Mons. Perego: la fatica delle migrazioni nel nostro Paese

17 Ottobre 2023 – Roma – Il 32° Rapporto immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes segnala “la fatica delle migrazioni nel nostro Paese: una fatica per accogliere gli arrivi, per valorizzare le competenze, per tutelare i più deboli e i minori, per avviare processi di inclusione e integrazione nella scuola, sul lavoro, nella vita sociale, politica e culturale”. Lo ha detto mons. Gian carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Presidente della Fondazione Migrantes a conclusione della presentazione del Rapporto oggi a Roma.  I dati del Rapporto 2023 evidenziano “in maniera chiara questa fatica: i permessi di soggiorno più numerosi sono per ricongiungimenti familiari, per protezione temporanea, per la regolarizzazione e non per lavoro e studio; la natalità nelle famiglie migranti è in calo;  molte nazionalità – ha aggiunto mons. Perego – stanno partendo (Albanesi, cinesi, polacchi…) più che arrivare; la disoccupazione maggiore degli immigrati, soprattutto delle donne, la irregolarità crescente per la mancanza di incontro tra domanda e offerta di lavoro, la maggiore insicurezza dei migranti, soprattutto sul lavoro, ma anche nella vita sociale, l’incapacità di governare le migrazione, con tre decreti in un anno centrati solo sulla sicurezza. A questo si aggiungono le discriminazioni sociali e istituzionali (accesso alla casa, alla salute) e pregiudizi costanti sulla criminalità dei migranti (che è uguale da 20 anni nel nostro Paese) o sul costo delle loro prestazioni sanitarie, che in realtà sono il 6,5% del totale e sono ampiamente pagate dalle tasse che pagano, con un saldo positivo di quasi 2 miliardi di euro”. Il Rapporto immigrazione 2023 presentato oggi – ha concluso – “può essere uno strumento utile per analisi sociali, progetti politici, cammini sinodali della nostra Chiesa, perché sia tutelata la libertà di migrare, restare o ritornare, ma soprattutto perché il nostro Paese maturi la consapevolezza che il futuro dipende anche da politiche migratorie che sappiano attrarre, riconoscere e valorizzare i migranti”.