1 Maggio 2025 – Nel loro Messaggio per la Festa dei Lavoratori (1° maggio 2025), reso noto il 20 marzo scorso, dal titolo: “Il lavoro, un’alleanza sociale generatrice di speranza”, i vescovi italiani mettono in guardia con preoccupazione dalla “dura legge di gravità della competizione globale per la quale le imprese cercano di localizzarsi laddove i costi (quello del lavoro incluso) sono più bassi. E questo alimenta una spirale al ribasso su costo e dignità del lavoro“. E ricordano che “dietro persone formalmente occupate c’è un lavoro povero”.
Tra queste persone ci sono anche coloro che, arrivate dall’estero, lavorano o vorrebbero lavorare nel nostro Paese: “Un effetto strutturale e fondamentale lo sta esercitando la grave crisi demografica, per la quale vedremo nei prossimi anni uscire dal mercato del lavoro la generazione più consistente, sostituita progressivamente da un numero sempre più ridotto di giovani. Allo stesso tempo, accade qualcosa di paradossale, ossia lo sfruttamento di fratelli immigrati, dimenticando che la loro presenza può costituire un motivo di speranza per la nostra economia, ma solo se verranno integrati secondo parametri di giustizia”.
Temi che si ritrovano anche nelle recenti parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento durante la visita all’azienda BSP Pharmaceuticals S.p.a. di Latina, il 29 aprile.
Dopo aver ricordato che “il lavoro non può separarsi mai dall’idea di persona, dalla unicità e dignità irriducibile di ogni donna e di ogni uomo. Nessuno deve sentirsi scartato o escluso”, il Presidente ha definito come “un grande problema” quello dell’inadeguatezza dei salari. Un fattore che incide anche “sul preoccupante calo demografico, perché i giovani incontrano difficoltà a progettare con solidità il proprio futuro. Resta, inoltre, alto il numero di giovani, con preparazione anche di alta qualificazione, spinti all’emigrazione”.
A sopperire a tale calo demografico, ha detto Mattarella “non bastano le migrazioni dall’estero, tanto che permane la circostanza che un lavoratore su due tra quelli cercati dalle imprese, permane tra quelli a difficile reperibilità. Peraltro il trattamento dei migranti – con salari che, secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, risultano inferiori di un quarto rispetto a quelli dei connazionali – se non addirittura con fenomeni scandalosi come il caporalato, va contrastato con fermezza”.
Il Presidente, infine, ha ribadito che “il carattere della nostra società italiana è a misura della dignità della persona che lavora” e ha ricordato le parole di papa Francesco nel giorno di Pasqua, nel suo ultimo messaggio al mondo: “Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano”.


