GMMR: a Piacenza la Giornata nazionale in Italia

13 Settembre 2023 – Roma – Domenica 24 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. In Italia le celebrazioni principali si svolgeranno nella regione Ecclesiastica dell’Emilia Romagna. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Migrantes, in collaborazione con la Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna e con gli uffici diocesani Migrantes.

Il programma prevede, come momento centrale, una solenne liturgia eucaristica a Piacenza, nel Duomo dedicato a Santa Maria Assunta e Santa Giustina, presieduta dal vescovo di Piacenza-Bobbio, mons. Adriano Cevolotto. Concelebreranno con lui i vescovi della regione, i direttori diocesani e il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo. La Santa Messa sarà trasmessa in diretta su Rai Uno. La Giornata sarà prece­duta da un incontro mer­coledì 20 settembre nella Sala degli Arazzi al Colle­gio Alberoni di Piacenza. Durante questo evento, si farà memoria della trage­dia del mare del 2 luglio 1940, quando la nave in­glese Arandora Star, cari­ca di deportati tra cui molti emigrati originari dell’Appennino parmen­se e piacentino, venne si­lurata da un sommergibi­le tedesco. Il vescovo mons. Adria­no Cevolotto insieme alle principali autorità citta­dine, si metterà in dialo­go per ricordare le vitti­me e rinnovare l’impor­tanza di non dimenticare le lezioni apprese dalla storia. Sabato 23 settembre al­le 20.30 si terrà in prepa­razione, alla Giornata, una veglia di preghiera nella Casa madre degli Scala­briniani. Il direttore Migrantes della diocesi di Piacenza-Bobbio, p. mario Toffari, sottolinea come la scelta di Piacenza per la Giornata sia molto significativa, in quanto la città, che ha avuto come vescovo Scalabrini, ha “una lunga storia di emi­grazione e porta con sé tutta la drammaticità del­la prima migrazione emi­liana”: I piacentini di al­lora dicevano al loro Ve­scovo: “o emigrare o ru­bare”, ricorda p. Toffari: “l’espressione fa emergere un quadro va­riegato di un fenomeno, che a fine ‘800 e nella pri­ma metà del ‘900 registrò  flussi imponenti di emi­grazione, soprattutto dal­le aree marginali della montagna piacentina, portando tantissime per­sone verso Londra, Pari­gi, New York, Buenos Ai­res, dove rimangono ag­gregazioni vivaci e anco­ra legate alle terre di ori­gine”. (Raffaele Iaria)