Migrantes Torino: oggi l’avvio del festival dell’Accoglienza con mons. Repole e mons. Felicolo

14 Settembre 2023 – Torino – Parte oggi a Torino un mese di eventi con al centro il tema dell’accoglienza. Si tratta del Festival dell’Accoglienza promosso dall’Ufficio Migrantes della diocesi e che si snoderà sull’intero territorio.

48 giorni di Festival, 70 eventi, più di 200 relatori e il coinvolgimento di 40 sedi dislocate a Torino, in Piemonte e in altre Regioni in collaborazione con la Fondazione Migrantes, il Distretto sociale Opera Barolo e il patrocinio della Città di Torino e dell’Università degli Studi di Torino e con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Fondazione CRT.  Un festival che rappresenta “un fiore all’occhiello per la diocesi di Torino”, ha detto nel corso di una conferenza stampa l’arcivescovo della città, mons. Roberto Repole. A Torino ci sono – ha aggiunto – molte persone che vorrebbero confrontarsi sul tema dell’accoglienza e il festival è una occasione per riflettere a partire dal tema, scelto da papa Francesco, della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra il prossimo 24 settembre, “Liberi di scegliere se migrare o restare”. Spesso, ha spiegato mons. Repole, si emigra per necessità quindi è “importante realizzare un festival autentico sul tema dell’accoglienza a partire dalle cause della migrazione”. Dobbiamo interrogarci, secondo il presule, se “noi siamo capaci di educare i giovani sul tema dell’accoglienza, se abbiamo una forza educatrice per disinnescare le migrazioni forzate”. Accogliere non è solo la “prima accoglienza in emergenza: non ci si può fermare a questo ma si tratta di accogliere persone con le loro ferite, aspirazioni, aspettative”. Per mons. Repole “occorre un ripensamento dei nostri modelli sociali e antropologici affinché ci siano persone che se vogliono emigrare lo facciano liberamente. È necessario scoprire che abbiamo tutti a che fare con delle persone e con la loro dignità, e riconoscerla: persone che hanno dei valori, tradizioni, ferite, attese”. Un festival che riveste un ruolo importante per questa città con uno sguardo anche alla realtà nazionale in un tempo di arrivi significativi, ha detto mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes: “arrivi che portano sempre più ad un incontro e l’incontro, ogni incontro nuovo con persone nuove, rappresenta una ricchezza ma anche fatica. Il tema della mobilità ha segnato e segna ancora oggi la storia economica, politica, culturale del nostro Paese. Una storia che va letta con occhi nuovi per evitare letture ideologiche che ne cambiano la fisionomia. È questo è stato ed è uno degli impegni costanti della Migrantes, la Fondazione della CEI nata 36 anni fa per essere a fianco di coloro che sono in mobilità”. Mons. Felicolo ha evidenziato come l’attenzione ai fatti è un “presupposto importante per la crescita di un interesse pastorale e sociale e per una lettura del fenomeno migratorio. Studiare, informare e formare sono le parole chiavi che aiutano a costruire una nuova relazione diffusa e intelligente, con un’attenzione preferenziale ai più deboli come i migranti  che arrivano, spesso, nelle nostre città e rimangono ai margini”. Per mons. Felicolo “solo l’incontro aiuta a costruire relazioni che vincono la paura, aprono al confronto, invitano al dialogo. Le città crescono nella misura in cui si riconoscono le persone che nascono, crescono e vivono in esse. Ecco perché è importante, sul piano culturale, un’azione di sensibilizzazione e di formazione che aiuti a superare luoghi comuni, pregiudizi che creano ancora di più distanze tra la città e i poveri”. Bisogna “accompagnare il cambiamento con segni di speranza nei nostri territori”. Il direttore generale della Migrantes ha quindi parlato dell’importanza della cittadinanza  in relazione al fenomeno migratorio nel nostro Paese che vuol dire “riconoscere, proteggere e attribuire diritti a tutela dell’identità culturale come bene costitutivo della dignità umana”. La cittadinanza è “il primo segno di accoglienza nelle nostre città dove possono e debbono convivere uomini e donne con lingue e cittadinanze di origine diverse”.

Il festival si svolgerà da oggi fino al 30 ottobre: un arco temporale in cui si celebreranno la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato (domenica 24 settembre), la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza (martedì 3 ottobre), la Giornata Europea contro la Tratta di Esseri Umani (mercoledì 18 ottobre) e la Giornata Missionaria Mondiale (domenica 22 ottobre).

Il tema-guida di quest’anno è la libertà: “Liberi di scegliere se migrare o restare” come ha sottolineato Papa Francesco nel suo messaggio per la GMMR 2023. “Certamente la libertà di movimento delle persone rimane un orizzonte importante a cui tendere e per cui lavorare”,  sottolinea Sergio Durando, direttore Migrantes della diocesi di Torino e curatore del Festival: “in questo momento le persone non sono libere, ma sempre più ‘costrette’ a lasciare i loro Paesi o a non potersi muovere e crescono le restrizioni di ogni tipo alla mobilità, soprattutto nei Paesi più ricchi. In particolare – prosegue – stiamo assistendo un po’ ovunque a uno smantellamento del sistema dell’accoglienza. Inoltre, aumentano i conflitti nel mondo e il Festival vuole essere un’occasione per approfondire, attraverso quattro incontri, la situazione critica di cinque Paesi: Sudan, Somalia, Eritrea, Etiopia e Afghanistan (con un focus sulla condizione delle donne). La manifestazione – afferma – rimane uno strumento per condividere e incoraggiare le esperienze di accoglienza che esistono e che sono importanti per tutti: minori, anziani, persone con background migratorio, uomini e donne di ogni età e provenienza. Quest’anno inoltre – conclude Durando – ricorrono i 10 anni della tragedia di Lampedusa e per il 3 ottobre è in programma un grande raduno di studenti delle scuole presso lo Stadio Olimpico di Torino”.