Migrazioni: la Corte di giustizia della Ue fa chiarezza su “rimpatri” e “respingimenti”

26 Settembre 2023 – Roma – Con sentenza del 21 settembre scorso (causa C‑143/22) la Corte di giustizia dell’Unione europea è intervenuta in tema di ripristino di controlli alle frontiere interne, dichiarando che la direttiva “rimpatri” si applica a ogni cittadino di un paese terzo che sia entrato nel territorio di uno Stato UE senza soddisfare le condizioni d’ingresso, di soggiorno o di residenza, e ciò vale pure se l’interessato sia entrato nel territorio ancor prima di aver attraversato un valico di frontiera ove tali controlli vengono effettuati.

Secondo la Corte gli irregolari devono beneficiare «di un certo termine per lasciare volontariamente il territorio» in quanto «la direttiva Ue sui rimpatri va sempre applicata, anche nel caso di controlli ai confini interni» ripristinati temporaneamente da uno Stato membro, mentre l’allontanamento forzato può avvenire solo come extrema ratio.

La Corte ricorda inoltre che gli Stati membri possono trattenere un cittadino di un Paese terzo, in attesa del suo allontanamento, in particolare qualora il cittadino costituisca una minaccia per l’ordine pubblico. Inoltre – sottolineano i giudici – la direttiva rimpatri non osta all’arresto o al fermo di polizia di un cittadino di un Paese terzo il cui soggiorno è irregolare quando egli sia sospettato di aver commesso un reato diverso dal semplice ingresso irregolare nel territorio nazionale, in particolare un reato che può costituire una minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza interna dello Stato membro interessato. (Alessandro Pertici)