Morti e dispersi, impennata di soccorsi Ue al bivio sui migranti: nessuna intesa

8 Giugno 2023 – Milano – Li hanno raggiunti nella notte, su segnalazione di Frontex, l’agenzia europea che controlla i “confini” marittimi dell’Ue. I soliti motopescherecci di ferraglia arrugginita che faticano a navigare e riempiti all’inverosimile. Le immagini che la guardia costiera, alle prime luci dell’alba, diffonde sono dram-matiche: uomini sui ponti uno stretto all’altro. Non si sa quanti. E quanti altri ancora sotto coperta. Alla fine del trasbordo se ne contano 650. Ma non è l’unica imbarcazione messa in sicurezza, ce n’è un altra, con altre 600 persone. E poi un altra ancora, e c’è anche un veliero in difficoltà. Alla fine della maxi-soccorso sono in tutto 1.500 i migranti messi in salvo sulle motovedette della Guardia costiera.
Il mare calmo spinge le partenze di migranti verso l’Italia e sono giorni di superlavoro per la Guardia costiera. Dall’Algeria, intanto, arriva la notizia dell’ennesima tragedia del mare: il bilancio, per il momento, parla di 4 morti e 22 dispersi. Solo due persone sono state tratte in salvo. L’imbarcazione è affondata al largo di Cherchell, nella provincia di Tipaza, a ovest di Algeri. «Ad oggi sono già 1030 i migranti che hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale. Mai come quest’anno il numero è per difetto: è probabilmente molto alto il numero di naufragi di cui non si è saputo niente» scrive in un tweet Flavio Di Giacomo, portavoce dell’Oim, l’Agenzia Onu per le migrazioni. Ed è terribile l’immagine di un video Afp che sta circolando in queste ultime ore: il ritrovamento in mare della bimba annegata in un naufragio avvenuto in Tunisia lo scorso 2 giugno. La bambina recuperata dalla guardia costiera tunisina indossava una tuta invernale rosa e un berretto di lana grigio e si presume che possa essere di nazionalità camerunense. Ma oggi è anche il “D-Day” per la (attesa) svolta in Europa. Anche se alla vigilia il negoziato appare ancora tutto in salita. Il dossier «è molto delicato» fanno sapere da Bruxelles. Dalla riunione dei ministri degli Interni si aspetta «una fumata bianca». La maggioranza qualificata per approvare il Patto per le migrazioni e l’asilo al Consiglio interni senza l’Italia «è possibile ma non auspicabile» ha dichiarato una fonte diplomatica europea.
Intanto Oxfam lancia l’allarme: rispetto ai dossier che verranno affrontati in particolare per quanto riguarda la definizione di nuove politiche comuni di controllo delle frontiere europee (che potrebbero prevedere anche la detenzione di minori negli hotspot Ue, sul modello greco) e il raggiungimento di un meccanismo europeo di ricollocamento dei richiedenti asilo, per cui agli Stati è data la possibilità di non accettare migranti ricollocati dai paesi di primo ingresso, pagando una quota per ogni persona non accolta. «Entrambe sono proposte che non risolveranno in alcun modo le croniche carenze del sistema di asilo europeo – sottolinea Giulia Capitani di Oxfam Italia – Al contrario esprimono chiaramente l’obiettivo di blindare l’Europa. Quanto poi alla proposta in discussione per il controllo delle frontiere, siamo di fronte a nient’altro che all’esatta copia del modello disumano e fallimentare applicato fino ad oggi nelle isole greche, che finirà solo per rinchiudere altri rifugiati, bambini compresi, in centri simili a prigioni, negando il loro fondamentale diritto di asilo nel territorio dell’Unione».
Secondo Oxfam il decreto Cutro varato dall’Italia «è del tutto in linea con queste scellerate politiche europee» perché «promuove infatti un modello di detenzione diffusa». Oxfam lancia un appello urgente per la creazione di un sistema di asilo europeo stabilendo regole che prevedano un’equa condivisione dell’accoglienza dei richiedenti asilo in tutta Europa, smettendo di stringere accordi con Paesi terzi e creando meccanismi indipendenti di monitoraggio su ciò che accade alle frontiere europee, con l’obiettivo di contrastare il rischio di violazioni dei diritti umani. (Daniela Fassini – Avvenire)