Mci Germania: prosegue il convegno nazionale a Palermo

5 Ottobre 2023 – Palermo – “C’è una «casa comune» nella quale possiamo essere realmente «fratelli tutti», nella misura in cui sappiamo condividere lo spazio che ci è messo a disposizione, al di là di ogni tipo di interesse e oltre ogni forma di ingiustizia”. Così mons. Alessandro Damiano, arcivescovo di Agrigento, guidando le preghiera delle Lodi che ha aperto la terza giornata di lavori del convegno nazionale delle missioni e delle comunità cattoliche di lingua italiana in Germania in corso di svolgimento (3-6 ottobre 2023) a Isola delle Femmine (Pa), dedicato al tema “Lontano da casa, essere a casa. Ovunque tu vada la Chiesa è con te”. Per mons. Damiano “la logica dello spazio condiviso, grazie alla quale – anche in terre diverse – non siamo più «stranieri né ospiti, ma […] concittadini dei santi e familiari di Dio» (Ef 2,19), diventa così l’antidoto più efficace a quella dei beni contesi, che ci rende nemici e rivali – anche nella stessa terra – su strade destinate a non potersi incrociare e a non convergere mai verso mete comuni”. E ancora: “Non cadiamo, allora, nell’equivoco di pensare la terra – quella delle origini e quella dove portano i flussi migratori – come una realtà in cui o si è autoctoni o si resta forestieri, perché siamo chiamati a una reciprocità che amplifica e completa il senso di identità e di appartenenza, nello stesso spazio che condividiamo”. Con riferimento diretto al tema della giornata, Vivere uno spazio condiviso: con il cuore in Sicilia e i piedi in Germania”. “Vivere «con il cuore in Sicilia e i piedi in Germania» – ha detto l’arcivescovo di Agrigento – non diventi pertanto l’espressione di una rottura inconciliabile tra un passato perduto e un futuro incerto, che provoca nostalgie e paure. Sia piuttosto l’impegno di una circolarità feconda tra identità a confronto, che genera nuove speranze per un presente da vivere in pienezza, attraverso le «opere della pace» e la «edificazione vicendevole» a cui la Parola di Dio ci ha esortati”.

La giornata ha dato spazio a istituzioni locali, associazioni ed enti che si occupano in maniera particolare dell’immigrazione siciliana. Gli ospiti che si sono confrontati nella sessione mattutina sono stati: Saverino Richiusa, dell’Assessorato della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro della Regione siciliana; Grazia Messina, direttrice del Museo Etnea delle Migrazioni di Giarre; Angelo Lauricella, Presidente dell’Unione siciliana emigrati e famiglie; mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone.

Saverino Richiusa, dell’Assessorato della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro della Regione siciliana, ha tracciato le coordinate l’impegno della Regione Siciliana per le migrazioni, con particolare attenzione a quanto riguarda il mantenimento dei legami con la terra di origine e agli interventi programmati o, comunque, possibili, per il ritorno in patria di chi ha la lasciato la terra di Sicilia.

Grazia Messina, direttrice del Museo Etnea delle Migrazioni di Giarre, ha presentato il Museo che dirige e ha descritto il fenomeno migratorio che emerge dal materiale e dalle testimonianze che il Museo racconta. Un excursus storico e antropologico  del fenomeno. Le caratteristiche dell’andare e del ritornare, e gli attributi del ritorno a tempo determinato per vacanze. Non solo dati e studi, ma anche parole dirette di chi ha vissuto la migrazione e che sono diventate testimonianze. Storie che sono diventate tratti di storia collettiva.

Angelo Lauricella, Presidente dell’Unione siciliana emigrati e famiglie, ha esordito facendo riferimento alla sua esperienza personale di Racalmutese, paese agrigentino di migrazione, e di politico.  Ma è nella sua qualità di guida dell’Usef che ha detto dei legami forti degli emigrati con i paesi di origine, del bisogno di sentire casa anche a distanza, che passa dalle tradizioni, sia essere folkloriche, gastronomiche che legate alla pietà popolare. Ha ribadito le bellezze delle tante iniziative locali per mantenere saldi i rapporti tra migranti e luoghi d’origine, ma ha messo in evidenza la necessità di chiedere leggi, rafforzare quelle che ci sono e rendere prassi quanto fino ad ora si fa in modo quasi esperienziale e limitata.