10 Febbraio 2023 –
Roma – La Basilica di san Giovanni in Laterano piena immigrati, rifugiati, rom, sinti, senza dimora per il 55mo anniversario della Comunità di Sant’Egidio. Una celebrazione presieduta da uno dei primi” figli sin dalla fondazione: il card. Matteo Zuppi, oggi arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana. “A volte sperimentiamo, con amarezza quando i ritardi sono colpa degli uomini, la nostra fragilità e limite, ma senza rinunciare a cercare le risposte. È successo così con i corridoi umanitari, che hanno aperto il muro impenetrabile del ‘non c’è niente da fare’, ‘si può solo aspettare’”, ha detto il porporato nell’omelia: “migliaia di persone che lo aspettavano hanno avuto futuro. Poche? Chi salva un uomo – un uomo – salva il mondo intero, perché ogni persona è un mondo, unico e insostituibile. Ricordiamoci sempre e per tutti che chi perde un uomo, perde un mondo intero. Questi anni ci confermano che è sempre possibile amare la vita, difenderla, cambiare questo mondo perché la fraternità sia reale, che tutti possono farlo e farlo riempie di felicità, libera dalla tristezza o da un amore ridotto a adrenalina. La voce persuasiva del falso realismo ripete continuamente di lasciare perdere, di pensare che non vale la pena, rende vane energie e sciupa tanti mezzi e possibilità. Tanti. E speriamo che in questo tempo di piani per il futuro sappiamo costruire qualcosa che resta solo se va oltre di noi”. Alla celebrazione anche ministri, la figlia del Capo dello Stato laura Mattarella e tanti cardinali, vescovi e sacerdoti: il card. Gualtiero Bassetti, il card. Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, il card. Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, i cardinali Walter Kasper e Kevin Farrell, il segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi. Per Zuppi occorre continuare ad “accendere luci di speranza e a mostrare un mondo migliore quando intorno c’è il buio della violenza, della guerra, ma anche quello della solitudine e dell’insignificanza”. E poi l’invito a continuare nel gettare semi di pace per costruire “un mondo diverso, per iniziare già oggi dove siamo il cessate il fuoco, disarmando le mani e le menti e riempiendole di sentimenti e legami di amore”. A portare il saluto della comunità, fondata da Andrea Riccardi, il presidente Marco Impagliazzo che oltre ai saluti istituzionali ha voluto salutare i tanti immigrati arrivati in Italia e oggi “perfettamente integrati nel nostro Paese” e i tanti che lavorano per costruire un futuro diverso. (Raffaele Iaria)


