Primo Piano

Cei: “tutte le attività ecclesiali tornino a essere vissute nelle modalità consuete”

17 Maggio 2023 - “Accogliendo la comunicazione dell’Oms, segnaliamo che tutte le attività ecclesiali, liturgiche, pie devozioni, possono tornare a essere vissute nelle modalità consuete precedenti all’emergenza sanitaria. Resta salva la possibilità per i vescovi diocesani di disporre o suggerire alcune norme prudenziali come l’igienizzazione delle mani prima della distribuzione della Comunione o l’uso della mascherina per la visita ai malati fragili, anziani o immunodepressi”. Lo scrive la Presidenza della Cei in una lettera indirizzata ai vescovi italiani dopo l’annuncio dell’Organizzazione mondiale della sanità sulla fine dell’emergenza sanitaria pubblica per il Covid-19. Richiamando il “tempo difficile in cui le nostre comunità cristiane sono state prossime con la preghiera e le opere di carità a chi ha sofferto la malattia e le conseguenze della difficile fase economica” ed esprimendo “sentimenti di gratitudine per il personale sanitario che con dedizione e mettendo a rischio la propria vita si è preso cura dei numerosi ricoverati a causa del Covid-19 e per tutti coloro che, in qualsiasi maniera, hanno dato il loro contributo per alleviare i disagi e affrontare la crisi”, la Presidenza della Cei ricorda anche “le tante persone che hanno perso la vita, tra cui centinaia di sacerdoti che hanno contratto l’infezione adoperandosi per il proprio ministero”. Infine, l’appello affinché “cessino, o quantomeno siano diminuite nel loro numero, le celebrazioni trasmesse in streaming”. Le attività presso strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali seguiranno invece le norme proprie dei luoghi in cui si svolgono.

8X1000: cos’è e come funziona

17 Maggio 2023 -

Milano - È il «per» a farci capire bene cosa vuol dire «otto per mille». Scegliere di firmare per indicare la destinazione dell’8xmille, infatti, è un singolo semplice gesto che si moltiplica per migliaia di volte e che supera pregiudizi, abbatte barriere, genera un bene difficilmente misurabile, sulla solidarietà costruisce un futuro diverso per tantissime persone. Ne ha la certezza chi decide di destinare questa parte dell’Irpef alla Chiesa cattolica, come testimoniano le tante storie di speranza che arrivano dal territorio, dove l’8xmille sostiene progetti che vanno dalle mense, ai centri di ascolto, dalle case di accoglienza, fino al sostegno ai disoccupati, alle vittime dell’usura, agli immigrati, agli emarginati, agli anziani abbandonati. Senza contare il bene compiuto ogni giorno dai circa 32mila preti, che vivono nelle e per le comunità. E poi tutto l’impegno per conservare, custodire e valorizzare il preziosissimo patrimonio storico, culturale e artistico legato alla vita della Chiesa.

Ma cos’è l’8xmille? Da dove viene? Come funziona la scelta? Davvero non costa nulla? Sono tutte domande legittime, spesso date per scontate, ma la cui comprensione è fondamentale per poterne cogliere tutta l’importanza.

Prima di tutto va chiarito che l’8xmille non è una “tassa” in più ma è una quota (esattamente otto millesimi) dell’imposta sui redditi delle persone fisiche (a tutti noto con il nome di Irpef), che lo Stato distribuisce, in base alle scelte effettuate dai contribuenti. Chi firma, quindi, non paga nulla in più, anzi, di fatto beneficia “a costo zero” della ricaduta della propria stessa scelta. Ciò che l’8xmille alla Chiesa cattolica genera, infatti, va a vantaggio di tutti, perché, per dirla con parole semplici, rende migliore e più umana la società in cui viviamo. Per conoscere come  gettare uno sguardo ai progetti realizzati grazie a questi fondi, basta dare un occhio al sito dell’8xmille alla Chiesa cattolica (www.8xmille.it), che riporta tutto il rendiconto dell’utilizzo dei soldi e dà voce ai tanti protagonisti dei numerosi piccoli grandi “miracoli” realizzati quotidianamente.

Come scegliere quindi?

L’8xmille viene legato nell’immaginario alla dichiarazione dei redditi, in realtà anche chi non è obbligato alla presentazione della dichiarazione, pur percependo un reddito, può firmare. Ecco perché far conoscere il meccanismo e i frutti dell’8xmille è importante: se quelli che presentano la dichiarazione dei redditi, infatti, si trovano quasi automaticamente davanti lo spazio per la scelta della destinazione dell’8xmille (e per chi fa da sé la precompilata è lo stesso sistema a segnalare la richiesta di compilare anche la parte relativa all’8xmille), chi non presenta dichiarazione deve fare un piccolo gesto che nasce da un’attenzione volontaria aggiuntiva. Il meccanismo di distribuzione poi di fatto trasforma la firma in un referendum. Lo Stato, infatti, distribuisce tutto l’8xmille di tutte le imposte sul reddito delle persone fisiche raccolte in un anno e le quote vengono decise in base alle firme di chi ha espresso una scelta. Insomma è importante firmare, perché altrimenti si lascerà semplicemente che siano gli altri a scegliere per noi e per la nostra parte di 8xmille.

Infine, concretamente come fare?

Chi presenta dichiarazione dei redditi trova lo spazio per la firma nell’apposito modulo incluso nella dichiarazione stessa: un click per la precompilata sulla voce «Chiesa cattolica». Chi è esonerato dalla dichiarazione perché ha, ad esempio, solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, può utilizzare l’apposita scheda allegata al Modello Cu (Certificazione unica): la stessa scheda con la quale si può scegliere la destinazione del 5xmille e del 2xmille (che non sono alternativi tra loro e possono essere indicati assieme alla scelta per l’8xmille). Nel riquadro relativo alla scelta per l’8xmille basta apporre la firma nella casella «Chiesa cattolica », facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta. Infine è necessario firmare anche nello spazio «Firma» posto in basso nella scheda. La scheda va consegnata entro il 30 novembre in una busta chiusa, che deve recare cognome, nome, codice fiscale del contribuente e la dicitura «Scelta per la destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef» a qualsiasi ufficio postale (il servizio è gratuito), a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (Caf o commercialista). Gli intermediari devono rilasciare una ricevuta e possono chiedere un corrispettivo per il servizio. Inoltre, la scheda può essere presentata, sempre entro il 30 novembre, direttamente dal contribuente avvalendosi del servizio telematico dell’Agenzia delle entrate. (Matteo Liut)

Vangelo Migrante: Ascensione del Signore |Vangelo (Mt 28, 16-20)

17 Maggio 2023 -   Nella versione dell’evangelista Matteo non viene raccontata la ‘scena’ dell’Ascensione ma il suo senso. Si parla di un passaggio dalla terra al cielo che riguarda Gesù. Con l’Ascensione è stata aperta una via di collegamento; una via che non potrà più essere chiusa. Non vi è più una separazione insanabile tra il mondo dell’uomo e il mondo di Dio: Gesù stesso è la Via che rimette in collegamento i due mondi, la Porta attraverso la quale l’umanità può ritornare nel giardino di Dio. Una via è costruita per essere percorsa. Per questo Gesù lascia una mandato: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli”. Ciò che è stato dato di comprendere e di vivere ai discepoli, non può essere tenuto solo per loro: il comando di Gesù è chiaro ed esorta ad andare ovunque per dire a tutti la verità di questa via che ormai è ‘la Via’ che dalla terra conduce a Dio. Il giorno dell’Ascensione di Gesù è anche il giorno dell’invio dei discepoli a tutti i popoli. Per questo in diverse diocesi questa è la domenica in cui si celebra anche la Festa dei Popoli: il giorno nel quale il Signore ritorna al Padre è l’inizio di un mondo nuovo. La Chiesa contempla e cammina: contempla il suo Signore che ascende, cammina piena di gioia raccontando agli uomini la salvezza di Dio. Il tutto, non a caso, avviene in Galilea, un luogo meticcio, abitato da uomini e donne di diverse culture e provenienze, non proprio ortodosso, secondo i canoni religiosi dettati a Gerusalemme; e, forse, non proprio scontato nemmeno ai nostri giorni. L’appuntamento, lo ha dato Gesù la mattina della Resurrezione. La convocazione attorno a Gesù la fa Gesù. I discepoli rispondono a quello che chiede Lui e fanno quello che chiede Lui. Questo è il ‘milieu’ umano e spirituale in cui uno sparuto gruppo di discepoli inizia quella missione che dura ancora oggi; ed è là che torniamo tutti quando, stanchi e sfiduciati, possiamo riascoltare la Sua voce: “ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. (p. G. Saracino)

Papa Francesco: troppi morti nel Mediterraneo

17 Maggio 2023 - Città del Vaticano -  "I viaggi in nave a quel tempo erano durissimi e pericolosi. Molti morivano in viaggio per naufragi o malattie. Oggi purtroppo muoiono perché noi li lasciamo morire nel Mediterraneo!". A dirlo, questa mattina, è stato papa Francesco durante l'udienza generale che ha voluto dedicare  alla figura di San Francesco Saverio, considerato "il più grande missionario dei tempi moderni", patrono delle missioni cattoliche. (R.I.)

I profughi e l’umanità negata dalla politica e dall’economia

17 Maggio 2023 - Milano - Sono mani che proteggono quelle di Alessandra Morelli, per anni responsabile Unhcr nelle zone dove i mutamenti del clima hanno provocato guerre, alimentato il terrorismo e generato esodi biblici. Somalia, Niger, prima ancora i Balcani al tempo della guerra e poi l'Afghanistan. Oggi è in pensione e gira l'Italia per raccontare ai giovani la sua esperienza. «Non riusciamo più a vedere l'umanità nelle persone che sbarcano a Lampedusa, di capire da cosa fuggono per salvare se stessi e i propri figli». Il progetto cui si sta dedicando è l’educazione delle nuove generazioni alla pace riscoprendo l'umano in politica, in economia e in diplomazia per trasformare le lance in aratri. «Si è creata un’alterità del profugo attraverso un linguaggio che nega l'umanità di chi arriva a chiederci protezione», fa eco il teologo Luciano Manicardi. Per il monaco di Bose la lettura dei commenti di giubilo sui social dopo naufragi o tragedie del mare è la prova della rimozione dell’umano da parte di quella cultura che predica di alzare muri. «E che nega l'insegnamento evangelico e ha bisogno di nemici e di scarti». Perciò per Manicardi è venuto il tempo di tornare a parlare ai giovani della grammatica dell'umano. (P.Lamb.- Avvenire)  

Inculturazione liturgica: oggi convegno all’Urbaniana

17 Maggio 2023 - Roma - “Inculturazione liturgica: dai fondamenti alle esperienze in atto (1963-2023)”. Sarà questo il tema di una giornata di studio che si svolgerà oggi  alla Pontificia Università Urbaniana promossa dalle facoltà di teologia e di missiologia con la collaborazione del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Il 4 dicembre 1963 veniva promulgata la Costituzione liturgica Sacrosanctum concilium, primo frutto del Concilio Vaticano II. Tra le novità – spiegano i promotori - una "considerevole apertura alle culture dei popoli, prevedendo che nella liturgia “si lasci posto alle legittime diversità e ai legittimi adattamenti ai vari gruppi etnici, regioni, popoli, soprattutto nelle missioni”". Nel 1994 l’Istruzione Varietates legitimae, superando il concetto di “adattamento”, parlerà di “inculturazione liturgica” indicando "un duplice scambio: tra la Chiesa che annuncia il Vangelo e le comunità locali che lo accolgono; queste ultime, a loro volta, arricchiscono la Chiesa stessa con le proprie culture, tradizioni, segni, simboli, celebrando nel rito la propria fede". La Giornata di oggi intende approfondire il tema della inculturazione liturgica a 60 anni dalla promulgazione della Sacrosanctum concilium partendo da un approccio antropologico e teologico di base, che occuperà la prima parte della mattinata. Nella seconda parte ci si soffermerà sul vero senso e significato della inculturazione liturgica, proponendo anche alcune esperienze o tentativi in atto e ponendo in evidenza "l’imprescindibile rapporto tra liturgia e cultura". (Raffaele Iaria)

Inail: nel 2021 oltre 102 mila infortuni a stranieri (+3,1%)

16 Maggio 2023 -
Roma - In controtendenza rispetto al calo complessivo dell'1,4%, nel 2021 le denunce di infortunio dei lavoratori stranieri in Italia sono aumentate del 3,1% rispetto all'anno precedente, da 99.545 a 102.658. Oltre il 78% ha riguardato i lavoratori non comunitari (+8,4% rispetto al 2017) e la quota rimanente quelli dell'Unione europea (-13%). Sono alcuni dei dati contenuti nel nuovo numero del periodico 'Dati Inail', curato dalla Consulenza statistico attuariale Inail, e dedicato all'analisi dell'andamento infortunistico e tecnopatico dei lavoratori stranieri. Prendendo in considerazione il quinquennio 2017-2021, emerge che gli infortuni denunciati dei nati all’estero, sia per il genere maschile che femminile, stanno ritornando ai livelli ante pandemia. Gli uomini, che nel 2020 avevano avuto una flessione del numero di denunce dovuto anche alla chiusura di molte attività produttive, con gli oltre 73mila casi del 2021 hanno infatti quasi raggiunto il dato del triennio precedente (75mila). Le donne, impiegate prevalentemente in alcuni settori come la sanità, l’assistenza e la cura delle persone, nel 2020 hanno invece registrato un incremento del numero di denunce a causa dei contagi da Covid-19 di origine professionale, mentre l’anno successivo, con poco più di 29mila denunce, sono tornate in linea con il triennio 2017-2019. Oltre la metà delle denunce (53%) riguarda i lavoratori delle attività manifatturiere, della sanità, del trasporto e magazzinaggio e delle costruzioni, mentre le professioni più coinvolte sono quelle dei facchini, dei conduttori di mezzi pesanti, dei muratori in pietra e mattoni, del personale addetto all’imballaggio e al magazzino e dei manovali nell’edilizia civile, che complessivamente raggiungono un terzo del totale dei casi denunciati, percentuale nettamente più alta di quella che si riscontra per gli italiani occupati nelle stesse mansioni (12,6%). Tra le donne straniere, quasi la metà delle infortunate (47%) sono impiegate nell’ambito sanitario, nell’assistenza personale, nei servizi di pulizia ed esercizi commerciali e come collaboratrici domestiche. Le comunità più colpite sono quelle rumena, albanese e marocchina, con il 36% delle denunce del 2021. Per quanto riguarda le malattie professionali, sul totale di oltre 55mila denunciate nel 2021 quelle dei lavoratori stranieri sono 4.136 casi, pari al 7,5% del totale e in aumento del 31,6% rispetto alle 3.142 dell’anno precedente. Due terzi (2.712) sono state denunciate da lavoratori di genere maschile e il 69% (2.852 casi) da lavoratori extra Ue, in particolare albanesi (655), marocchini (382) e svizzeri (330). La percentuale di incremento delle patologie denunciate dagli stranieri nel biennio 2020-2021 risulta più elevata per i non comunitari (+35,3%, da 2.108 a 2.852), rispetto a quella dei comunitari, che registrano un +24,2% (da 1.034 a 1.284). Tra i settori di attività economica, al netto dei casi indeterminati, il 37,3% dei casi dei lavoratori stranieri si concentra nel settore manifatturiero, soprattutto alimentare e della fabbricazione dei prodotti in metallo, e il 23,6% nelle costruzioni. La maggior parte delle denunce (77,7%) ha riguardato le malattie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, che insieme a quelle del sistema nervoso e dell’orecchio raggiungono complessivamente il 95,1% del totale, senza particolari differenze tra lavoratori comunitari ed extra Ue.

Usa-Messico: Clamor (rete ecclesiale continentale), “dopo fine del Titolo 42 si annunciano leggi ancora più restrittive sui migranti”

16 Maggio 2023 -
Roma - L’11 maggio scorso ha terminato la sua vigenza il Titolo 42, legge di salute pubblica promulgata dal Governo statunitense, utilizzata durante la pandemia per respingere tutti i migranti, compresi coloro che avevano diritto alla protezione internazionale. La rete ecclesiale continentale Clamor, l’organismo attraverso il quale la Chiesa latinoamericana si occupa di migranti, rifugiati e vittime di tratta, esprime, in una nota, il timore che dopo la fine di questa legge “lo Stato americano attuerà altre misure per frenare la pressione migratoria”, cosa che in realtà sta già accadendo. A questo proposito, Elvy Monzant, segretario esecutivo di Clamor, avverte che “tra le nuove misure si sta valutando il Titolo 8. Questa norma prevede l’arresto, il perseguimento e l’eventuale espulsione accelerata di chi tenta di entrare illegalmente, con un divieto di rientro negli Stati Uniti per cinque anni e un procedimento penale per i recidivi”. Oltre a questa possibilità, la SB 1718, approvata dallo Stato della Florida il 10 maggio 2023, vieta agli immigrati privi di documenti di lavorare, il che “innescherà reti di traffico e sfruttamento”. Monzant sottolinea che questa legge, già firmata dal governatore della Florida, Ron DeSantis, “è penalizzante rispetto alle quattro parole di Papa Francesco: l’accoglienza, la protezione, la promozione e l’integrazione dei migranti in situazioni legali incerte”. Intanto, denuncia il segretario esecutivo dal sito del Celam, “il volume di persone provenienti dall’America Latina, dai Caraibi e da altri continenti che cercano di entrare negli Stati Uniti in cerca di protezione e di opportunità per una vita dignitosa sta superando le capacità degli agenti indipendenti e dei programmi di aiuto umanitario dello Stato”. Da qui, l’invito ad analizzare “le cause di queste crisi ed emergenze, che sono molto complesse e richiedono un impegno politico per stabilire ampi dialoghi e azioni incisive per garantire alle persone condizioni di vita, protezione e libertà, affinché possano esercitare con dignità sia il loro diritto a non migrare sia il loro diritto a migrare”.  

A Roma in mostra gli scatti dei bambini da Siria e Kenya

16 Maggio 2023 -
Roma - La Biblioteca Europea, Still I Rise e il Goethe-Institut Roma presentano la mostra "Through Our Eyes - Attraverso i nostri occhi". Una macchina fotografica usa e getta in mano ai bambini dell'hotspot di Samos, del campo sfollati di Ad-Dana, nel Nord Ovest della Siria, e dello slam Mathare a Nairobi, diventa una potente forma espressiva per raccontare migrazione, guerra e povertà attraverso lo sguardo di chi vive direttamente queste situazioni. Il progetto fotografico, avviato nel 2019, ha coinvolto 156 minori dai 9 ai 17 anni, tutti studenti e studentesse delle scuole di emergenza e delle scuole internazionali dell'organizzazione non profit internazionale Still I Rise. L'inaugurazione, come informa l'ong in una nota, si terrà giovedì 18 maggio alle ore 18, presso l'Auditorium del Goethe Institut di Roma: sarà l'occasione per approfondire i temi della migrazione grazie agli interventi di esperti e alle testimonianze di chi in prima persona lavora ogni giorno per garantire la sicurezza e la protezione dei minori profughi. Interverranno Giulia Cicoli, direttrice advocacy di Still I Rise, Alessandra Fabbretti, giornalista Agenzia Dire, e Soumaila Diawara, attivista per i diritti umani e scrittore. Modera Vanessa Cappella, responsabile ufficio stampa Still I Rise. La mostra - organizzata da Biblioteca Europea, Goethe Institut e Still I Rise - rimarrà aperta dal 18 maggio al 18 luglio 2023. (DIRE)

Spettacolo Viaggiante: messa al luna park di Carpi con mons. Castellucci

15 Maggio 2023 - Carpi - Ieri mattina, nonostante la pioggia torrenziale, il luna park di Carpi ha ospitato la celebrazione eucaristica che di fatto ha inaugurato il programma della festa del Patrono edizione 2023, un appuntamento che si rinnova ogni anno grazie all’impegno della commissione Migrantes diocesana animata dal diacono Stefano Croci. A fare gli onori di casa a nome di tutti i giostrai e delle loro famiglie Eros Degli Innocenti che ha ringraziato l'arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, mons.  Erio Castellucci, l’amministrazione comunale rappresentata dall’assessore Andrea Artioli e Edoardo Patriarca per la presenza. Nell’introdurre la celebrazione mons. Castellucci ha ricordato il valore del ritrovarsi insieme davanti al Signore in questa occasione per ringraziare in particolare per il 50° anniversario di matrimonio di Eros e Marzia Degli Innocenti e per il dono delle nostre mamme. Commentando poi il brano evangelico mons. Castellucci si è soffermato sul rapporto tra l’amore e il comandamento, due situazioni che sembrano in contrasto ma in realtà “Gesù insegna che l’amore non si esaurisce in un sentimento spontaneo ma amare è sempre una decisione, richiede anche la volontà” specie quando si attraversano momenti di crisi e di difficoltà nelle relazioni.

Germania: Renovabis apre campagna di Pentecoste per lavoratori immigrati da Paesi dell’Europa orientale

15 Maggio 2023 -
Roma - L’organizzazione umanitaria cattolica per l’Europa orientale, Renovabis, ha aperto la sua campagna nazionale di Pentecoste con una messa sulla nave museo “Wal” a Bremerhaven. Renovabis richiama l’attenzione sulle condizioni dei lavoratori migranti. Per la Pentecoste, l’organizzazione umanitaria chiede donazioni in tutte le celebrazioni a livello nazionale. Nell’omelia il vescovo di Hildesheim, mons. Heiner Wilmer, ha fatto riferimento alle condizioni di vita, spesso pessime, dei lavoratori dell’Europa orientale in Germania. C’è sfruttamento e grande ingiustizia nell’industria della carne, nei macelli, in agricoltura, nel taglio degli asparagi, tra il personale infermieristico privato o tra i camionisti di lunga distanza, ha affermato. “I cristiani devono garantire che la situazione degli immigrati migliori”: attraverso riforme politiche nella legislazione, ma anche attraverso salari equi e migliori condizioni di lavoro. “Si tratta di giustizia. Si tratta di dignità. Si tratta di speranza”, ha detto Wilmer. L’amministratore delegato di Renovabis, don Thomas Schwartz, aveva precedentemente sottolineato, alla agenzia cattolica tedesca Kna, gli effetti della migrazione di manodopera sui Paesi di origine: “Non deve accadere che Paesi come l’Albania e il Kosovo sostengano i costi della formazione e che poi la forza lavoro vada a vantaggio solo dei Paesi occidentali, economicamente forti”. In Germania Renovabis sta lavorando per garantire che i lavoratori immigrati siano pagati in modo equo e trattati con umanità.

Spettacolo viaggiante: ieri Festa della mamma al luna park di Ostia

15 Maggio 2023 - Roma - Al Luna Park di Ostia ieri una giornata di festa. L’occasione è stata la festa della mamma con la benedizione delle mamme e delle donne in attesa. Insieme ai giostrai e circensi, agli operatori dello spettacolo che vivono stabilmente al luna park o che lì lavorano si è celebrata una liturgia eucaristica concelebrata dal direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. All’interno del Lunapark è collocata l’immagine statuaria di Maria Madre di Dio quale raffigurazione più bella di una Vita che si apre e viene a cambiare il mondo intero. Al luna park, insieme alle famiglie dello spettacolo viaggiante vivono anche, in un piccolo camper, alcune religiose delle Piccole Sorelle di Gesù. Qualche anno fa papa Francesco, in visita a Ostia, ha voluto visitare il luna park e fermarsi con loro. La festa della mamma nel luna Park di Ostia, su iniziativa della parrocchia Regina Pacis, è diventata anche la festa dei giostrai e dei circensi. “Infatti il Lunapark e il circo ricordano la gioia per le piccole cose, un sorriso nella semplicità", ha detto il parroco, don Giovanni Patanè, che ha presieduto la liturgia. (R.I.)

Missionari in Italia: una grande ricchezza da conoscere

15 Maggio 2023 - Bologna - Nella mattinata di sabato 29 aprile si è tenuto il primo incontro per i sacerdoti, i religiosi e le religiose di origine straniera, attualmente attivi nella diocesi di Bologna, che ha coinvolto una trentina di persone. L'iniziativa è venuta congiuntamente dagli uffici diocesani per la vita consacrata e Migrantes, che hanno percepito un'aspettativa presente tra quanti operano attualmente a Bologna. È intervenuto per un saluto a nome dell'Arcivescovo il vicario generale monsignor Stefano Ottani: «La presenza di preti, religiosi, ma anche di qualche laico, provenienti da tutto il mondo è certamente una grande ricchezza, che però dev'essere prima di tutto conosciuta e riconosciuta. Abbiamo tante cose da dire ma anche tante cose da imparare. Mi auguro che questa giornata sia la prima di una serie di incontri e di conoscenza e progressivo scambio di doni tra le nostre Chiese». È stato provvidenziale il fatto che l'incontro sia avvenuto alla vigilia della Giornata Mondiale delle Vocazioni, perché è stato anche un momento di condivisione fraterna nella pluralità delle vocazioni: non solo paesi diversi di origine, ma anche diocesi, istituti, congregazioni diverse, diversi i carismi, i servizi a cui sono chiamati, le motivazioni che li hanno portati attualmente a Bologna. Tanta voglia di raccontarsi, di condividere, ma anche di offrire consigli, offrire prospettive; Suor Alba, originaria di Kerala in India, ci racconta: «È stato molto bello, infatti stavo pensando come mai non ci sia mai stata occasione di incontrarsi nella giornata missionaria, quando ricordiamo solo chi parte dall'Italia e non chi arriva. Io mi sento molto missionaria, per me significa portare Gesù a tutti, è anche una ri-evangelizzazione a chi solo pensa di conoscerlo». Anche la comunità del seminario ha percepito l'importanza dell'incontro, con la presenza del seminarista Riccardo Ventriglia insieme ad un compagno di origine iraniana, che si prepara al sacerdozio. Suor Virginia Isingrini, partendo dal racconto delle sue difficoltà di inserimento in Messico, ha raccontato: «Io vorrei invitare chi in qualche modo potesse essere considerato marginale ad avere più coraggio, ad inserirsi di più nella realtà e a provocare quelle cose che vorrebbe che così fossero, perché se ognuno si chiude nella propria nicchia, aspettando queste grandi conversioni, non succederanno mai». Tante le testimonianze come quella di suor Deogratias, originaria della Tanzania che ammettono l'esistenza di sfide ma che non si fanno scoraggiare: «Bisogna affrontare le difficoltà e poi si trova la strada giusta». È stato bello vedere fratelli e sorelle di diocesi e congregazioni diverse scoprirsi connazionali: tanti scambi di numeri di telefono, la creazione di una rete che offre prospettive inedite di collaborazione e di sostegno reciproco nella missione. (don Andrea Caniato - Migrantes Bologna)  

La festa dei Popoli a Roma

15 Maggio 2023 - Roma - Torna la Festa dei Popoli nella diocesi di Roma e, come lo scorso anno, sarà celebrata a livello di prefettura. Sabato 20 e domenica 21 maggio, solennità dell'Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo, dunque, in tante parrocchie della diocesi le Messe saranno animate da canti in diverse lingue e le comunità etniche saranno protagoniste. "Nella sua lettera enciclica Fratelli tutti, Papa Francesco sin dalle prime righe mette in risalto l'esigenza evangelica, ripresa da san Francesco d'Assisi, di una fraternità che permetta di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona, al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo dove si è nati o si abiti", riflette il vescovo Riccardo Lamba, delegato diocesano per la Chiesa ospitale e "in uscita". "Da anni nella Chiesa di Roma - prosegue - si sono sviluppate diverse iniziative che hanno promosso l'accoglienza e la progressiva integrazione nelle nostre comunità parrocchiali di decine di migliaia di migranti, provenienti da tutti i continenti, alla ricerca di condizioni di vita più sicure e più dignitose per sé e per i propri familiari, garantendo loro anche adeguata cura pastorale. Tra queste iniziative c'è la Festa dei popoli, inizialmente celebrata a livello diocesano e dall'anno scorso proposta a livello di prefetture, per favorire in modo più capillare la conoscenza e la valorizzazione delle diverse tradizioni etniche". L'invito è allora per quanti "nelle vostre comunità si prendono cura della pastorale dei migranti a partecipare in una delle parrocchie di prefettura a una delle Messe di orario con i membri delle comunità etniche presenti sul territorio, per esprimere visibilmente la comunione di fede e la fraterna accoglienza di questi nostri fratelli". Il desiderio è quello di "coinvolgere tutte le realtà di matrice etnica presenti sul territorio, dalle comunità religiose, specialmente quelle con carisma missionario, alle comunità etniche, ma anche e soprattutto la popolazione italiana", rimarca don Pietro Guerini, direttore dell'Ufficio Migrantes della diocesi di Roma. Con lo spirito proprio della Festa dei popoli: "vivere in modo sereno, in un contesto di preghiera e condivisione, l'unità nella diversità". È quello che succederà, ad esempio, a Santa Maria degli Angeli, dove è parroco don Guerini. Nella basilica del centro storico, domenica prossima, ci saranno una ventina di vescovi ghanesi in visita ad limina. "Celebreremo insieme a loro la Messa delle 10.30 - anticipa il sacerdote - e parteciperà anche la comunità capoverdiana, quella rumena di rito latino, quella latinoamericana e quella venezuelana. La Messa sarà celebrata in più lingue e i canti saranno affidati alle diverse comunità presenti. Al termine, insieme ai vescovi africani, ci fermeremo per un momento conviviale". Il vescovo Lamba sarà invece a Nostra Signora del Suffragio e Sant'Agostino di Canterbury, alle 18.30, per la Festa dei popoli della XVI prefettura: dopo la Messa presieduta dal prefetto don Stefano Cascio, si terrà un aperitivo dai sapori internazionali, preparato dalla comunità filippina e dalle altre che vivono nel territorio. (Giulia Rocchi - Roma Sette)

Lo Spirito che è con noi

15 Maggio 2023 - Città del Vaticano - Il giorno dopo l’incontro con il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, accolto dal Papa all’ingresso dell’Aula Paolo VI in Vaticano, colloquio durato una quarantina di minuti e nel quale si è insistito sulla “necessità di continuare gli sforzi per raggiungere la pace”, il vescovo di Roma, al Regina caeli, torna a parlare di pace, e lo fa spostando la sua attenzione sulla Terra Santa. Ricorda che “in questi giorni abbiamo assistito di nuovo a scontri armati tra israeliani e palestinesi, nei quali hanno perso la vita persone innocenti, anche donne e bambini”. Francesco auspica che la tregua tra le parti “diventi stabile, che le armi tacciano, perché con le armi non si otterrà mai la sicurezza e la stabilità, ma al contrario si continuerà a distruggere anche ogni speranza di pace”. Come non leggere, in queste ultime parole, un ulteriore messaggio per la fine del conflitto ormai in atto da quindici mesi nel cuore dell’Europa, per chiedere al presidente ucraino e al leader del Cremlino di fermare la guerra. Nei suoi interventi Francesco ha sempre chiesto di attivare processi di dialogo per una pace duratura nel rispetto del diritto e della giustizia. In questa domenica festa della mamma, il Papa, nel ricordare con “gratitudine e affetto tutte le mamme”, si rivolge a Maria chiedendole “di alleviare le sofferenze della martoriata Ucraina e di tutte le nazioni ferite da guerre e violenze”. I testi di questa sesta domenica di Pasqua, siamo ancora nei discorsi di addio di Gesù nel corso dell’ultima cena, in qualche modo ci ripropongono attraverso il tema dell’amore, del Paraclito, “consolatore e avvocato”, che “non ci lascia soli mai, sta vicino a noi, come un avvocato che assiste l’imputato stando al suo fianco”, l’azione per la riconciliazione dei popoli, per la pace e per la giustizia. Non solo è con noi sempre “come un avvocato che assiste l’imputato stando al suo fianco, ma il Paraclito, ovvero lo Spirito, “ci suggerisce come difenderci di fronte a chi ci accusa”: ricorda, inoltre, Francesco che “il grande accusatore è sempre il diavolo che ti mette dentro i peccati, la voglia di peccato, la malvagità”. Lo Spirito Santo non ci abbandona mai, “non è un ospite di passaggio che viene a farci una visita di cortesia. È un compagno di vita, una presenza stabile, è Spirito e desidera dimorare nel nostro spirito”. Ancora, è paziente e “sta con noi anche quando cadiamo”, ricorda il vescovo di Roma, perché “ci ama davvero, non fa finta di volerci bene per poi lasciarci soli nelle difficoltà”. Amore che diventa gioia come scriveva Paolo VI nella sua Esortazione Gaudete in Domino: l’uomo “conosce la gioia, o la felicità spirituale quando la sua anima entra nel possesso di Dio, conosciuto e amato come il bene supremo e immutabile”. Lo Spirito Santo ci consola portandoci il perdono, ci corregge e “lo fa con gentilezza”. Certo è esigente, ricorda Francesco, “perché è un amico vero, fedele, che non nasconde nulla, che ci suggerisce cosa cambiare e come crescere. Ma quando ci corregge non ci umilia mai e non infonde mai sfiducia; al contrario, ci trasmette la certezza che con Dio ce la possiamo fare, sempre”. La seconda parola che il Papa sottolinea è avvocato. Lo Spirito Paraclito “ci difende di fronte a chi ci accusa: di fronte a noi stessi, quando non ci vogliamo bene e non ci perdoniamo, fino magari a dirci che siamo dei falliti e dei buoni a nulla; di fronte al mondo, che scarta chi non corrisponde ai suoi schemi e ai suoi modelli; di fronte al diavolo, che è per eccellenza l’accusatore e il divisore e fa di tutto per farci sentire incapaci e infelici”. Ci viene in soccorso lo Spirito Paraclito che ci ricorda “le parole del Vangelo, e così ci permette di rispondere al diavolo accusatore non con parole nostre, ma con le parole stesse del Signore. Soprattutto ci ricorda che Gesù parlava sempre del Padre che è nei cieli, ce lo ha fatto conoscere e ci ha rivelato il suo amore per noi, che siamo i suoi figli”. Invocare lo Spirito, afferma Francesco, significa “accogliere e ricordare la realtà più importante della vita”, ovvero che siamo “figli amati di Dio”. (Fabio Zavattaro - Sir)

Migrantes Reggio Calabria-Bova: domenica la Festa dei Popoli

12 Maggio 2023 - Reggio Calabria - Torna domenica 14 maggio, nella diocesi di Reggio Calabria-Bova,  la Festa dei Popoli. A promuoverla l'Ufficio Migrantes diocesano presso la parrocchia SS. Filippo e Giacomo in S. Agostino. “Sogniamo un mondo di pace”, lo slogan dell'evento che inizierà alle ore 15 con la messa multietnica. Seguiranno  spettacoli, musica e danze con gli stand multietnici e l’esposizione di manufatti e specialità gastronomiche.

Viminale: da inizio anno sbarcate 45.380 persone migranti sulle nostre coste

12 Maggio 2023 -
Roma -  Sono 45.380 le persone migranti sbarcate sulle coste italiane da inizio anno. Di questi  7.269 sono di nazionalità ivoriana (16%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Guinea (5.910, 13%), Egitto (4.597, 10%), Pakistan (3.915, 9%), Bangladesh (3.454, 8%), Tunisia (3.266, 7%), Siria (2.480, 6%), Camerun (1.927, 4%), Burkina Faso (1.910, 4%), Mali (1.434, 3%) a cui si aggiungono 9.209 persone (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.  Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.

Messico-Usa: migranti ammassati alla frontiera. Gesuiti e una settantina di organizzazioni, “serve lavoro congiunto tra gli Stati”

12 Maggio 2023 -
rOMA - È fortissimo l’impatto che le città messicane alla frontiera con gli Stati Uniti hanno dovuto subire negli ultimi giorni. Ieri, infatti, ha cessato di essere vigente il “Titolo 42”, il provvedimento preso dall’Amministrazione Trump e confermato inizialmente dall’Amministrazione Biden, che a causa dell’emergenza pandemica stabiliva di espellere i migranti irregolari che entravano nel Paese, a prescindere dal loro eventuale status di rifugiati. Una nuova legislazione torna a regolamentare le richieste di asilo, restringendone però i criteri. Negli ultimi giorni, perciò, in prossimità della cessazione del Titolo 42, una massa di migranti si è ammassata alle frontiere. Il Catholic relief services stima che alla frontiera messicana ci siano circa 55mila migranti, e a questi si aggiungono coloro che sono respinti dagli Usa. Una situazione che ha portato ieri il Servizio gesuita ai migranti dell’America Latina a lanciare un appello, che è stato sottoscritto da altre 65 organizzazioni (congregazioni religiose, ong, gruppi, associazioni) di tutto il Continente ed europee. “Le recenti decisioni degli Stati Uniti in merito alla cessazione del Titolo 42 (in vigore fino a giovedì 11 maggio 2023) e gli accordi con altri Paesi della regione stanno generando impatti importanti – si legge – che violano la garanzia dei diritti umani, in particolare il diritto di richiedere protezione internazionale. Queste decisioni colpiscono direttamente le persone e le comunità in situazioni di migrazione, rifugio e sfollamento forzato, poiché le circostanze che causano il loro spostamento aumentano e le politiche nazionali e regionali che tentano di gestire la migrazione la disumanizzano. Ciò che sta accadendo intorno alla finalizzazione del Titolo 42 è l’esempio più recente di tali politiche. Sulla base di queste politiche e del loro impatto nelle Americhe, le organizzazioni della società civile avvertono, attraverso il seguente comunicato, di alcune prevedibili implicazioni regionali di queste decisioni statali e governative”. La richiesta è quella di dare vita a “un lavoro congiunto e articolato con gli Stati per il recupero degli elevati standard della regione in termini di diritti umani e protezione internazionale, al fine di concordare risposte regionali incentrate su una migrazione informata, accompagnata e protetta, incentrata sulle persone e sui loro diritti”.

Mediterraneo: oltre 900 i migranti morti quest’anno

12 Maggio 2023 -
Roma - Da una parte, i dati: secondo l'Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), in questi primi mesi del 2023 sono già 938 le persone annegate nel Mediterraneo centrale, mentre tentavano i "viaggi della speranza" su fragili barchini. E si tratta di stime per difetto. Dall'altra parte, la politica: la Germania ha concordato misure più restrittive per frenare l'aumento dell'immigrazione irregolare. In un accordo siglato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e i capi delle 16 regioni del Paese, si prevede l'ammodernamento dei sistemi informatici per velocizzare l'iter delle domande di asilo, il che porterebbe ad accelerare le espulsioni. Esteso da 10 a 28 giorni, inoltre, il periodo massimo di detenzione per i migranti. Dibattito acceso anche nel Regno Unito: l'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha esortato il governo del premier Rishi Sunak a riconsiderare l'Illegal Migration Bill , definendolo «moralmente inaccettabile e politicamente impraticabile». Se adottato, infatti, questo progetto di legge sui migranti negherebbe il diritto di chiedere la protezione di rifugiati alle persone che arrivano irregolarmente nel Paese. La proposta prevede anche il trasferimento in Rwanda di una parte dei richiedenti asilo in attesa di risposta dal Regno Unito. Ma tra questi due poli, nel mezzo, ci sono i migranti. Anzi: le persone migranti, perché dietro questo aggettivo c'è sempre un essere umano, cosa che troppe volte si tende a dimenticare. (OR)

Migrantes: liberi di partire e liberi di vivere nella propria terra

11 Maggio 2023 - Roma - Il Messaggio di papa Francesco per la prossima Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che è stato presentato oggi, riafferma due diritti fondamentali, da sempre affermati nel Magistero sociale della Chiesa: il diritto di migrare e il diritto di vivere nella propria terra, sottolinea la Fondazione Migrantes. I due diritti si fondano sui principi della libertà e della destinazione universale dei beni che il Signore ha creato e destinato a tutta l’umanità. Entrambi questi diritti oggi sono a rischio. Il diritto di migrare viene fermato da muri che si alzano, da nazionalismi di ritorno, da legislazioni che indeboliscono il diritto di lasciare la propria terra di chi cerca un lavoro e un sostegno alla vita personale e familiare o fugge da guerre, disastri ambientali, dittature. Il diritto di rimanere nella propria terra è messo a rischio dalle numerose guerre e conflitti in atto, da forme nuove di colonialismo, dalla mancanza di pari opportunità di uomini e donne, dal grave sfruttamento. La Chiesa Italiana dal 2017 ha messo in campo alcune decine di milioni, provenienti dall’8 per mille per tutelare questi due diritti delle persone soprattutto in fuga dall’Africa, realizzando con Caritas Italiana, Migrantes, Missio e la collaborazione della FOCSIV e numerose ONG progetti di cooperazione allo sviluppo, ma anche canali di tutela dei viaggi soprattutto dei minori non accompagnati: un progetto dal titolo ‘liberi di partire, liberi di restare’, un segno importante nella debolezza della cooperazione allo sviluppo. Il Messaggio del Papa, con parole forti e puntuali, sostiene questo cammino intrapreso dalle Chiese in Italia e impegna la Fondazione Migrantes a sviluppare una cultura dell’incontro, della tutela e della promozione del mondo dei migranti, liberi di partire e liberi di vivere nella propria terra.