Senza dimora: la maggioranza è straniera

Roma – Le persone senza dimora che nei mesi di novembre-dicembre 2011 hanno utilizzato almeno un servizio di mensa o accoglienza notturna nei 158 comuni italiani in cui è stata condotta l’indagine sono stimate in 47.648.

I dati – presentati oggi – sono il risultato della rilevazione condotta dall’Istat nell’ambito di una ricerca sulla condizione delle persone che vivono in povertà estrema, realizzata a seguito di una convenzione tra l’Istat, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, la Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora (fio.PSD) e la Caritas italiana.

Le persone senza dimora sono per lo più uomini (86,9%), la maggioranza ha meno di 45 anni (57,9%), nei due terzi dei casi hanno al massimo la licenza media inferiore e il 72,9% dichiara di vivere solo. La maggioranza è costituita da stranieri (59,4%) e le cittadinanze più diffuse sono la rumena (l’11,5% del totale delle persone senza dimora), la marocchina (9,1%) e la tunisina (5,7%).

In media, le persone senza dimora riferiscono di esserlo da circa 2,5 anni. Quasi i due terzi (il 63,9%), prima di diventare senza dimora, vivevano nella propria casa, mentre gli altri si suddividono pressoché equamente tra chi è passato per l’ospitalità di amici e/o parenti (15,8%) e chi ha vissuto in istituti, strutture di detenzione o case di cura (13,2%). Il 7,5% dichiara di non aver mai avuto una casa.

Gli stranieri senza dimora sono più giovani degli italiani (il 47,4% ha meno di 34 anni contro l’11,3% degli italiani), hanno un titolo di studio più elevato (ha almeno la licenza media superiore il 40,8% contro il 22,1% degli italiani) e vivono da meno tempo nella condizione di senza dimora (il 17,7% lo è da almeno due anni, contro il 36,3% degli italiani). Più spesso vivono con altre persone (il 30% contro il 21,8%), in particolare con amici (17,4% contro 10,2%); ben il 99,1% è nato in uno stato estero.

Tra gli stranieri, il 20% era senza dimora già prima di arrivare in Italia, il 41,4% dichiara di aver avuto la sua ultima abitazione in uno stato estero e il restante 38,6% in Italia. Tra questi ultimi, circa la metà dichiara che l’ultima abitazione era in un comune diverso da quello in cui vive la condizione di senza dimora.

Quasi la metà (45%) delle persone senza dimora ha utilizzato i servizi per l’impiego (senza rilevanti differenze tra italiani e stranieri), mentre più diffuso tra gli italiani è il ricorso ai servizi sociali (53,7% contro il 30,3% degli stranieri) e a quelli sanitari (64,1% contro 48,2%). Quest’ultima evidenza si lega anche al fatto che gli italiani sono mediamente più anziani: tra loro, ben un quinto (il 19,8%) dichiara di stare male o molto male e il valore sale al 22,3% per gli italiani di età compresa tra 35 e 64 anni. Anche il confronto con la popolazione residente in Italia, nella quale la quota delle persone che dichiara di stare male o molto male è pari al 5,7%, mostra chiaramente come la componente italiana delle persone senza dimora abbia condizioni di salute mediamente peggiori, anche a parità di età.

Le donne rappresentano il 13,1% delle persone senza dimora. Tra le straniere prevalgono la cittadinanza rumena, con il 36,6%, e quella ucraina, bulgara e polacca che, insieme, rappresentano il 19,6% delle donne straniere; oltre un quarto (27,4%) ha più di 55 anni (l’età media è pari a 45,1) e circa un quinto (il 21,9%) vive la condizione di senza dimora da meno di un mese (il 14,6% la vive da quattro anni o più). Un quarto (il 25,3%) dichiara di avere un lavoro che viene svolto, in media, per 14 giorni al mese e con un guadagno di circa 314 euro.