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8X1000: cos’è e come funziona
Milano - È il «per» a farci capire bene cosa vuol dire «otto per mille». Scegliere di firmare per indicare la destinazione dell’8xmille, infatti, è un singolo semplice gesto che si moltiplica per migliaia di volte e che supera pregiudizi, abbatte barriere, genera un bene difficilmente misurabile, sulla solidarietà costruisce un futuro diverso per tantissime persone. Ne ha la certezza chi decide di destinare questa parte dell’Irpef alla Chiesa cattolica, come testimoniano le tante storie di speranza che arrivano dal territorio, dove l’8xmille sostiene progetti che vanno dalle mense, ai centri di ascolto, dalle case di accoglienza, fino al sostegno ai disoccupati, alle vittime dell’usura, agli immigrati, agli emarginati, agli anziani abbandonati. Senza contare il bene compiuto ogni giorno dai circa 32mila preti, che vivono nelle e per le comunità. E poi tutto l’impegno per conservare, custodire e valorizzare il preziosissimo patrimonio storico, culturale e artistico legato alla vita della Chiesa.
Ma cos’è l’8xmille? Da dove viene? Come funziona la scelta? Davvero non costa nulla? Sono tutte domande legittime, spesso date per scontate, ma la cui comprensione è fondamentale per poterne cogliere tutta l’importanza.
Prima di tutto va chiarito che l’8xmille non è una “tassa” in più ma è una quota (esattamente otto millesimi) dell’imposta sui redditi delle persone fisiche (a tutti noto con il nome di Irpef), che lo Stato distribuisce, in base alle scelte effettuate dai contribuenti. Chi firma, quindi, non paga nulla in più, anzi, di fatto beneficia “a costo zero” della ricaduta della propria stessa scelta. Ciò che l’8xmille alla Chiesa cattolica genera, infatti, va a vantaggio di tutti, perché, per dirla con parole semplici, rende migliore e più umana la società in cui viviamo. Per conoscere come gettare uno sguardo ai progetti realizzati grazie a questi fondi, basta dare un occhio al sito dell’8xmille alla Chiesa cattolica (www.8xmille.it), che riporta tutto il rendiconto dell’utilizzo dei soldi e dà voce ai tanti protagonisti dei numerosi piccoli grandi “miracoli” realizzati quotidianamente.
Come scegliere quindi?
L’8xmille viene legato nell’immaginario alla dichiarazione dei redditi, in realtà anche chi non è obbligato alla presentazione della dichiarazione, pur percependo un reddito, può firmare. Ecco perché far conoscere il meccanismo e i frutti dell’8xmille è importante: se quelli che presentano la dichiarazione dei redditi, infatti, si trovano quasi automaticamente davanti lo spazio per la scelta della destinazione dell’8xmille (e per chi fa da sé la precompilata è lo stesso sistema a segnalare la richiesta di compilare anche la parte relativa all’8xmille), chi non presenta dichiarazione deve fare un piccolo gesto che nasce da un’attenzione volontaria aggiuntiva. Il meccanismo di distribuzione poi di fatto trasforma la firma in un referendum. Lo Stato, infatti, distribuisce tutto l’8xmille di tutte le imposte sul reddito delle persone fisiche raccolte in un anno e le quote vengono decise in base alle firme di chi ha espresso una scelta. Insomma è importante firmare, perché altrimenti si lascerà semplicemente che siano gli altri a scegliere per noi e per la nostra parte di 8xmille.
Infine, concretamente come fare?
Chi presenta dichiarazione dei redditi trova lo spazio per la firma nell’apposito modulo incluso nella dichiarazione stessa: un click per la precompilata sulla voce «Chiesa cattolica». Chi è esonerato dalla dichiarazione perché ha, ad esempio, solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati, può utilizzare l’apposita scheda allegata al Modello Cu (Certificazione unica): la stessa scheda con la quale si può scegliere la destinazione del 5xmille e del 2xmille (che non sono alternativi tra loro e possono essere indicati assieme alla scelta per l’8xmille). Nel riquadro relativo alla scelta per l’8xmille basta apporre la firma nella casella «Chiesa cattolica », facendo attenzione a non invadere le altre caselle per non annullare la scelta. Infine è necessario firmare anche nello spazio «Firma» posto in basso nella scheda. La scheda va consegnata entro il 30 novembre in una busta chiusa, che deve recare cognome, nome, codice fiscale del contribuente e la dicitura «Scelta per la destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef» a qualsiasi ufficio postale (il servizio è gratuito), a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (Caf o commercialista). Gli intermediari devono rilasciare una ricevuta e possono chiedere un corrispettivo per il servizio. Inoltre, la scheda può essere presentata, sempre entro il 30 novembre, direttamente dal contribuente avvalendosi del servizio telematico dell’Agenzia delle entrate. (Matteo Liut)
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