Festival della Migrazione: salute e cura del migrante in un convegno a Fidenza

27 Ottobre 2023 – Fidenza – L’offerta sanitaria per migranti e richiedenti asilo, bioetica di fine vita nelle diverse tradizioni religiose,  bisogni di salute dei profughi, la sensibilità degli operatori sanitari di fronte al paziente  immigrato: di tutti questi temi si è parlato al convegno “La salute degli immigrati e dei profughi e richiedenti asilo: aspetti sanitari e aspetti interreligiosi e interculturali”, che si è tenuto a Fidenza, presso il centro interparrocchiale di San Michele, nell’ambito dell’ottava edizione del Festival della Migrazione.

Dalla premessa che la salute dei migranti ci interroga da vicino – per la rilevanza dei numeri, per la complessità dei bisogni, per l’impatto sull’organizzazione sanitaria –, l’incontro si è concentrato su bisogni sanitari e bioetica nella mattinata ed è proseguito nel pomeriggio con le testimonianze degli operatori sanitari.

L’incontro è stato aperto da una riflessione del card. Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana: “Un convegno importante, che sono convinto possa dare indicazioni operative da condividere con tutti i soggetti coinvolti e in particolare con i vescovi, e originare altre iniziative collegate. Al centro un problema importante, che unisce le indicazioni del capitolo 25 del Vangelo di Matteo, aiutare i malati e accogliere i forestieri. C’è bisogno di ‘samaritani’ che si mettano a disposizione nell’affrontare la questione e trovare soluzioni, un ringraziamento speciale va a chi fa accoglienza, ai confratelli e ai tanti medici che si prestano il loro servizio. Un aspetto su cui mi preme porre l’attenzione è la malattia psichiatrica: la difficoltà di chi affronta tale malattia a spiegare il proprio stato d’animo alimenta il disagio psichiatrico e crea notevoli difficoltà anche a chi si occupa della cura. Su questo chiedo un’attenzione particolare e indicazioni per arrivare a prendere posizioni comuni”.

Nel suo saluto, mons. Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Presidente della Fondazione Migrantes, ha ripreso il titolo di questa edizione del Festival della Migrazione ‘Liberi di partire, liberi di restare’, per sottolineare che “libertà di partire richiede il dovere della cura, che non può non tenere presente della mediazione culturale, mentre la libertà di restare presuppone l’impegno alla cooperazione e allo sviluppo. Un altro aspetto da considerare è la diversità dei profili e l’attenzione alle varie fasi del percorso, quello premigratorio di cui sappiamo quasi nulla, il viaggio e il paese di arrivo. I migranti chiedono cura, ma allo stesso tempo ci curano: per questo è necessario fare attenzione ai 77mila operatori sanitari di cui il 65% senza cittadinanza – come rileva il Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes –  presenti sul territorio, dei quali  22mila medici, che non possono partecipare ai concorsi e di conseguenza trovano incarichi altrove, mentre per il nostro futuro sarebbe importante trattenerli e anzi valorizzarli. Anche per questo va rivista la legge sulla cittadinanza”.

“La varietà e la diversità sono criteri insiti alla creazione – ha affermato nel suo intervento Massimo Angelelli, Direttore dell’Ufficio Nazionale della Pastorale della Salute –, l’uomo e la donna di ogni tempo hanno avuto in affidamento questo Creato che porta in sé il criterio della varietà: categorizzare significa andare contro la logica della creazione. L’articolo 1 della Costituzione Etica della Federazione nazionale degli Ordini sanitari si parla di persona come totalità unificata, centro in cui si armonizzano dimensioni biologiche e spirituali, etiche e bioetiche, culturali  e relazionali, progettuali e ambientali dell’essere umano nel percorso della vita. È una definizione che coinvolge l’essere umano in tutta la sua complessità e che presuppone che il sistema di presa in carico debba essere globale. La cura spirituale è uno degli elementi della relazione di cura, che è più della semplice comunicazione, ma coinvolge tre elementi: l’informazione, la comunicazione intesa come strumento di relazione e l’empatia. L’assistente spirituale è uno dei componenti dell’equipe per area di competenza e si occupa di prendersi carico del malato nella sua dimensione spirituale. Attenzione, però, a non confondere il dolore con la sofferenza: il primo preannuncia il danno e la malattia, la seconda è una condizione psichica e spirituale. Mentre il medico rimane nell’ambito del dolore, l’assistente spirituale si fa carico della sofferenza e risponde a una domanda di senso sul perché che sfugge alla medicina e che non offre una risposta comune a tutti”.

Il Festival della Migrazione è promosso da Fondazione Migrantes, da Porta Aperta come capofila di una cinquantina di organizzazioni, dall’Università di Modena e Reggio Emilia e il Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e Vulnerabilità, con il patrocinio e il sostegno di Regione Emilia-Romagna, Acri, comuni di Modena, Carpi, Spilamberto, Fiorano, Formigine, Maranello e Soliera, inoltre del patrocinio di Università di Ferrara, Università di Camerino, Università di Perugia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università per gli Stranieri di Siena, gode inoltre del sostegno di Fondazione di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Csv Terre Estensi e di Fondazione Collegio San Carlo e del contributo di Bper Banca e Menù.