4 Febbraio 2025 – “L’accompagnamento dei fratelli e delle sorelle immigrati è qualcosa che ci interpella fortemente come Chiesa”. Inizia così l’appello che il vescovo di Pistoia, S.E. mons. Fausto Tardelli ha voluto rivolgere a tutta la sua diocesi nel giorno della Festa della Presentazione del Signore. “Senza trascurare gli italiani – continua mons. Tardelli -, dobbiamo fare di più per l’accompagnamento fraterno degli immigrati, proprio in questo nostro tempo dove, paradossalmente, le situazioni di fragilità nel mondo anziché diminuire aumentano”.
Il presule, facendo riferimento al contesto dell’anno giubilare, ricorda anche che “come chiesa non possiamo risolvere un problema così grande come quello dell’immigrazione”, ribandendo il ruolo di “supplenza nei confronti di uno Stato, di amministrazioni locali ma anche internazionali a cui di per sé competerebbe la risoluzione del problema migratorio e, particolarmente, la gestione dell’accoglienza di chi si trova nel nostro Paese”.
Ciononostante, il vescovo di Pistoia chiede “a tutti i parroci ma anche ai religiosi e alle religiose, come a tutti i laici di buona volontà, la disponibilità di ambienti da destinare all’accompagnamento di singoli o di piccoli gruppi di immigrati” e “la disponibilità di persone che, come volontari, si prestino per seguire questo servizio ai fratelli immigrati”.
L’appello segue di pochi giorni una nota del vescovo di san Marco Argentano-Scalea, mons. Stefano Rega sulla possibile apertura allo Scalo di San Marco Argentano di un Centro di accoglienza per migranti (CAS). Il tono e la preoccupazione pastorale sono simili. “Il Vangelo di Gesù Cristo – scrive mons. Rega – ci apre all’accoglienza e anch’io, vorrei dirvi, a cuore aperto, non abbiate paura, perché chiunque accoglie lo straniero troverebbe nel testo biblico la giusta motivazione: ‘perché anche tu sei stato straniero’”. Il vescovo di San Marco Argentano-Scalea vede anche in questa situazione una “possibile provocazione alla nostra fede e testimonianza cristiana”.


