Papa Francesco ai nuovi cardinali: missione è “apertura a tutti i popoli, all’orizzonte del mondo, alle periferie ancora ignote”

27 Agosto 2022 –

Città del Vaticano – Nuovi cardinali per la Chiesa Cattolica. Oggi pomeriggio papa Francesco, nella basilica di san Pietro, in occasione del Concistoro pubblico da lui convocato,  ha letto la formula di creazione e ha proclamato i nomi dei nuovi venti cardinali. Il rito è proseguito con la professione di fede dei porporati e il giuramento di fedeltà e obbedienza a Papa Francesco e ai suoi successori. I nuovi cardinali si sono quindi inginocchiati davanti al Papa ed hanno ricevuto lo zucchetto, la berretta cardinalizia e l’anello cardinalizio. Questi i nomi dei nuovi cardinali: mons. Arthur Roche, arcivescovo-vescovo emerito di Leeds, prefetto del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; mons. Lazzaro You Heung-sik, arcivescovo-Vescovo emerito di Daejeon, prefetto del Dicastero per il Clero; mons. Fernando Vérgez Alzaga, arcivescovo tit. di Villamagna di Proconsolare, presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano e Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; mons Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marseille (Francia); Mons. Peter Ebere Okpaleke, vescovo di Ekwulobia (Nigeria); mons. Leonardo Ulrich Steiner, arcivescovo di Manaus (Brasile); mons. Filipe Neri António Sebastião do Rosário Ferrão, arcivescovo di Goa e Damão (India); mons. Robert Walter McElroy, vescovo di San Diego (U.S.A.); mons. Virgilio do Carmo da Silva, arcivescovo di Díli (Timor Orientale); mons. Oscar Cantoni, vescovo di Como; mons. Anthony Poola, arcivescovo di Hyderabad (India); mons. Paulo Cezar Costa, arcivescovo di Brasília (Brasile); mons. Richard Kuuia Baawobr, vescovo di Wa (Ghana) che non era presente perchè ieri, come ha detto papa Francesco  – all’arrivo a Roma “si è sentito male per un problema al cuore, ha avuto un intervento ed è ricoverato” ed ha chiesto di pregare per lui; mons. William Seng Chye Goh , arcivescovo di Singapore (Singapore);  mons. Adalberto Martínez Flores, Arcivescovo di Asunción (Paraguay); mons. Giorgio Marengo, vescovo titolare di Castra severiana, prefetto apostolico di Ulaanbaatar (Mongolia); mons. Jorge Enrique Jiménez Carvajal, arcivescovo emerito di Cartagena (Colombia); mons Arrigo Miglio, arcivescovo emerito di Cagliari; padre Gianfranco Ghirlanda, già Rettore della Pontificia Università Gregoriana; mons. Fortunato Frezza, arcivescovo titolare di Treba. “Il Signore – ha detto il papa durante l’omelia –  ci chiama nuovamente a metterci dietro a Lui, a seguirlo sulla via della sua missione. Una missione di fuoco – come quella di Elia –, sia per quello che è venuto a fare sia per come lo ha fatto. E a noi, che nella Chiesa siamo stati presi tra il popolo per un ministero di speciale servizio, è come se Gesù consegnasse la fiaccola accesa, dicendo: Prendete, come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Commentando  il brano del Vangelo di Luca: “Sono venuto a gettare il fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!” papa Francesco ha spiegato che “il Signore vuole comunicarci il suo coraggio apostolico, il suo zelo per la salvezza di ogni essere umano, nessuno escluso”: “Vuole comunicarci la sua magnanimità, il suo amore senza limiti, senza riserve, senza condizioni, perché nel suo cuore brucia la misericordia del Padre. E dentro questo fuoco c’è anche la misteriosa tensione, propria della missione di Cristo, tra la fedeltà al suo popolo, alla terra delle promesse, a coloro che il Padre gli ha dato e, nello stesso tempo, l’apertura a tutti i popoli, quella tensione universale, all’orizzonte del mondo, alle periferie ancora ignote”. “Questo fuoco – ha quindi aggiunto –  potente è quello che ha animato l’apostolo Paolo nel suo instancabile servizio al Vangelo, nella sua corsa missionaria guidata, spinta sempre in avanti dallo Spirito e dalla Parola. È anche il fuoco di tanti missionari e missionarie che hanno sperimentato la faticosa e dolce gioia di evangelizzare, e la cui vita stessa è diventata vangelo, perché sono stati anzitutto dei testimoni. Questo, fratelli e sorelle, è il fuoco che Gesù è venuto a ‘gettare sulla terra’, e che lo Spirito Santo accende anche nei cuori, nelle mani e nei piedi di coloro che lo seguono. Il fuoco di Gesù, il fuoco che porta Gesù”. (R.Iaria)