Migrantes: la mobilità italiana nell’ultimo anno

8 Novembre 2023 –

Roma – Nell’anno del post Covid “siamo sorpresi dal fatto che la partenza per i nostri connazionali sia stata sottotono. Ciò però – spiega la Fondazione Migrantes nel rapporto Italiani nel Mondo presentato oggi a Roma – non cambia il fatto che l’Italia all’estero continui a crescere, a ringiovanirsi e a sottolineare che il legame con la migrazione sia la caratteristica portante di una storia nazionale che non ha mai smesso di scrivere pagine importanti per la nostra esistenza di Stato e di popolo, soprattutto oggi alla presenza di una Italia longeva, demograficamente sempre più in crisi ed estremamente fragile”.

Se prima dell’avvento del Covid le iscrizioni all’AIRE in un anno arrivavano anche a 260 mila e più del 50% erano per espatrio – spiegano i ricercatori della Migrantes – , il peso di questa tipologia sul totale delle iscrizioni è andato scemando – dal 49,3% del 2021 su oltre 222 mila iscrizioni al 42,8% del 2022 su oltre 195 mila iscrizioni. Nell’ultimo anno, su quasi 209 mila iscrizioni per tutte le motivazioni, il 39,2% ha riguardato l’espatrio, motivo che, per la prima volta, è stato superato dalla nascita all’estero da cittadini italiani (43,4%, quasi 91 mila iscrizioni).

Da gennaio a dicembre 2022 si sono iscritti all’AIRE per la sola motivazione “espatrio” 82.014 italiani (-2,1% rispetto all’anno precedente ovvero -1.767 iscrizioni). Nonostante la generale riduzione, le caratteristiche complessive restano invariate rispetto al 2022: una mobilità prevalentemente maschile (54,6% sul totale iscritti), non coniugata (67,1%, mentre i coniugati sono il 27,3%), giovane (il 44,0% ha tra i 18 e i 34 anni) o giovane adulta (il 23% ha tra i 35 e i 49 anni).
Rispetto all’anno precedente, emergono peculiarità importanti: i minori subiscono il calo più importante (-17,8% ovvero circa 3 mila iscrizioni in meno) e a decrescere sono anche i giovani adulti (-5,7% di coloro che hanno 35-49 anni).

Il 53,9% (44.210) di chi ha lasciato l’Italia alla volta dell’estero per espatrio da gennaio a dicembre 2022 lo ha fatto partendo dal Nord Italia, il 30,2% (24.729) dal Meri- dione e il 15,9% (13.075) dal Centro.

Lombardia e Veneto – con, rispettivamente, un’incidenza sul totale del 18,8% e dell’11,4% – sono, ancora una volta, le regioni da cui oggi si parte di più. Seguono la Sicilia (8,9%), l’Emilia-Romagna (8,2%) e il Piemonte (7,6%). Il Nord Italia continua ad essere, quindi, il protagonista indiscusso dell’attuale mobilità dall’Italia verso l’estero, una mobilità anche quest’anno ridotta, ma in linea con il 2022.

Da gennaio a dicembre 2022, gli italiani e le italiane sono partiti da tutte le 107 province di Italia verso 177 destinazioni differenti nel mondo. Milano, Torino, Napoli, Roma sono, nell’ordine, i primi quattro contesti provinciali; seguono Treviso, Brescia, Bergamo e Vicenza.

La mobilità non è più sfuggire da situazioni di fragilità economica e occupaziona- le. La mobilità è desiderio di rivalsa e crescita. Questo bisogno lo si trova tanto nelle aree metropolitane medio-grandi quanto nelle città medio-piccole. Essa accompagna chi vive nelle aree depresse e chi risiede in zone ricche del nostro Paese, quei territori apparentemente privi di problemi ma che, nell’epoca della mobilità e della fluidità dell’i- dentità, diventano per alcuni troppo stretti al punto da spingere a cercare, comunque, spazi vitali più ampi.

Il 75,3% di chi ha lasciato l’Italia per espatrio nel corso del 2022 è andato in Eu- ropa; il 17,1% è, invece, arrivato nel continente americano (il 10,5% nell’America Latina) e il 7,4% si è distribuito in tutto il resto del mondo.

Il 16,4% delle iscrizioni per espatrio ha riguardato il Regno Unito; il 13,8% la Germania; il 10,4% la Francia e il 9,1% la Svizzera. I primi quattro paesi, tutti europei, raccolgono il 50% del totale delle partenze.

Dal 2022 tutte le destinazioni presentano variazioni negative (soprattutto in America Latina, Brasile -57,1% e Argentina -50,7%). Nell’ultimo anno si nota una sorta di saturazione della Spagna (+0,4% di variazione 2023-2022) quale meta privilegiata dei desideri degli italiani in partenza per l’estero a favore del Portogallo, ma anche di nuove destinazioni relativamente poco battute nel recente passato come i Paesi Bassi o l’Austria.