12 Luglio 2023 –
Roma – A 81 anni il cardinale Gualtiero Bassetti ha ancora voglia di sognare. «Speriamo che tra dieci anni possiamo ringraziarvi per il lavoro che avete svolto e auguriamoci che tra venti anni sia possibile leggere sui libri di storia che un gruppo di giovani del Mediterraneo ha interrotto la spirale di morte della guerra e costruito un mondo di pace». Sorride l’ex presidente della Cei mentre si rivolge a quaranta ragazzi arrivati in Italia dai Paesi che si affacciano sul grande mare. Le loro radici affondano in Libano o in Francia, in Tunisia o in Terra Santa, in Bosnia ed Erzegovina o a Cipro, in Albania o in Siria. Tutti indicati dai vescovi delle proprie nazioni tramite le Conferenze episcopali o i Sinodi delle Chiese orientali. Quaranta testimoni di fraternità che formano il Consiglio dei giovani del Mediterraneo. È l’opera-segno, l’eredità che la Cei lascia a Firenze, la città che nel febbraio 2022 ha accolto il secondo Incontro dei vescovi del Mediterraneo dopo quello d’esordio a Bari nel 2020. Un doppio “G20 ecclesiale” voluto dal cardinale Bassetti quando era alla guida dell’episcopato italiano e ispirato alla profezia di pace del sindaco “santo” Giorgio La Pira. «Sono stati due grandi eventi nella storia della Chiesa: per la prima volta i vescovi cattolici di una zona che unisce tre diversi continenti si sono radunati per pregare e discutere insieme sul presente e sul futuro di questa regione », dice ai ragazzi. E subito aggiunge: «Voi vi trovate qui come un frutto fecondo dell’Incontro di Firenze, una splendida follia». Perché a distanza di oltre un anno dall’appuntamento che, assieme ai presuli, aveva chiamato a raccolta nel capoluogo toscano anche i sindaci del bacino, si insedia la consulta che intende abbracciare le sponde del Mediterraneo. Una sorta di piccolo Sinodo, tutto laico, in cui siede chi ha dai 18 ai 28 anni. Ieri nella sede dell’Azione cattolica a Roma l’abbraccio di Bassetti ai ragazzi riuniti per la prima volta. Stamani in Vaticano l’incontro con l’arcivescovo Paul Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati. Poi la partenza verso Firenze dove domani il Consiglio “giovane” verrà consegnato alla città in Palazzo Vecchio alla presenza del cardinale Giuseppe Betori e del segretario generale della Cei, Giuseppe Baturi, e dove inizieranno i lavori. Ai ragazzi Bassetti ricorda che il Mediterraneo va considerato un «mare che unisce e non divide» e chiede di spendersi per il «dialogo» che «deve portare alla costruzione di ponti e all’abbattimento di muri di ogni tipo: dell’indifferenza, della sofferenza, dell’ingiustizia e dei confini militarizzati». Poi affida loro quattro «stelle» prese a prestito da La Pira e da inserire nell’agenda del Consiglio: la «promozione della persona umana»; la necessità di «aiutare i poveri»; la vocazione sociale di «combattere le ingiustizie»; la ricerca di «vie di pace». «Non siamo davanti a un convegno ma a un percorso dal basso incentrato su due dimensioni fondanti del pensiero del sindaco “santo”: i giovani e il Mediterraneo. Il punto di partenza è creare una vicinanza umana e quindi una condivisione di esperienze di vita», racconta Patrizia Giunti, presidente della Fondazione La Pira. È una delle quattro realtà fiorentine cui la Cei affida il “parlamentino”. «Il progetto – aggiunge Angiolo Rossi, direttore della Fondazione Giovanni Paolo II promossa dalle diocesi della Toscana – è quello di mettere in contatto e fare dialogare in modo sistemico le comunità cattoliche del “mare nostrum” attraverso giovani liberi da pregiudizi o stereotipi che troppo spesso hanno condizionato anche le stesse relazioni tra le Chiese».
A Firenze i ragazzi saranno ospiti dell’Arma dei Carabinieri che aprirà le porte della Scuola brigadieri e marescialli. Ed è stato messo a punto un programma – anche con la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze – che li porterà a scoprire la città, a incontrare i coetanei fiorentini, a visitare la mensa Caritas, a pregare per la pace nell’abbazia di San Miniato al Monte. E poi nel fine settimana la tappa lungo la costa tirrenica nel villaggio “La Vela” dell’Opera per la gioventù La Pira che da trent’anni organizza campi estivi per giovani d’Oriente e d’Occidente. «Serve iniziare a pensare e agire da mediterranei – sottolinea il presidente dell’Opera, Gabriele Pecchioli –. E occorre farlo da credenti e cittadini che sono proiettati anche sul versante del dialogo interreligioso e culturale». Secondo il cammino tracciato dai vescovi, i ragazzi-consiglieri si incontreranno una volta all’anno in presenza a Firenze e poi in varie sessioni online. I lavori di questi giorni si terranno nel Centro internazionale studenti La Pira. «La nostra esperienza ci dice che i giovani sono ambasciatori di relazioni nuove – conclude il direttore Marco Salvatori –. Ed è la diplomazia dell’amicizia e della simpatia una delle vie fondamentali per avvicinare i popoli e quindi le nazioni». (Giacomo Gambassi)


