Morte sul tir e arrivi via mare: le due facce dell’odissea

26 Agosto 2022 –

Roma – È di un minore, probabilmente di origine siriana, il corpo trovato dentro un container ad Agnadello, in provincia di Cremona, da un autista proveniente dalla Turchia. La macabra scoperta è avvenuta mentre l’uomo si era fermato per caricare della merce. Il ragazzo sarebbe morto per soffocamento a causa del caldo che aveva invaso il suo stretto nascondiglio. La giovane età è stata ricostruita dalle lastre, la nazionalità dalle etichette dei pantaloni che fanno ipotizzare appunto la provenienza dalla Siria. L’ultima tragedia dell’immigrazione arriva dunque sulle strade del nord Italia, nella rotta via terra che dalla Turchia porta alla nostra penisola. Ci si nasconde a bordo, spesso tra una sosta e l’altra, dentro rimorchi di fortuna, a rischio della vita.

Anche la via del mare resta piena di pericoli per i profughi. Se due giorni fa, 1.200 persone sono sbarcate in Sicilia, Calabria e Puglia (in quest’ultimo caso, l’approdo a Taranto ha riguardato 106 persone salvate dalla Geo Barents) l’allarme resta alto per le imbarcazioni senza una destinazione ferme nel Mediterraneo. Da nove giorni a bordo della «Open Arms Uno», ad esempio, si trovano 99 persone salvate nel Mediterraneo centrale. «Hanno il diritto di sbarcare in un porto sicuro, lo impone la legge. L’umanità e la dignità ci rendono esseri umani. Basta», è stato l’appello della Ong spagnola. Tra loro c’è Mohammed, 17 anni: «Viene da uno dei paesi più colpiti dalla povertà e dalla violenza, il Chad. Da nove giorni è sul ponte della Open Arms Uno. Ha urgentemente bisogno di un porto sicuro dove sbarcare e dove tornare a vivere in pace». Nel frattempo, dopo settimane di sbarchi, ieri c’è stato il primo ricollocamento di migranti. Si tratta di 38 richiedenti asilo partiti per la Francia nell’ambito del nuovo Meccanismo volontario di solidarietà. L’intesa raggiunta il 10 giugno in Lussemburgo dal Consiglio Europeo Affari interni prevede il ricollocamento annuo di circa 10mila migranti, individuati principalmente tra le persone salvate in mare nel Mediterraneo centrale e lungo la rotta atlantica occidentale e poi sbarcate negli Stati membri di primo ingresso dell’Unione. Francia e Germania hanno messo a disposizione le maggiori quote, 3.500 e 3.000 persone, tra i 21 Paesi che hanno condiviso la Dichiarazione politica. A curare il trasferimento è stato il Viminale in raccordo con la Commissione europea, l’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (Euaa) e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim).

L’operazione è stata preceduta, così come prevedono le modalità operative approvate dalla Commissione europea e dagli Stati interessati, dalle attività di pre-identificazione, foto-segnalamento e controlli sanitari da parte delle autorità italiane per determinare i potenziali beneficiari, dalla registrazione delle domande di protezione e dalla proposta di ridistribuzione dei richiedenti protezione internazionale da parte dell’agenzia Euaa, dall’analisi dei dossier individuali e dalle interviste da parte della delegazione francese. Per l’organizzazione dei trasferimenti verso la Francia, con il sostegno finanziario della Commissione Europea, l’Italia si è avvalsa del supporto logistico dell’Oim, nell’ambito di progetti europei dedicati. Proprio per verificare la composizione del primo gruppo di migranti, dal 28 luglio al 2 agosto funzionari francesi sono stati in missione al Cara di Bari. Entro la fine di agosto è previsto l’arrivo in Italia di una delegazione di funzionari tedeschi che verificheranno la composizione di un secondo gruppo di migranti destinati ad essere ricollocati in Germania. (Giulio Isola – Avvenire)