano Saracino)  

Al cuore della verità

19 Aprile 2023 - Roma - Manca poco più di un mese alla celebrazione della 57ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (21 maggio 2023). Il messaggio di Papa Francesco – Parlare col cuore. «Secondo verità nella carità» (Ef 4,15) – oltre che accompagnare il lavoro di progettazione e preparazione delle diverse iniziative nei territori, diventa istanza per un grande lavorio interiore: chi sono io? In questa opera, che tocca le corde esistenziali, la parola si trasforma in responsabilità alla cordialità, a dare centralità al cuore. Non si possono accogliere e custodire gli altri se prima non si accoglie e si custodisce se stessi. In questa prospettiva, giornalisti e operatori dei media legano la tensione della «verità nella carità» al rispetto dell’etica professionale che spetta a qualsiasi organo informativo. L’esclusività della verità diviene anche esortazione a un vero senso critico nel leggere e notiziare i problemi e i drammi della storia; monito a evidenziare realisticamente gli elementi di positività, a dare un’anima alle notizie, evitando di fermarsi alla superficie della pura descrizione della cronaca. Un bel piano editoriale! (Vincenzo Corrado)

Mons. Savino: Migranti: “perplessità su stato di emergenza e protezione speciale”

19 Aprile 2023 - Salerno - “Ho delle perplessità, come cittadino e come vescovo, quando sento parlare di stato di emergenza e di togliere la protezione speciale. Penso che sia importante il confronto per cercare di trovare le soluzioni alle questioni delle politiche migratorie, mettendo da parte pregiudizi e approcci ideologici”. Lo afferma oggi al Sir mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente Cei, nel giorno in cui al Senato è prevista la votazione sul cosiddetto “decreto Cutro” sui migranti. Mons. Savino parla a margine del 43° Convegno nazionale delle Caritas diocesane in corso a Salerno. In assemblea aveva ribadito, poco prima, che “la Chiesa italiana non può  essere come una foglia di fico rispetto a certe politiche inadeguate. Vogliamo attivare processi di cambiamento”. Il riferimento è alle questioni povertà e immigrazione. Mai come in questo momento complesso e complicato, camminando insieme, possiamo raggiungere maggiori risultati per il bene comune”.  “Sono convinto che possiamo far sì che l’immigrazione da problema diventi una risorsa – ribadisce -, soprattutto quando leggo che un maggior numero di immigrati può abbassare il debito pubblico e quando sento che la Confindustria e gli imprenditori, dati alla mano, chiedono maggiori risorse”. Allora, prosegue, “mettiamo da parte pregiudizi e certi slogan. Evitiamo di essere sempre in campagna elettorale per seguire molto spesso atteggiamenti populisti o qualche prurito di pancia. Sapendo però che il tema dell’immigrazione non è di facile soluzione”. Da qui l’appello “alle politiche europee e nazionali. Noi come Chiesa siamo disponibili al confronto anche se finora facciamo fatica ad essere ascoltati. Poi è chiaro che la politica deve fare le proprie scelte. Io valuterò il tutto dalle decisioni che prenderanno”. Nei giorni della tragedia di Cutro mons. Savino era stato sul posto a nome della Cei e anche oggi rinnova il suo invito a “non ragionare per partito preso, per slogan o precomprensioni ideologiche o perché dobbiamo rispondere a certi pseudo-desideri della gente, nel rispetto di chi la pensa diversamente da noi. Penso che in un tavolo serio di confronto su povertà e immigrazione possiamo portare a scelte politiche e istituzionali più rispettose”. Anche perché, citando Aldo Moro, “la democrazia cresce nella misura in cui c’è un rapporto equilibrato tra diritti e doveri” mentre “spesso ho l’impressione che certi diritti vengano quotidianamente alienati”, come ad esempio “il diritto di migrare”. “A scuola abbiamo studiato che i popoli sono l’insieme dell’incrocio di popoli diversi – ricorda -. Il tema non è di facile soluzione, non possiamo certo dire ‘tutti gli immigrati da noi’. Ecco perché l’Europa se c’è deve battere un colpo su queste questioni. Sono convinto che la grande opportunità democratica consiste nel fare dei fratelli immigrati una risorsa più che un problema. Sulla questione dell’immigrazione ci giochiamo sia una civiltà dell’amore sia una democrazia più matura”.

Eurostat: Germania e Polonia i Paesi che hanno accolto più rifugiati dall’Ucraina

19 Aprile 2023 - Roma - Al 28 febbraio 2023, dice l'ufficio europeo di statistica Eurostat, il numero totale di ucraini beneficiari di protezione temporanea nei paesi dell'Ue era più alto in Germania (1.000.530) e Polonia (989.080). Il flusso dalla terra invasa dalla Russia continua: a febbraio, è ancora la Germania ad aver concesso il maggior numero riconoscimenti di protezione temporanea (25.125); di questi, 7.725 erano minori di 18 anni (cioè il 31%); il secondo Paese per numeri di protezione concesse è stata ancora la Polonia (24.905 concesse, di cui 6.070, cioè il 24% a minori), dalla Repubblica Ceca (9.775) e dalla Romania (7.920). C'è stata però una diminuzione di richieste in questi Paesi: Polonia, -3 540 rispetto a gennaio 2023, Germania -3 080, Repubblica Ceca -2.630 e Romania -1.035. Per contro ci sono stati incrementi, seppur lievi in Irlanda (+540) e Finlandia (+520). In termini di proporzione rispetto alla popolazione di ciascun Stato membro dell'Ue, il rapporto più alto di cittadini accolti per mille persone (sempre relativamente a febbraio 2023) è stato registrato a Cipro (1,1) e nella Repubblica Ceca (0,9). Quanto all'Italia, a febbraio sono state 440 le nuove protezioni rilasciate; a gennaio erano state 915, 2.915 a dicembre 2022. In totale, in Italia, sono state 148.060 le persone scappate dall'Ucraina a cui è stata riconosciuta la protezione temporanea.

Consiglio d’Europa: presentati esperienze e “strumenti pratici per aiutare i giovani migranti e rifugiati nella transizione verso l’età adulta”

19 Aprile 2023 - Strasburgo -  Il Consiglio d'Europa ha lanciato una serie di strumenti pratici "volti ad aiutare i giovani migranti e rifugiati nella loro transizione verso l'età adulta", con il sostegno della Presidenza islandese del Comitato dei ministri e la partecipazione del ministro islandese dell'istruzione e bambini, Ásmundur Einar Daðason. Durante un evento di lancio internazionale presso il Centro giovanile europeo, intitolato "Turning 18 with Confidence: Supporting Migrant and Refugee Children in transition to Adulthood" - riferisce il Sir -  il ministro Daðason ha sottolineato che, sebbene "normalmente definiamo l'infanzia fino all'età di 18 anni, è della massima importanza che noi, come governi, continuiamo il nostro sostegno oltre quell'età, rafforzando i nostri sistemi nella cooperazione con i giovani stessi. Non c'è transizione magica che avviene al 18° compleanno di una persona, i giovani sono ancora le stesse persone del giorno prima. Pertanto, dobbiamo assicurarci che la sensibilità a questo fatto sia parte integrante del modo in cui i governi pensano, agiscono e stabiliscono le priorità". La rappresentante speciale del Segretario generale per la migrazione e i rifugiati, Leyla Kayacik, ha riconosciuto la resilienza dei giovani e ha ribadito l'impegno del Consiglio d'Europa a sostenerli nella loro transizione verso l'età adulta. "Il loro benessere e il successo dell'inclusione sono fondamentali per la coesione delle società ospitanti e meritano un'attenzione speciale", ha affermato. Il lancio - spiega un comunicato emesso a Strasburgo - ha "riunito più di un centinaio di partecipanti, che hanno scambiato esperienze, tratto ispirazione da buone pratiche e strumenti e migliorato le loro conoscenze e capacità per aiutare i bambini migranti e rifugiati nel loro percorso verso l'età adulta".