Rotta balcanica: il rapporto di Human Rights Watch

18 Maggio 2023 –

Roma – “Come se fossimo animali”: è il titolo più che eloquente del nuovo dettagliato rapporto con il quale Human Rights Watch torna ad accusare il governo di Zagabria sui respingimenti di migranti alle frontiera con la Bosnia Erzegovina. Secondo i dati raccolti dall’Ong la polizia croata si accanirebbe in modo sistematico e violento anche contro minori non accompagnati e intere famiglie con bambini piccoli. Tutto ciò nonostante le recenti smentite del ministro dell’Interno Davor Bozinovic e le ripetute promesse di voler garantire l’accesso all’asilo. Tra il novembre 2021 e l’aprile di quest’anno i ricercatori di Human Rights Watch hanno raccolto le testimonianze di oltre un centinaio di rifugiati e richiedenti asilo provenienti da Afghanistan, Iraq, Iran e Pakistan, tra cui una ventina di minori non accompagnati e 24 coppie di genitori che viaggiavano con bambini piccoli. Gran parte delle persone intervistate sostengono che la polizia croata li ha respinti decine di volte ignorando le loro richieste di asilo. «I respingimenti sono da tempo una procedura standard per la polizia di frontiera croata, mentre il governo inganna le istituzioni dell’Ue nascondendosi dietro parole vuote e vane promesse», ha spiegato l’avvocato Michael Garcia Bochenek, consulente di Human Rights Watch e autore del rapporto. Dal dossier emerge che la polizia di frontiera avrebbe l’abitudine di sequestrare o distruggere telefoni cellulari, denaro, documenti di identità e altri effetti personali, oltre a sottoporre adulti e bambini a trattamenti umilianti e degradanti. Tra i casi citati ci sono quelli di Farooz D., e Hadi A., due 15enni afgani, i quali hanno raccontato ai ricercatori che nell’aprile scorso la polizia croata li ha fermati e riportati al confine ordinando loro di tornare in Bosnia a piedi, sebbene avessero chiesto protezione dichiarando di essere minorenni. Gli agenti li avrebbero anche presi a calci sequestrando tutto quello che avevano nello zaino, tra cui 500 euro in contanti. Un altro minore, il diciassettenne Rozad N., originario del Kurdistan iracheno, ha riferito che dalla fine del 2021 lui e la sua famiglia, tra cui suo fratello di sette anni e sua sorella di nove, sono stati rimandati indietro una quarantina di volte. Quasi tutti i migranti respinti affermano di essere stati picchiati almeno una volta dalla polizia croata o di aver assistito alla violenza degli agenti. Le loro testimonianze sono state confermate anche da molti operatori umanitari. “Inoltre – si legge – molti bambini piccoli sono stati costretti ad assistere a scene in cui i loro padri, fratelli maggiori e cugini venivano pestati a pugni e calci e presi a manganellate. In più occasioni gli agenti della polizia di frontiera croata hanno sparato vicino ai bambini e puntato armi contro di loro. Sono stati registrati anche alcuni episodi che hanno visto gli agenti spintonare e picchiare bambini di sei anni”. Ciononostante le autorità di Zagabria – sottolinea ancora il rapporto – continuano a negare ogni responsabilità e il ministero dell’Interno croato non ha risposto alle richieste di incontro arrivate da Human Rights Watch, né ha voluto commentare il contenuto del rapporto. “Le istituzioni europee devono mostrarsi ferme nel chiedere conto alla Croazia di queste violazioni sistematiche del diritto UE e delle norme internazionali”, ha concluso l’avvocato Bochenek. (Riccardo Michelucci – Avvenire)