CIR: il Mediterraneo come cimitero

Roma – Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR) accoglie con “dolore e rabbia” l’ultima, l’ennesima notizia, sulla morte di 54 persone che disperatamente hanno cercato di raggiungere le nostre coste su un’imbarcazione partita dalla Libia intorno al 25 giugno scorso. “Ancora una volta vediamo – si legge in una nota – persone che vengono inghiottite dal mare. Le parole non sembrano più essere in grado di esprimere l’amarezza e lo sdegno per questo ulteriore episodio che ancora una volta vede una carretta del mare affondare nel tentativo di raggiungere il nostro paese. Dei 55 a bordo si è salvato solo un uomo eritreo”. “Una tragedia, una sofferenza umana che va aldilà di ogni immaginazione”, commenta il Direttore Christopher Hein: “ed è molto difficile credere che in 15 giorni nessuno si sia reso conto, nessuno abbia visto nulla nel mare più trafficato del mondo”.

 
Le vite perse, annegate, uccise dalla sete, abbandonate alla deriva nel mar Mediterraneo sono 2.352 soltanto nel corso del 2011 (dati Fortress Europe), 170 stimate dall’UNHCR in questi mesi del 2012.