Consiglio d’Europa: esortazione all’Italia per garantire azioni di ricerca e salvataggio sufficiente

15 Dicembre 2023 –

Roma – Attraverso un rapporto relativo alla visita condotta in Italia dal 19 al 23 giugno e pubblicato il 14 dicembre 2023, il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha esortato l’Italia a garantire azioni di ricerca e salvataggio sufficienti e adeguate a fornire assistenza tempestiva ed efficace alle persone in pericolo in mare, compresi rifugiati, richiedenti asilo e migranti. Sottolineando la necessità di una responsabilità europea condivisa per salvare vite umane in mare e riconoscendo gli sforzi dell’Italia in questo settore, il commissario ha esortato le autorità italiane a garantire un’adeguata capacità di ricerca e salvataggio e chiesto l’abrogazione della legislazione e delle politiche che ostacolano le operazioni di ricerca e salvataggio delle organizzazioni non governative (ONG). “Le attività di cooperazione che portano direttamente o indirettamente a rimpatri in Libia dovrebbero essere sospese, alla luce delle gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani che si verificano nel Paese”, si legge nel rapporto.

Il commissario Mijatovic ha inoltre osservato che la cooperazione con altri Paesi, in particolare con la Tunisia, “dovrebbe essere subordinata alla tutela globale dei diritti umani e nessun rimpatrio dovrebbe avvenire senza un’adeguata valutazione individuale”.

Il rapporto evidenzia inoltre la mancanza di adeguate garanzie in materia di diritti umani nel Memorandum d’intesa concluso con l’Albania e raccomanda alle autorità italiane “di dare priorità al miglioramento dei sistemi nazionali di asilo e accoglienza”.

La posizione del Consiglio d’Europa giunge in concomitanza con la decisione della Corte costituzionale albanese di sospendere la ratifica dell’accordo sui migranti con l’Italia. La Corte ha accolto due ricorsi separati presentati dal Partito Democratico Albanese e da altri 28 parlamentari. I ricorsi sostengono che l’accordo viola il diritto nazionale e costituzionale e una serie di accordi e trattati internazionali. In particolare, i ricorsi sostengono che la natura e le condizioni dell’accordo vanno al di là di un semplice protocollo tra due governi, dal momento che l’Albania ha rinunciato alla sua sovranità sul territorio destinato ai centri di detenzione. Pertanto, il primo ministro avrebbe dovuto ottenere l’autorizzazione del presidente. La Corte costituzionale albanese ha annunciato la sospensione della ratifica dell’accordo sui migranti tra Italia e Albania, prevista per giovedì, dopo che l’opposizione ha presentato ricorso sostenendo che l’accordo viola la Costituzione e le convenzioni internazionali di cui l’Albania fa. (Alessandro Pertici)