Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes: binomio immigrazione-sicurezza genera clima di paura e di intolleranza

17 Ottobre 2023 – Roma – Nel dibattito pubblico il binomio immigrazione-sicurezza rimane di stringente attualità, generando un diffuso clima di paura e di intolleranza. Lo sottolinea il rapporto Immigrazione di Fondazione Migrantes e Caritas Italiana presentato oggi. Nel 2022 la componente straniera è rimasta sostanzialmente in linea con il dato dell’ultimo anno, con 17.683 detenuti stranieri su 56.196, pari al 31,4% della popolazione carceraria complessiva. Di questi 16.961 sono uomini e 722 donne. La presenza estera è decisamente giovane, considerato che una grossa fetta dei reclusi ha un’età compresa tra i 30 e i 39 anni. Il continente africano si conferma il più rappresentato in carcere, con un numero di detenuti (9.510) superiore alla metà dei ristretti stranieri (53%). In particolare, sono i detenuti nordafricani a ingrossare le fila dell’area geografica in questione, con i carcerati provenienti dal Marocco (3.577) e dalla Tunisia (1.797) che rappresentano da soli il 56% della componente africana. Segue poi il continente europeo, con 5.801 detenuti, pari al 32% dei detenuti stranieri. In linea con il dato generale, i reati contro il patrimonio (8.951 detenuti) e quelli contro la persona (7.609) rappresentano i principali motivi di detenzione per i detenuti stranieri. A seguire, i reati in materia di stupefacenti (5.811) e quelli contro la pubblica amministrazione (3.466). Tra i reati più contestati agli stranieri rientrano, poi, quelli in materia di immigrazione (1.428). Il reato di associazione di associazione di stampo mafioso, invece, se è il sesto per numero di contestazioni tra i detenuti italiani, tra gli stranieri incide ancora in maniera modesta (277). Rispetto all’anno precedente, si è invece assistito ad un consistente aumento degli ingressi di minori in carcere, sia italiani sia stranieri: questi, tuttavia, sopravanzano numericamente gli italiani. Nel 2022, infatti, i dati dei nuovi ingressi hanno fatto registrare complessivamente 1.016 ingressi, di cui 496 italiani e 520 stranieri. Un fenomeno, almeno in parte, connesso alle gang giovanili in Italia. Nel discorso pubblico, invece, è quasi del tutto assente la dimensione di vittima di chi alle condizioni di fragilità e di precarietà, proprie del migrante, aggiunge quella di persona offesa da un reato. Gli stranieri danno conto di una prevalenza di reati contro il patrimonio. In particolare, nel 2021, gli stranieri hanno denunciato di avere subito furti (60.417 furti, 11.789 furti con destrezza e 1.455 furti con strappo), danneggiamenti (11.199), oltre ad essere stati vittima di truffe e frodi informatiche (16.431). Seguono, tra i reati contro la persona, le denunce per lesioni dolose (10.471) e le minacce (7.633), senza trascurare le 967 denunce presentate dalle donne straniere per violenza sessuale. Alla condizione di vittima di reato si accompagnano discriminazioni di vario genere di cui gli stranieri sono vittima quotidianamente, talvolta con il marchio delle istituzioni: dall’accesso alle prestazioni sociali a quello per gli alloggi pubblici, il catalogo è assai vasto e sfaccettato.