A Porto Empedocle le salme dei due bimbi ghanesi morti di stenti in mare. L’appello di don Aldo Sciabbarrasi

20 Maggio 2025 – Non è certamente la prima volta, purtroppo, che il molo di Porto Empedocle accoglie i corpi senza vita di chi tenta la traversata del Mediterraneo. Questa volta c’erano quattro bare, due di esse bianche. Sono quelle dei bambini ghanesi morti per fame, sete e ustioni durante la traversata verso Lampedusa tra il 7 e il 10 maggio scorso. Di fronte a loro anche le due madri disperate, insieme a rappresentanti delle istituzioni religiose, civili e militari.

Le salme sono state poi affidate ai comuni per la sepoltura. I due bambini riposeranno nel cimitero di Favara. I due uomini saranno sepolti a Ribera e a Calamonaci.

“Un momento di dolore profondo, di straziante umanità, che non possiamo e non vogliamo più accettare come normalità”, ha commentato in una nota il direttore dell’Ufficio Migrantes della arcidiocesi di Agrigento, don Aldo Sciabbarrasi. “Ancora una volta, come Chiesa, diciamo con fermezza che non possiamo rimanere in silenzio di fronte a simili tragedie. Non possiamo accettare che la disperazione di tanti fratelli e sorelle continui a infrangersi contro l’indifferenza e l’inerzia. È urgente e necessario che chi ha responsabilità di governo si impegni concretamente per attivare corridoi umanitari e percorsi sicuri di ingresso regolare per chi fugge da guerre, miseria e persecuzioni in cerca di una vita dignitosa”.

C’è sgomento e anche rabbia nelle parole del sacerdote: “Quelle bare bianche — che non sono le prime, né purtroppo le uniche — non vogliamo più vederle. Non vogliamo più accogliere salme di chi ha perso la vita per fame e sete. Com’è possibile che nel 2025 si possa ancora morire di fame e sete? Eppure è successo. Perché?”

Nelle sue parole c’è poi un richiamo alla Chiesa: “Come cristiani, ci interroghiamo: cosa possiamo fare, concretamente, per fermare questa strage silenziosa?”, perché, sottolinea don Sciabbarrasi, “è il tempo del coraggio, della verità, dell’azione. È il tempo di risvegliare la voce della nostra coscienza.
Riflettiamo. Agiamo. Non voltiamoci dall’altra parte”.

Porto Empedocle

Temi: