21 Aprile 2022 –
Roma – A chiedere la pace «non sono i pacifisti, ma le vittime: vogliamo dare loro voce, siamo i loro megafoni». Flavio Lotti, coordinatore del Comitato promotore della Perugia Assisi, presenta così la Marcia della Pace di domenica prossima. «Fermatevi! La guerra è una follia», lo slogan scelto per l’edizione straordinaria. Centinaia le adesioni di associazioni, volontariato, enti pubblici e privati, 300 comuni, Cgil, Conferenza rettori universitari. Assieme al mondo dei media: Fnsi, Ordine dei giornalisti, Usigrai, Articolo 21.
A precedere la manifestazione, sabato pomeriggio, l’incontro al Sacro Convento su ‘La via della pace’ con, tra gli altri, Cecilia Strada di ResQ, la scrittrice Dacia Maraini, l’arcivescovo di Bologna cardinale Matteo Zuppi, il missionario padre Renato Kizito Sesana, il direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Poi in serata, nella Basilica di San Francesco, la veglia di preghiera sulla Fratelli tutti, guidata dal cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede.
«Accoglieremo la marcia nella piazza della Basilica di San Francesco – dice padre Marco Moroni, custode del Sacro Convento – perché condividiamo questa scelta e non comprendiamo la decisione di puntare solo sulle armi». Per Flavio Lotti «marceremo simbolicamente assieme a Papa Francesco. Siamo convinti che c’è un’altra strada, rispetto alle armi. Non siamo mai stati equidistanti, ma sempre per l’’equi-vicinanza’ alle vittime, ucraine e di tutti i conflitti: negli ultimi otto anni abbiamo fatto sei marce contro le guerre, a partire da quella nel Donbass. Dove erano allora quelli che oggi ci accusano? Oggi assistiamo al suicidio della politica che si arrende alla logica delle armi, col rischio di una espansione della guerra».
Per Raffaele Lorusso, segretario Fnsi, «l’invio di armi aumenta le vittime. Vanno invece moltiplicati gli sforzi diplomatici. Ci sono gli invasori e ci sono gli invasi, non c’è dubbio, ma vedo anche molti invasati, che esaltano operazioni militari letali anche per i civili. Noi siamo con i colleghi in prima linea, molti precari, con i media ucraini, con i giornalisti russi che si oppongono alla propaganda ». Giuseppe Giulietti, presidente Fnsi, annuncia un’altra iniziativa: «Il 3 maggio, nel giorno di Libertà dell’informazione, saremo a protestare davanti all’ambasciata russa, con i cartelli dedicati ai giornalisti assassinati in Ucraina, ma anche in Russia, Bielorussia e Siria». Elisa Marincola di Articolo 21 rivendica che «da sempre siamo contro la repressione della libertà di informazione in Russia, molto prima dell’omicidio di Anna Politovskaya». (Luca Liverani)


