Primo Piano

Viminale: da inizio anno sbarcate 46.656 migranti sulle coste italaine

23 Maggio 2023 -
Roma - Sono 46.656 le persone migranti sbarcate sulle coste italine da inizio anno. Di questi 7.380 sono di nazionalità ivoriana (16%), sulla base di quanto dichiarato al momento dello sbarco; gli altri provengono da Guinea (5.996, 13%), Egitto (4.862, 10%), Bangladesh (4.519, 10%), Pakistan (4.018, 9%), Tunisia (3.300, 7%), Siria (2.663, 6%), Burkina Faso (2.015, 4%), Camerun (1.958, 4%), Mali (1.466, 3%) a cui si aggiungono 8.479 persone (18%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina. Sempre secondo i dati del Viminale fino ad oggi sono stati 5.238 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare.

Cei: mons. Palmieri eletto vice presidente per il Centro Italia

23 Maggio 2023 - Città del Vaticano - Mons. Gianpiero Palmieri, arcivescovo-Vescovo di Ascoli Piceno, è stato eletto vicepresidente della Cei per il Centro Italia. Ad eleggerlo i vescovi durente l'Assemblea Generale in corso nell'Aula del sinodo in Vaticano. Nato il 22 marzo 1966 a Taranto, mons. Palmieri ha frequentato l’Almo Collegio Capranica e ha conseguito la licenza in teologia dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana. Il suo servizio pastorale si è esplicato attraverso diversi ministeri. Dal 1º settembre 2017 al 31 agosto 2018 è stato responsabile del servizio  per la formazione permanente del clero della diocesi di Roma. Il 18 maggio 2018 papa Francesco lo ha nominato vescovo titolare di Idassa e ausiliare di Roma per il settore Est, incaricato anche per la formazione permanente del diaconato. Il 24 giugno seguente ha ricevuto l’ordinazione episcopale. È stato nominato anche delegato per la carità, per la pastorale dei migranti (Migrantes)  dei rom e incaricato del Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese. Il 19 settembre 2020 la nomina a vicegerente della diocesi di Roma e il 29 ottobre 2021 a quella di vescovo di Ascoli Piceno, con dignità personale di arcivescovo. A mons. Palmieri gli auguri di un proficuo lavoro. (R.I.)

La solidarietà con i rifugiati è un’azione di pace

23 Maggio 2023 - Città del Vaticano – “C’è una cultura di pace tra la gente da generare e fortificare. Tante volte l’informazione così complessa spinge all’indifferenza, a essere spettatori della guerra ridotta a gioco. La solidarietà con i rifugiati – quelli ucraini, ma non solo – è un’azione di pace. I conflitti si moltiplicano. Penso al Sudan e al suo dramma umanitario. In un mondo come il nostro non possiamo prescindere da una visione globale. Seguire le vicende dolorose dei Paesi lontani, con la preghiera e l’informazione, è una forma di carità. Del resto la cultura della pace è un capitolo decisivo della cultura della vita, che trae ispirazione dalla fede”. Lo ha detto questa mattina il card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana aprendo la seconda giornata dei lavori dell’assemblea dei vescovi italiani. Parlando del tema famiglia il porporato ha detto che la famiglia ha “una ricaduta diretta su un altro tema, che ormai si presenta come una drammatica tendenza negativa pluriennale: si tratta della crisi demografica". "E' tutto il Paese a soffrire una crisi - ha sottolineato - e questa ha a che vedere anche con l'accoglienza di migranti e la loro inevitabile integrazione nella nostra società. Accoglienza e natalità, ha ricordato Papa Francesco, non solo non si oppongono ma si completano e nascono dal desiderio di guardare al futuro". Secondo il presidnete della Cei "la questione demografica e tutte le questioni sociali meritano attenzione e politiche lungimiranti. È sbagliato contrapporre o separare valori etici e valori sociali: sono la stessa cultura della vita che sgorga dal Vangelo!". Papa Francesco, ha spiegato il card. Zuppi -  "ha ben chiarito come natalità e accoglienza siano nello stesso orizzonte di apertura al futuro: 'Non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia, ci rivelano quanta felicità c'è nella società'". Invece, "l'accoglienza della vita nascente si accompagna alle porte chiuse a rifugiati e migranti. È la triste società della paura". Per il presidente della Cei, "chiudere le porte a chi bussa è, alla fine, nella stessa logica di chi non fa spazio alla vita nella propria casa. Del resto abbiamo bisogno di migranti per vivere: li chiedono l'impresa, la famiglia, la società. Non seminiamo di ostacoli, con un'ombra punitiva, il loro percorso nel nostro Paese! C'è un livello di difficoltà burocratica che rende difficile il percorso d'inserimento, i ricongiungimenti familiari, il tempo lungo per ottenere i permessi di soggiorno, mentre si trascurano i riconoscimenti dei titoli di studio degli immigrati (che pure sono un valore per la nazione) o ancora si rimanda una decisione sullo ius culturae. Intanto la regolarizzazione del 2020 attende in parte di essere ancora espletata. Non è dare sicurezza, anzi – ha concòluso il card. Zuppi - esprime la nostra insicurezza". (Raffaele Iaria)  

Cei: papa Francesco regala ai vescovi un libro che racconta una storia vera di migrazione

23 Maggio 2023 - Città del Vaticano – Ad aprire ieri pomeriggio l’assemblea generale dei vescovi italiani in Vaticano è stato papa Francesco che ha dialogato con i presuli – con domande e risposte – su tanti temi di particolare attualità come quello dei migranti. Al termine il pontefice ha regalato loro il libro "Fratellino", edito da Feltrinelli. Si tratta di una storia vera: quella di  Ibrahima Balde, dalla Guinea ai Paesi Baschi. Un libro che ci porta in un altro mondo, con costumi, popoli, linguaggi e paesaggi diversi, che ci racconta una storia che pensiamo di conoscere ma che in realtà non riusciamo neanche a immaginare. È alla ricerca del fratello piccolo, partito con l'intenzione di raggiungere l'Europa e mai arrivatoci, che Ibrahima Balde lascia la Guinea, il lavoro di apprendista camionista, per intraprendere un viaggio che non aveva intenzione di fare, ma che è comune a migliaia di africani. Il romanzo è la cronaca, lucida ed essenziale, della vita di Ibrahima, da lui stesso raccontata, e trascritta dal poeta Amets Arzallus Antia. Una voce che ci fa conoscere, senza vittimismo ma in tutta la sua drammaticità, da chi l'ha vissuta in prima persona, cos'è la traversata del deserto, il traffico dei migranti, la prigionia, le torture, la polizia, il viaggio in mare, la morte. Una voce ferma, così chiara e profonda da diventare a tratti poetica, che ci racconta cosa significa conoscere la sete, la fame, la sofferenza. Esistono mille motivi e storie che portano una persona ad attraversare il Mediterraneo per cercare di raggiungere l'Europa. La disumanizzazione delle loro morti, espulsioni, vite illegali sembra necessaria per alimentare la nostra indifferenza. In realtà ognuna di queste vite è unica e pertanto universale e raccontarlo sottolinea proprio questo. (R.I.)

Cei: l’introduzione del card. Zuppi apre i lavori dell’Assemblea

23 Maggio 2023 - Roma - Dopo l'incontro di ieri con il Papa, oggi sarà l'introduzione del cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, ad aprire i lavori dell'Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. Sempre nella mattinata odierna i vescovi eleggeranno un vice presidente mentre nel pomeriggio si provvederà all'elezione dei rappresentanti della Cei alla XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi in programma dal 4 al 29 ottobre prossimi e poi, in un secondo periodo, nell'ottobre 2024. All'ordine del giorno anche una serie di adempimenti di carattere giuridicoamministrativo. La giornata di domani avrà invece al centro un focus sul tema principale dell'Assemblea - "In ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Passi verso il discernimento" -, quindi verrà dato spazio al confronto nei gruppi sinodali. L'attenzione a mettersi in ascolto di tutti e, in particolare, degli ultimi è esplicitata anche dalla scelta di consegnare ai vescovi una borsa "Made in carcere", realizzata con materiali di recupero: il segno concreto dell'impegno a offrire una seconda possibilità a persone in stato di detenzione e una nuova vita a tessuti e oggetti, all'insegna dell'inclusione sociale e della tutela dell'ambiente. Giovedì 25 maggio prima dell'incontro con il Papa in programma alle 11, il cardinale Zuppi alle 8.30 presiederà la concelebrazione eucaristica in San Pietro. Il 25 stesso e il 26 maggio, inoltre, all'Hotel Ergife si terrà l'assemblea nazionale dei referenti diocesani del Cammino sinodale.  

Mons. Baturi: “Papa ha sottolineato urgenza di nuovo slancio di evangelizzazione”

23 Maggio 2023 -

Roma - “È stato un incontro importante perché a contatto con i problemi del Paese e della Chiesa. Il Papa ha sottolineato l’urgenza di un nuovo slancio di evangelizzazione che passa attraverso una testimonianza credibile”. Lo ha detto il Segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi, in un’intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, commentando le parole di Papa Francesco durante l’apertura dell’Assemblea generale dei vescovi italiani.

“L’incontro – ha raccontato mons. Baturi - è iniziato prima del previsto ed è durato a lungo. Questo significa che c’è una familiarità che con il Papa diventa dialogo, possibilità di fare domande con risposte sempre puntuali”.

“I vescovi – ha spiegato mons. Baturi a Tv2000 - sono chiamati ad avere compassione dell’uomo, ad averne cura soprattutto nelle situazioni di difficoltà e bisogno. È stato un incontro che ci ha incoraggiati a proseguire su questa strada che trova nel cammino sinodale un alveo privilegiato di confronto e lavoro”.

“Il Papa – ha concluso mons. Baturi - ci ha regalato un libro molto significativo ‘Fratellino’ che racconta la storia di un’emigrazione particolarmente tormentata nelle terre della Libia. Ce lo ha regalato affinché tutti noi, con il cuore, possiamo sentire i bisogni degli uomini soprattutto di coloro che soffrono. Questa è stata la cifra dell’ incontro: un’esortazione ad imparare a sentire con il cuore i bisogni dell’uomo che grida e chiede aiuto”.

I cattolici cinesi d’Italia in preghiera a Prato davanti alla Sacra Cintola. Il messaggio della Migrantes

22 Maggio 2023 - Prato - La Sacra Cintola di Maria, simbolo religioso e civile della città di Prato, e la Madonna di Sheshan, patrona della Cina, hanno unito nella preghiera i cinesi cattolici d’Italia. Ieri mattina nella cattedrale di Santo Stefano il vescovo, mons. Giovanni Nerbini, ha prresieduto  l’ostensione straordinaria della preziosa reliquia mariana davanti a quattrocento fedeli di nazionalità cinese, arrivati nella città toscana per partecipare al raduno promosso in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina. "La conoscenza reciproca è fondamentale – ha detto mons. Nerbini – capire la cultura di un popolo, le sue abitudini, le sue tradizioni, che all’inizio possono sconcertare perché lontane e diverse dalle nostre, è fondamentale; perché solo attraverso la comprensione di ciò che di bello e di originale ogni etnia porta con sé, si può costruire il nostro futuro". A rappresentare l’amministrazione comunale di Prato era presente in cattedrale il vicesindaco Simone Faggi: "una iniziativa del genere aiuta a creare connessioni e la Chiesa cattolica pratese sta facendo un lavoro straordinario all’interno del Macrolotto zero, dove vive la maggior parte della popolazione cinese residente in città. Solo lavorando insieme, nella quotidianità, si possono creare quelle occasioni che rendono un gruppo di persone una comunità". L’ostensione è stata "straordinaria" perché la Sacra Cintola, che per la tradizione è appartenuta a Maria, viene mostrata soltanto cinque volte all’anno, secondo un calendario codificato da secoli. In determinate occasioni, e in accordo con il Comune, proprietario della reliquia insieme alla Diocesi, è possibile estrarre la reliquia dallo scrigno dove è custodita da secoli per mostrarla alla venerazione dei fedeli. L’ultima volta è stata nel 2020, durante la pandemia da Covid, per invocare la protezione della Madonna sulla città. Al termine della preghiera mariana, e dopo la tradizionale foto di rito davanti al sagrato della cattedrale, i partecipanti al raduno si sono mossi in processione recitando il rosario in cinese e in italiano. Un lungo serpentone colorato, aperto da un gruppo di donne in abiti tradizionali che si muovevano al ritmo di tamburi, è partito da piazza Duomo ed è arrivato a piedi fino alla parrocchia dell’Ascensione al Pino, nella periferia ovest della città, sede della comunità cattolica cinese di Prato e centro delle iniziative di questa due giorni di festa. Qui da oltre vent’anni i parrocchiani pratesi e quelli di nazionalità cinese convivono e lavorano insieme creando uno scambio non solo culturale, ma anche nella vita di fede. A testimonianza di questa unione c’è il grande impegno profuso dalla parrocchia nell’organizzazione dell’evento: c’è chi ha curato l’accoglienza, chi ha allestito il salone per il grande pranzo finale e chi, in particolare le parrocchiane, hanno preparato i dolci per tutti i partecipanti. La mattinata si è chiusa con una messa presieduta dal vescovo mons. Nerbini e concelebrata da oltre sessanta sacerdoti, in gran parte cinesi. Le preghiere e le invocazioni sono state recitate in italiano e in cinese.  Per il Comune di Prato era presente l’assessore Gabriele Bosi. "Questa per noi è una grandissima occasione per mostrare a tutti la vita cristiana della comunità cattolica di Prato – dichiara don Pietro Wang, cappellano della comunità pratese – farsi vedere, ribadire una presenza può essere occasione di evangelizzare e di ribadire la nostra volontà di vivere in fraternità con tutti, italiani e cinesi". In Italia sono presenti dieci comunità cattoliche cinesi, le più numerose sono quelle di Milano, Roma, Napoli e Prato, dove risiede la comunità orientale più popolosa d’Italia. In totale sono circa ottocento fedeli, "un numero piccolo di persone che però vivono la propria fede con grande speranza", sottolinea don Paolo Kong, cappellano della comunità di Napoli e coordinatore di tutte le comunità cinesi italiane. In un messaggio il direttore generale della Fondazione Migrantes., mons. Pierpaolo Felicolo, ha ringraziato il presule aretino per avere accolto l’invito ad ospitare e presenziare la liturgia per questo "importante appuntamento che vede riunita la comunità cinese in Italia. Come Direttore dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Roma e oggi come Direttore Generale della Fondazione Migrantes - ha scritto mons. Felicolo- ho avuto occasione di incontrare le vostre comunità attive e ricche di fede che vivono nel nostro Paese ricevendo ogni volta la conferma della vostra grande Fede e pensando al dono della vostra presenza in Italia. Una piccola comunità cattolica ma significativa seguita da 20 sacerdoti e 35 religiose ai quali va il nostro grazie per il lavoro che svolgono e per mantenere viva la fede dei connazionali". Un messaggio è giunto anche dal card. Pietro Parolini, segretario di Stato vaticano.La giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, che cade il 24 maggio, è stata istituita da Benedetto XVI nel 2007, per invocare l’unità dei cristiani e lo sviluppo della fede nel paese del Dragone. La ricorrenza si tiene in tutto il mondo e in Italia viene celebrata ogni anno in una città diversa, nel 2022 si è tenuta a Milano e questa volta a Prato, dove già era stata festeggiata undici anni fa. (R.I.)  

Cei: da oggi l’Assemblea generale

22 Maggio 2023 - Città del Vaticano - Da oggi al 25 maggio si terrà in Vaticano, presso l’Aula del Sinodo, la 77ª Assemblea generale della CEI che si aprirà e si concluderà con due interventi di Papa Francesco: lunedì 22, infatti, è in programma l’incontro riservato con i Vescovi e giovedì 25 quello aperto ai referenti del Cammino sinodale.  (Aula Paolo VI). Martedì 23, alle ore 9:00, il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, aprirà i lavori con la sua Introduzione. In mattinata i Vescovi eleggeranno un Vice Presidente della CEI, mentre nel pomeriggio si provvederà all’elezione dei rappresentanti della CEI alla XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi . All’ordine del giorno anche una serie di adempimenti di carattere giuridico-amministrativo. La giornata di mercoledì 24 sarà dedicata a un focus sul tema principale dell’Assemblea – “In ascolto di ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Passi verso il discernimento” – e al confronto nei gruppi sinodali. L’attenzione a mettersi in ascolto di tutti e, in particolare, degli ultimi è esplicitata anche dalla scelta di consegnare ai Vescovi una borsa “Made in Carcere”, realizzata con materiali di recupero: il segno concreto dell’impegno a offrire una seconda possibilità a persone in stato di detenzione e una nuova vita a tessuti e oggetti, all’insegna dell’inclusione sociale e della tutela dell’ambiente. Giovedì 25, prima dell’incontro con papa Francesco il card. Zuppi presiederà la Celebrazione Eucaristica nella Basilica di San Pietro. Il 25 e 26 maggio, si svolgerà, infine, l’assemblea nazionale dei referenti diocesani del Cammino sinodale.

Il cielo è già un po’ nostro

22 Maggio 2023 -
Città del Vaticano - Andare, partire, fare. Verbi di movimento che troviamo negli Atti degli apostoli e nel Vangelo di Marco, in questa domenica nella quale la Chiesa ricorda l’Ascensione del Signore. Verbi che Papa Francesco ripete dal primo giorno del suo pontificato, per una chiesa in movimento, non statica; una chiesa, una comunità in uscita, protesa verso l’altro, capace di raggiungere le periferie dell’esistenza. Fedele a quell’indicazione di Gesù di andare, di partire per annunciare a tutti i popoli il suo messaggio di salvezza. Quaranta giorni dalla Pasqua, da quel sepolcro trovato vuoto, la pietra accostata di lato, e dall’invito dato alle donne di avvisare gli undici di andare in quella Galilea dei pagani, mescolanza di popoli, dove tutto ebbe inizio. In questi quaranta giorni, novità di un evento che si fa storia, abbiamo incontrato i due discepoli sfiduciati andare verso Emmaus; ci siamo trovati davanti l’immagine del buon pastore. Quaranta giorni nei quali i Vangeli ci hanno mostrato una continua presenza di Gesù accanto agli apostoli. Marco scrive nel suo Vangelo che gli undici andarono in Galilea, “sul monte che Gesù aveva loro indicato”; là Gesù dice di “andare e fare discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Poi Gesù, leggiamo negli Atti, “fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi”. È un partire verso il Padre per restare, ci ricorda Papa Francesco nelle parole che pronuncia al Regina caeli, evidenziando due domande: “perché festeggiare la partenza di Gesù dalla terra? Sembrerebbe che il suo congedo sia un momento triste, non precisamente qualcosa di cui gioire”. Poi la seconda domanda: “cosa fa Gesù in cielo?” Con l’Ascensione “è accaduta una cosa nuova e bellissima” dice il vescovo di Roma parlando ai fedeli in piazza San Pietro: “Gesù ha portato la nostra umanità, la nostra carne in cielo – è la prima volta – cioè l’ha portata in Dio. Quell’umanità, che aveva preso in terra, non è rimasta qui”. Gesù risorto non era uno spirito, ma aveva il suo corpo umano, per questo, aggiunge Francesco, possiamo dire che “dal giorno dell’Ascensione Dio stesso è ‘cambiato’, da allora non è più solo spirito, ma per quanto ci ama reca in sé la nostra stessa carne, la nostra umanità. Il posto che ci spetta è dunque indicato, il nostro destino è lì”. Oggi festeggiamo “la conquista del cielo” dice il Papa: “Gesù che torna al Padre, ma con la nostra umanità. E così il cielo è già un po’ nostro. Gesù ha aperto la porta e il suo corpo è lì”. Poi ecco la seconda domanda che Francesco ha voluto proporre nel consueto incontro domenicale: cosa fa Gesù in cielo? “Lui sta per noi davanti al Padre, gli mostra continuamente la nostra umanità, mostra le piaghe. A me piace pensare che Gesù, davanti il Padre, prega così, facendogli vedere le piaghe: questo è quello che ho sofferto per gli uomini: fai qualcosa. Gli fa vedere il prezzo della redenzione, e il Padre si commuove. Questa è una cosa che mi piace pensare”. Significativo che il dialogo con gli undici avvenga in questo luogo di frontiera, la Galilea delle genti, il luogo dell’inizio; li ha convocati su una montagna, luogo simbolo nelle pagine della Bibbia. Il popolo di Israele raggiunse il Sinai il terzo mese dopo la partenza dall’Egitto. Sul monte Mosè riceve il Decalogo, le tavole della legge. Nell’Islam su un monte, l’Hira, Maometto ha la rivelazione, e riceve, dal messaggero celeste, la prima frase del Corano. Su un monte i discepoli assistono all’Ascensione di Gesù. “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra” dice Gesù ai discepoli, “ecco io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Il Signore “è sempre con noi, ci guarda, è sempre vivo per intercedere a nostro favore” dice Papa Francesco; intercede “nel luogo migliore, davanti al Padre suo e nostro” e ci aiuta “a non perdere la speranza, a non scoraggiarsi”. Nelle parole dopo la preghiera mariana, torna sulla situazione in Sudan – “non abituiamoci ai conflitti e alle violenze, non abituiamoci alla guerra” – ha un pensiero per l’Ucraina e soprattutto rinnova la vicinanza alle popolazioni dell’Emilia-Romagna colpite dall’alluvione. (Fabio Zavattaro)

Cattolici Cinesi in Italia: domani e domenica a Prato l’incontro annuale

19 Maggio 2023 -
Prato – Prato si prepara ad accogliere il raduno delle comunità cattoliche cinesi presenti in Italia. L’occasione è la quattordicesima giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, che ogni anno si tiene in una diversa città italiana. La data dell’evento è sabato 20 e domenica 21 maggio ed è previsto un programma ricco di celebrazioni, tra queste l’ostensione straordinaria della Sacra Cintola della Madonna, la reliquia simbolo di Prato, che si terrà in cattedrale. All’incontro sono attesi centinaia di cinesi con i rispettivi cappellani provenienti da Milano, Roma, Napoli, Rimini, Reggio Emilia, Padova e Santa Croce sull’Arno, città dove esistono da tempo comunità cattoliche orientali. Poi saranno presenti i cinesi di Prato, una comunità composta da circa centocinquanta fedeli. Un numero piccolo se rapportato a quello dei residenti orientali, che secondo l’ufficio statistico del Comune è di circa 30mila persone, corrispondente al 15,3% della popolazione pratese.  “Sarà un grande momento di festa nella preghiera – spiega don Pietro Wang, cappellano della comunità cinese di Prato – che ci permetterà di rafforzare le relazioni tra le comunità presenti in Italia e inoltre sarà una grande opportunità di evangelizzazione verso i nostri connazionali che abitano qui”. “Siamo lieti di ospitare questa iniziativa che consideriamo come un ponte tra la numerosa comunità cinese che abita in città e la Chiesa pratese, da sempre aperta e disponibile al dialogo”, afferma mons. Daniele Scaccini, vicario generale della diocesi di Prato. “L’aver concesso l’ostensione straordinaria della Sacra Cintola di Maria dimostra non solo l’eccezionalità dell’evento – aggiunge mons. Scaccini – ma la volontà di condividere con altri fratelli e sorelle nella fede il simbolo e il bene più prezioso della città”. La giornata di preghiera per la Chiesa in Cina è stata istituita nel 2007 da papa Benedetto XVI e solitamente si celebra intorno al 24 maggio, giorno in cui i fedeli cattolici cinesi celebrano la festa della Beata Vergine Maria, patrona del Paese. Una ricorrenza che ogni anno in Cina vede migliaia di persone in pellegrinaggio al santuario di Sheshan, a Shangai. Proprio l’immagine della Madonna di Sheshan, posta sulla chiesa dell’Ascensione, sede della comunità cattolica cinese di Prato, accoglierà i partecipanti al raduno. Il programma. Sabato 20 maggio è prevista la recita del rosario e la celebrazione della messa presieduta dal vicario generale mons. Daniele Scaccini e a sera ci sarà la cena nei locali della parrocchia, seguita da un momento di festa. Domenica 21 maggio l’appuntamento è alle 8 nella in cattedrale per l’ostensione della Sacra Cintola mariana: si tratta di un evento straordinario perché la reliquia, custodita a Prato da oltre otto secoli, viene mostrata alla venerazione dei fedeli solo in cinque occasioni annuali. L’ultima ostensione straordinaria, fuori dagli appuntamenti canonici, si è tenuta il 19 marzo 2020 per invocare la protezione di Maria durante la pandemia da Covid. Sempre domenica 21 maggio, al termine della preghiera mariana le delegazioni delle comunità cinesi si muoveranno in processione da piazza Duomo in centro storico fino alla parrocchia dell’Ascensione, nella periferia ovest della città, recitando il rosario in cinese e in italiano. Alle 11 è in programma la celebrazione della messa nella chiesa dell’Ascensione, presieduta dal vescovo mons. Giovanni Nerbini. Per l'occasione il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo ha inviato al vescovo un messaggio di saluto che sarà letto durante la celebrazione eucaristica. Il primo nucleo della comunità cattolica cinese di Prato è nato più di trent’anni fa, insieme alla prima ondata migratoria. Inizialmente era costituita da battezzati provenienti dalla Cina, poi grazie alla presenza stabile di un cappellano e di suore cinesi, il numero dei fedeli è aumentato con l’inserimento di nuovi fedeli che hanno ricevuto i sacramenti dopo un cammino di catechesi. La sede si trova nella parrocchia dell’Ascensione, la più vicina alla zona di via Pistoiese, dove vive la maggior parte dei cinesi presenti a Prato. Dal 2020 il sacerdote incaricato di seguire la comunità è don Pietro Wang, 44 anni, originario di Hebei, la grande regione dove si trova la capitale Pechino e dove risiedono oltre un milione di cattolici. Ogni domenica alle 15,30 don Wang celebra una messa in lingua cinese e nel resto dei giorni compie un grande lavoro di collegamento con i suoi connazionali, non solo cattolici, presenti in città. Parla molto bene l’italiano e per le istituzioni cittadine e per molti cinesi di Prato è un punto di riferimento per ogni bisogno, dal rinnovo dei documenti, al rapporto con i medici dell’ospedale in caso di ricovero di un parente. Su richiesta e in accordo con l’Asl e il Comune, durante la pandemia ha aperto un canale WeChat, il social media più usato dai cinesi, attraverso il quale ha raggiunto oltre duemila connazionali per spiegare come funzionavano le vaccinazioni anti Covid. (R.I.)  

Agenzia delle Entrate: pubblicata una guida al codice fiscale per gli stranieri

19 Maggio 2023 -
Roma - Cos’è il codice fiscale? A cosa serve? Come ottenerlo? A queste e altre domande risponde la “Mini guida codice fiscale per stranieri”, realizzata dall’Agenzia delle Entrate. Il vademecum è disponibile online in 17 lingue: italiano, inglese, sloveno, tedesco, francese, spagnolo, portoghese, cinese, rumeno, albanese, ucraino, russo, hindi, bengalese, tagalog, arabo e urdu.

Prato: domani il documentario “La zattera dei migranti”

19 Maggio 2023 - Prato - Ultimi giorni per visitare “Antigone, una storia africana”, la mostra fotografica di Carlo Cantini sullo spettacolo di Massimo Luconi allestita in San Domenico a Prato. Fino a domani, sabato 20 maggio, i visitatori potranno ammirare la mostra, promossa da Prato Cultura e curata da Carlo Palli, tratta dall'omonimo e premiato spettacolo del regista Luconi. In esposizione 32 immagini che raccontano l'originale progetto teatrale andato in scena al Fabbricone nel 2013 e che ha avuto un enorme successo a livello europeo, vincendo anche il festival di Casamance in Senegal. In occasione del finissage della mostra, domani alle 17,30 nel museo di San Domenico verrà proiettato il film documentario “La zattera dei migranti. Storie di profughi africani in palcoscenico”, per la regia di Massimo Luconi, una produzione General Video. Un documentario che racconta le storie di un gruppo di profughi richiedenti asilo, intersecate alla preparazione di uno spettacolo teatrale che Luconi ha preparato con loro nel 2017.

Reggio Calabria: domani la presentazione di “Armo” con storie di volontari e migranti

19 Maggio 2023 -
Reggio Calabria - Domani, sabato 20 maggio, si svolgerà la prima proiezione del docu-film  che racconta l’accoglienza dei migranti a Reggio Calabria dal 2014 ad oggi. Non si tratta semplicemente di un film che si limita a riproporre la cronaca degli sbarchi avvenuti a Reggio Calabria dal 2014 ad oggi. È qualcosa di più. Una narrazione fatta di immagini, volti, ma anche silenzi. Gesti ed espressioni dietro cui si nascondono tante storie di dolore e sofferenza, ma anche gioia. Dagli occhi pieni di lacrime di chi ha perso un genitore o un figlio, ai lievi sorrisi di chi finalmente ha realizzato un sogno insperato, dopo lunghi e rischiosi viaggi, iniziati molti mesi prima. “Armo, storie di volontari e migranti”, documentario a firma del regista reggino Antonio Melasi, è anche il racconto di una bella pagina fatta di accoglienza e amore.

Sinodo: il 31 maggio preghiera mariana nei santuari d’Italia

18 Maggio 2023 -
Roma - Mercoledì 31 maggio, memoria liturgica della Visitazione della Beata Vergine Maria, le comunità ecclesiali si ritroveranno nei santuari mariani presenti sul territorio diocesano per un momento di preghiera in preparazione alla XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. L’invito della Segreteria Generale del Sinodo è a predisporre una celebrazione per sensibilizzare il Popolo di Dio sull’importanza del processo sinodale e porlo, insieme ai lavori dell’Assemblea Generale dei Vescovi, sotto la speciale protezione della Madonna. La preghiera dovrà favorire la partecipazione delle diverse vocazioni ecclesiali (laicale, sacerdotale, vita consacrata). L’Ufficio Liturgico Nazionale ha preparato un Libretto con una proposta per la celebrazione. 290122-204-664x373

Comunicazione: si parla di migrazioni al convegno promosso dalla diocesi di Messina

18 Maggio 2023 - Messina - “Sinodo e comunicazione” è il tema del convegno organizzato dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, che si terrà nella Città dello Stretto domani e sabato in occasione della 57ma Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebra quest’ anno il 21 maggio. Una due giorni ricca di spunti di riflessione che coinvolgerà soprattutto i giovani delle scuole cittadine e gli studenti di giornalismo del locale Ateneo, ma anche giornalisti e operatori dell’informazione, partendo dal messaggio scritto da Papa Francesco in occasione appunto della Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, dal titolo “Parlare col cuore. Secondo verità nella carità”. In particolare, si rifletterà sull’importanza, come ci ricorda il Papa, di una “comunicazione dal cuore e dalle braccia aperte”, che è una responsabilità collettiva; “Siamo tutti chiamati - afferma Bergoglio - a cercare e a dire la verità con carità”. Il convegno si articolerà in tre sessioni: “Sinodo e giovani. Ascolto e prospettive future”, “Sinodo e complessità. Accogliere la sfida del cambiamento”, che si terranno venerdì 19 maggio nell’Aula Magna del Rettorato dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 18; “Sinodo ed ecologia integrale. Ambiente, società, culture. Comunicare in un mondo interconnesso” che si terrà sabato 20 dalle 10 alle 13 al circolo Talatta. Un dialogo a più voci animato da professionisti e operatori della comunicazione impegnati a vario titolo in questo delicato ambito: dai giornalisti Vincenzo Morgante direttore di TV2000 ed Elisabetta Raffa, ai dirigenti scolastici degli Istituti superiori “Minutoli” e “La Farina Basile” Piero La Tona e Caterina Celesti, dai docenti Unime Giuseppe Gembillo ordinario di Storia della Filosofia, Francesco Pira delegato del Rettore per la Comunicazione, Carmela Mento associata di psicologia clinica e Luigi D’Andrea, ordinario di Diritto costituzionale e presidente nazionale del Movimento ecclesiale d’impegno culturale, al direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes Santino Tornesi. A introdurre le sessioni, dopo i saluti del rettore Salvatore Cuzzocrea e dell’arcivescovo mons. Giovanni Accolla, e gli interventi del referente diocesano per il Sinodo don Roberto Romeo, del delegato arcivescovile per la pastorale universitaria e assistente diocesano della Fuci don Alessandro De Gregorio il primo giorno, il saluto del vescovo ausiliare mons. Cesare Di Pietro e l’intervento di don Sergio Siracusano, direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, sarà il direttore dell’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali mons. Giò Tavilla.

L’albero della comunicazione

18 Maggio 2023 - Roma - Siamo ormai alla vigilia della 57ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che col tema “parlare col cuore” rappresenta il culmine del trittico consegnatoci da Papa Francesco negli ultimi tre anni: “andare e vedere”, “ascoltare” e, appunto, “parlare”. Non deve sfuggire, però, una nota importante: quello del 2023 è il decimo messaggio di Francesco sulle comunicazioni sociali. C’è una convergenza di temi che rappresentano l’albero comunicativo: il tronco è la narrazione; i rami sono la famiglia, la misericordia, la speranza e la verità, la comunità. Le radici sono proprio i tre verbi: questi disegnano azioni precise che partono dalle pulsazioni del cuore. È la circolarità della comunicazione. Non ci possono essere infatti ascolto e parola se manca l’incontro; come, d’altronde, non ci può essere incontro senza l’ascolto e la parola. E ancora non ci può essere parola senza incontro e ascolto. Nel cambiamento d’epoca in atto, la grande sfida sta nel ripartire dalle radici. (Vincenzo Corrado)

Rotta balcanica: il rapporto di Human Rights Watch

18 Maggio 2023 -

Roma - “Come se fossimo animali”: è il titolo più che eloquente del nuovo dettagliato rapporto con il quale Human Rights Watch torna ad accusare il governo di Zagabria sui respingimenti di migranti alle frontiera con la Bosnia Erzegovina. Secondo i dati raccolti dall’Ong la polizia croata si accanirebbe in modo sistematico e violento anche contro minori non accompagnati e intere famiglie con bambini piccoli. Tutto ciò nonostante le recenti smentite del ministro dell’Interno Davor Bozinovic e le ripetute promesse di voler garantire l’accesso all’asilo. Tra il novembre 2021 e l’aprile di quest’anno i ricercatori di Human Rights Watch hanno raccolto le testimonianze di oltre un centinaio di rifugiati e richiedenti asilo provenienti da Afghanistan, Iraq, Iran e Pakistan, tra cui una ventina di minori non accompagnati e 24 coppie di genitori che viaggiavano con bambini piccoli. Gran parte delle persone intervistate sostengono che la polizia croata li ha respinti decine di volte ignorando le loro richieste di asilo. «I respingimenti sono da tempo una procedura standard per la polizia di frontiera croata, mentre il governo inganna le istituzioni dell’Ue nascondendosi dietro parole vuote e vane promesse», ha spiegato l’avvocato Michael Garcia Bochenek, consulente di Human Rights Watch e autore del rapporto. Dal dossier emerge che la polizia di frontiera avrebbe l’abitudine di sequestrare o distruggere telefoni cellulari, denaro, documenti di identità e altri effetti personali, oltre a sottoporre adulti e bambini a trattamenti umilianti e degradanti. Tra i casi citati ci sono quelli di Farooz D., e Hadi A., due 15enni afgani, i quali hanno raccontato ai ricercatori che nell’aprile scorso la polizia croata li ha fermati e riportati al confine ordinando loro di tornare in Bosnia a piedi, sebbene avessero chiesto protezione dichiarando di essere minorenni. Gli agenti li avrebbero anche presi a calci sequestrando tutto quello che avevano nello zaino, tra cui 500 euro in contanti. Un altro minore, il diciassettenne Rozad N., originario del Kurdistan iracheno, ha riferito che dalla fine del 2021 lui e la sua famiglia, tra cui suo fratello di sette anni e sua sorella di nove, sono stati rimandati indietro una quarantina di volte. Quasi tutti i migranti respinti affermano di essere stati picchiati almeno una volta dalla polizia croata o di aver assistito alla violenza degli agenti. Le loro testimonianze sono state confermate anche da molti operatori umanitari. “Inoltre – si legge - molti bambini piccoli sono stati costretti ad assistere a scene in cui i loro padri, fratelli maggiori e cugini venivano pestati a pugni e calci e presi a manganellate. In più occasioni gli agenti della polizia di frontiera croata hanno sparato vicino ai bambini e puntato armi contro di loro. Sono stati registrati anche alcuni episodi che hanno visto gli agenti spintonare e picchiare bambini di sei anni”. Ciononostante le autorità di Zagabria - sottolinea ancora il rapporto – continuano a negare ogni responsabilità e il ministero dell’Interno croato non ha risposto alle richieste di incontro arrivate da Human Rights Watch, né ha voluto commentare il contenuto del rapporto. “Le istituzioni europee devono mostrarsi ferme nel chiedere conto alla Croazia di queste violazioni sistematiche del diritto UE e delle norme internazionali”, ha concluso l’avvocato Bochenek. (Riccardo Michelucci - Avvenire)

 

Legge Cutro: l’Acnur scrive al governo, “criticità” sul rispetto dei diritti umani

18 Maggio 2023 -

Roma - Alcune norme del cosiddetto decreto Cutro, convertito il 5 maggio dalle Camere nella legge numero 50, suscitano «profonda preoccupazione » nell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Ci sono disposizioni che presentano diverse «criticità», rispetto alla compatibilità con «la normativa internazionale sui rifugiati e sui diritti umani», in merito «alla fattibilità delle misure previste», al potenziale «impatto sul sistema d’asilo» e allo «spazio di protezione garantito a richiedenti asilo, rifugiati e persone apolidi». Osservazioni contenute in una «nota tecnica» di 9 pagine inviata dall’Acnur al governo. Il documento, che Avvenire anticipa oggi in esclusiva, contiene una decina fra raccomandazioni e osservazioni. Nel pronunciarsi, l’organismo si muove nell’alveo della prassi e delle proprie competenze. Le sue «raccomandazioni », si legge, sono infatti «elaborate sulla base del mandato conferito dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite di protezione internazionale dei rifugiati, e delle altre persone sotto la propria responsabilità» e «di assistenza ai Governi nella ricerca di soluzioni durevoli».

Durante l’iter di conversione del dl Cutro, l’Acnur aveva scritto al governo, cercando un dialogo rispettoso dell’attività legislativa in corso. «Avevamo rappresentato diverse criticità, confidando che nel procedimento legislativo alcuni correttivi potessero essere apportati», spiega ad Avvenire Chiara Cardoletti, dal 2020 rappresentante dell’Acnur per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. E l’esecutivo ha risposto? «No», fanno sapere dall’organismo Onu, che tuttavia non è interessato a sollevare polemiche, ma solo - giacché il testo è diventato legge - a rendere note le osservazioni alla pubblica opinione. Ieri, per correttezza istituzionale, l’Acnur ha inviato al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi una lettera per informarlo che oggi il documento sarà pubblicato.

Nelle 9 pagine, affiora il timore che alcune «criticità » delle norme possano, nell’applicazione, finire per porsi in contrasto col quadro internazionale di tutela dei diritti umani e delle persone rifugiate. Per esempio - pur concordando con l’istituzione di procedure di frontiera più efficienti - si raccomanda di introdurre «misure per la individuazione dei bisogni dei richiedenti asilo, dei minori e delle altre persone con esigenze particolari». E si ricorda come i «luoghi di trattenimento» debbano rispettare quanto prevede la Direttiva accoglienza: «Disponibilità di spazi aperti, possibilità di comunicare e ricevere visite (da personale Acnur, familiari, avvocati, consulenti legali e rappresentanti di ong) e il diritto di essere informati delle norme vigenti nel centro». Inoltre, anche nel caso di domande di protezione internazionale «manifestamente infondate» (perché di persone provenienti da Paesi ritenuti “sicuri”) si chiede di vagliare prima se la persona invoca «gravi motivi per ritenere che, nelle sue specifiche circostanze, il Paese non sia sicuro». Un inciso riguarda pure la stretta alla protezione complementare. «Le nuove disposizioni eliminano il riferimento alla vita privata e familiare», rammenta il documento, auspicando procedure veloci per identificare gli apolidi e la necessità di garantire una protezione complementare a persone che, se rispedite nel proprio Paese «rischino una violazione dei propri diritti fondamentali».

In apertura, il documento riconosce alcuni «sforzi compiuti dalle autorità italiane nell’individuare soluzioni per rispondere alla pressione migratoria». Fra questi, la «gestione efficace e trasparente del sistema di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale» o le «misure relative alla gestione dell’hotspot di Lampedusa», fra cui «l’attivazione di una postazione del 118 sull’isola e il rafforzamento dei trasferimenti dai punti di crisi». C’è «apprezzamento» pure per la disposizione che introduce «una quota d’ingressi per lavoro per rifugiati e apolidi» nell’ambito del Decreto flussi, e «per la loro inclusione» negli ingressi “extra-quota” dopo la formazione professionale. L’Acnur «raccomanda che già dal prossimo Decreto flussi sia assegnata una specifica quota riservata» per favorire un «corridoio lavorativo» a beneficio di apolidi e ai rifugiati residenti in Paesi di primo asilo o di transito.

Ma soprattutto l’Acnur esprime «profonda preoccupazione» per la norma che elimina servizi ai profughi come «supporto psicologico, informazione legale o corsi di lingua italiana». Così, ragiona Cardoletti, non si facilita «lo sviluppo di percorsi di autosufficienza e autonomia dei richiedenti asilo» e si rischia «una loro completa dipendenza dal sistema di accoglienza». Il risultato? Visto che l’esame della domanda d’asilo può durare un anno anche solo in prima istanza, il richiedente resta a lungo in una struttura senza accedere a servizi cruciali. «Forse vorrebbe disincentivare gli arrivi - osserva la funzionaria Onu -, ma rischia di essere più una “punizione” per quanti potrebbero essere avviati verso cammini di autonomia». L’Acnur «ribadisce la disponibilità a collaborare con le autorità italiane» per «elaborare le migliori soluzioni normative od operative, a partire dalle raccomandazioni qui contenute». Ma davvero, chiediamo, vi aspettate che il governo interloquirà? «Ci speriamo - conclude Cardoletti -. In fondo, le nostre raccomandazioni individuano possibili aggiustamenti non particolarmente complicati da realizzare». (Vincenzo R. Spagnolo - Avvenire)

Emigrazione: festeggia 75 anni di sacerdozio mons. Bonicelli. Domenica messa con il card. Lojudice

18 Maggio 2023 - Siena - Festeggia 75 anni di sacerdozio mons. Gaetano Bonicelli, da sempre impegnato nella pastorale migratoria. Domenica 21 maggio 2023, A Siena, dogve è stato arcivescovo, nella Basilica di San Domenico una celebrazione liturgica presieduta dal cardinale Paolo Lojudice e da tanti sacerdoti della diocesi di Siena-Colle Val D'Elsa- Montalcino. Sin da giovane ha si è occupato di emigrazione  e proprio nel periodo della strage di Marcinelle è entrato nel Comitato cattolico per l’Emigrazione Italiana. Ha visitato tutte le Missioni Cattoliche Italiane in Europa ed ha guidato, come direttore, l'Ucei, l’Ufficio Centrale Emigrazione Italiana, dalla quale è nata poi la Fondazione Migrantes. "Da quando la questione dell’emigrazione è stata messa nelle mani e sotto la responsabilità dei Vescovi italiani, il primo responsabile dell'Ucei  sono stato io" ricorda: è "stata "una delle esperienze più belle della mia vita, davvero formidabile! Ho occupato questo incarico fin quando sono stato nominato segretario aggiunto della Conferenza Episcopale Italiana. Poi, per alcuni mesi, ho dovuto seguire ancora il problema dell’emigrazione, fin quando hanno nominato il mio successore, Monsignor Casadei, all’Ucei e alla Direzione Generale delle Opere di Emigrazione. Ho seguito così questo settore dal 1966 al 1973". (Raffaele Iaria)

Gli italiani nel mondo. E la Chiesa con loro

18 Maggio 2023 - Roma - Martedì 23 maggio - su Radio Mater, alle 18.50 - la rubrica «Gli italiani nel mondo. E la Chiesa con loro» ospita don Giuseppe Laganà. È prete da pochi giorni per l’Ordinariato militare. Tratterà il tema della vocazione, che in queste settimane tocca molte diocesi. In più parti d’Italia si celebrano le ordinazioni sacerdotali e si festeggiano gli anniversari di Messa. Il taglio sarà quello tipico della trasmissione. Don Giuseppe, infatti, ha una storia di emigrazione. Andato in Germania da bambino, ha fatto poi ritorno in Patria. Prima di diventare prete, però, ha lavorato di nuovo in Germania, in aziende sia italiane sia tedesche, per alcuni anni. Ha praticato pure rugby professionistico. La Missione cattolica italiana che lo ha visto crescere, e dove ha ricevuto i sacramenti, è quella di Dortmund. Ideata e condotta da Massimo Pavanello, sacerdote della diocesi di Milano, la trasmissione - con la consulenza della Fondazione Migrantes - presenta la realtà delle Missioni cattoliche italiane e va in onda l’ultimo martedì di ogni mese.