Regno Unito: l’Onu boccia le deportazioni in Ruanda

20 Febbraio 2024 – Londra –   La nuova legge del Regno Unito sulle deportazioni di migranti irregolari in Ruanda mina «i principi fondamentali dello Stato di diritto e rischiano di infliggere un duro colpo ai diritti umani». È questo l’allarme lanciato più volte dalle associazioni per i rifugiati e che, ieri, è stato amplificato da Volker Türk, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, intervenuto con una nota a sollecitare il governo britannico a correggere il provvedimento in corso di approvazione a Westminster.
Il piano Ruanda, lo ricordiamo, fu varato nel 2022 ma non è mai diventato operativo. Bloccato prima dalla Corte Europea per i diritti umani poi da quelle britanniche che ne hanno certificato i profili di illegalità. Il premier conservatore Rishi Sunak è allora corso ai ripari mettendo a punto un nuovo testo che, licenziato ai Comuni il 17 gennaio, è in fase di approvazione definitiva ai Lord. Due sono i pilastri su cui si regge: il primo vincola il governo di Paul Kagame a non ricollocare i migranti approdati a Kigali, il secondo sancisce che il Ruanda deve essere considerato come un “Paese sicuro” da parte di tutte le autorità britanniche. Magistrati compresi.
È proprio questa l’anomalia additata da Türk secondo cui la valutazione dei rischi legati alle deportazioni «dovrebbe spettare ai tribunali». Preoccupa, inoltre, il passaggio della legge che annacqua il peso giuridico delle ordinanze cautelari della Corte di Strasburgo, vincolanti a livello internazionale, conferendogli valore discrezionale. Mossa che per l’Alto funzionario Onu è «antitetica» al concetto di giustizia imparziale e accessibile a tutti perché priverebbe i richiedenti asilo sbarcati Oltremanica di una protezione garantita dal diritto internazionale. Criticità segnalate anche dall’Alto commissariato Onu per i rifugiati e, più di recente, da una Commissione mista di parlamentari.
L’attuazione del piano Ruanda è una priorità del premier britannico Sunak che spera di veder decollare i primi voli carichi di migranti prima delle politiche di fine anno per far riguadagnare ai Tory parte della credibilità erosa negli ultimi anni.
Fa discutere, intanto, l’indiscrezione secondo cui il governo non abbia rinnovato l’incarico di David Neal, l’ispettore indipendente che sovraintende le operazioni della polizia di frontiera, proprio per avere nei prossimi mesi campo libero da eventuali ostacoli.
Il ministero degli Interni sta intanto reclutando su TikTok “influencer”, in particolare albanesi, per dissuadere i disperati che guardano al Regno Unito come tappa finale dei viaggi della speranza dall’affrontare azzardati attraversamenti della Manica. (Angela Napoletano – Avvenire)