Migrantes: nell’ultimo decennio, aumentano i rientri e diminuiscono gli espatri

8 Novembre 2023 –

Roma – Durante il decennio 2012-2021, il numero dei rimpatri dall’estero dei cittadini italiani è più che raddoppiato passando dai 29 mila nel 2012 ai circa 75 mila nel 2021 (+154%). Una tendenza che, dopo una sostanziale stabilità nei primi quattro anni del decennio, appare in continuo aumento. Tuttavia, il volume dei connazionali che rientra- no in patria non è sufficiente a compensare la perdita di popolazione dovuta agli espatri che, durante lo stesso periodo e fino all’anno della pandemia, sono aumentati in misura considerevole, facendo registrare saldi migratori (differenza tra entrate e uscite) sempre negativi, con una perdita massima di 77 mila italiani nel 2016 e una minima, di poco più di 19 mila, nel 2021.

Nell’ultimo decennio, il numero complessivo di rientri in patria è stato pari a 443 mila. Due italiani su cinque rientrano da un paese dell’Unione Europea: in particolare, dalla Germania è partito circa il 12% del totale dei rimpatri, il 10% dal Regno Unito, l’8% dalla Svizzera e il 5% dalla Francia. Consistenti risultano anche i rientri dagli altri paesi europei (12%), provenienti in larga parte dalla Svizzera. Sono alcuni dati presenti nel Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes presentato a Roma questa mattina.

Per quanto riguarda i paesi di origine extra-europea, un rimpatriato su cinque arriva dall’America Latina, area che tradizionalmente accoglie buona parte di connazionali espatriati dai tempi della Grande Emigrazione del secolo scorso. Trattandosi di comunità italiane di antico insediamento è plausibile che a rientrare in patria siano le generazioni successive ai nostri antenati emigrati. Più in dettaglio, l’8% dei rimpatri complessivi nel decennio preso in considerazione provengono dal Brasile, il 4% dal Venezuela e il 3% dall’Argentina. Per quanto riguarda i rimpatri dagli altri continenti, si osserva che il 9% proviene dall’Asia, l’8% dall’America del Nord e dall’Oceania e il 7% dall’Africa.

A un maggior dettaglio territoriale, i flussi di connazionali provenienti dalla Germania (che sono i più numerosi e quelli mediamente più diffusi sul territorio), si dirigono prevalentemente in Sicilia (24%) e in Puglia (12%), significativi appaiono infatti i cluster di rimpatri osservati a Catania, Agrigento, Palermo, ma anche a Lecce, Bari, Foggia e Brindisi. I rimpatri dal Regno Unito interessano prevalentemente la Lombardia (21%) e il Lazio (12%), grazie al sostanziale contributo delle città metropolitane di Milano e Roma che sono demograficamente rilevanti e attive in termini di dinamiche della popolazione, ma sono numerosi anche i rientri verso le città metropolitane di Torino e Napoli. I rimpatri dei connazionali dal Brasile appaiono cospicui, oltre che verso Milano e Roma, anche verso le province di Teramo e Verona. Dalla Svizzera è significativo il numero di rimpatri verso le province di Como e Varese, probabilmente per la vicinanza geografica, ma anche verso la provincia di Lecce. Dagli Stati Uniti è importante il flusso verso le province di Napoli e Palermo. Altri cluster da segnalare sono quelli di rientro dalla Francia verso la provincia di Imperia, quelli dal Venezuela verso la provincia di Salerno e dall’Austria verso la provincia autonoma di Bolzano.

Le distribuzioni di età sono eterogenee al variare del paese di provenienza dei rimpatri: la quota maggiore di giovani adulti (15-39 anni) rimpatria dal Regno Uni- to (56,2% del totale rimpatri dal Paese); considerevole in questo specifico caso anche l’incidenza di chi rientra dal Brasile (47,8%). Dalla Svizzera, dagli Stati Uniti e dal Venezuela, invece, tornano prevalentemente connazionali più maturi (dai 40 ai 64 anni).

Un’analisi più dettagliata del movimento migratorio di rientro dei giovani per titolo di studio e genere mostra una differente composizione dei rimpatri: la quota di chi rientra con la laurea o un titolo post-laurea (master, dottorato, ecc.) nel 2021 è maggiore rispetto a quella osservata all’inizio del decennio. L’incidenza delle giovani laureate rimpatriate è sempre superiore rispetto a quella dei loro coetanei rimpatriati nello stesso anno.

Dal 2012 al 2021, un giovane laureato su cinque rientra dal Regno Unito, il 9% dalla Germania, l’8% dal Brasile e il 6% dalla Francia o dalla Svizzera.