Roma – L’immigrazione è una questione di civiltà. Che chiede il coinvolgimento e il contributo di tutti e di ciascuno: istituzioni, comunità civile ed ecclesiale. Non solo una questione politica. L’immigrazione è innanzitutto una questione di umanità, che interroga profondamente la nostra coscienza di credenti appartenenti a un’unica famiglia umana.
È su questo orizzonte che si è articolato il convegno “L’immigrazione come grande questione nazionale” promosso dalla presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e dall’Istituto di Diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo”, svoltosi sabato a Roma presso la Domus Mariae e introdotto dai presi¬denti Ugo De Siervo ( Toniolo) e Franco Miano (Ac). Immigrazione è innanzitutto Mediterraneo. “Atteggiamenti peculiari come l’accoglienza, l’incontro, la solidarietà e la condivisione sono davvero valori illuminanti nella relazione con l’immigrato”, ha sottolineato Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e membro della Commissione Cei per le migrazioni. Dal canto suo il demografo Gianpiero Dalla Zuanna, ha ribadito come “senza il rimpiazzo garantito dai figli degli immigrati, il nostro Paese sarebbe destinato al declino”. È il circa un milione di bambini figli di migranti che ci garantisce un futuro”. Ecco perché, come richiamato dal giurista Bruno Nascimbene, “chi nasce in Italia, è italiano. Chi paga le tasse, ha diritto di voto”. (Avvenire)


