25 Luglio 2023 –
Roma – Un «piano d’azione» per avviare misure concrete per la crescita e lo sviluppo del Mediterraneo e dell’Africa: questo il focus della Conferenza internazionale sullo sviluppo e le migrazioni, organizzata dal governo italiano e svoltasi a Roma, alla presenza di 21 tra leader dei Paesi del Mediterraneo, del Golfo, dell’Unione europea e dell’Unione africana.
Le conclusioni dei lavori, che saranno trasmesse all’Onu, delineano «una piattaforma strategica, globale» per «rinnovare l’impegno comune ad affrontare i fattori politici, socio-economici e climatici della migrazione e a promuovere percorsi legali e sicuri per i migranti e contrastare più efficacemente la tratta di esseri umani». Un obiettivo ribadito anche dal presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che ha chiesto di «aprire percorsi legali di migrazione fra i continenti e contro trafficanti spietati». Il modello da seguire, ha aggiunto, deve essere l’accordo siglato recentemente con la Tunisia, ovvero «un approccio pragmatico basato su interessi condivisi e valori comuni». Presente a Roma, tra gli altri, anche il presidente tunisino, Kaïs Saïed, ricevuto stamani dal suo omologo italiano, Sergio Mattarella.
Il documento finale della Conferenza invita, inoltre, «le organizzazioni internazionali a valutare le forme più opportune di sostegno finanziario ai Paesi di origine e di transito dei migranti per la realizzazione di iniziative e progetti di cooperazione». Al contempo, si sottolinea «il nesso clima-rifugiati», con l’impegno a «rafforzare il ruolo dell’Africa, del Mediterraneo e del Golfo come hub per la cooperazione sulle energie rinnovabili».
«La Conferenza di Roma – ha detto il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni – è l’inizio di un percorso pluriennale, ma con una obiettivi urgenti». Le ha fatto eco il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, il quale ha parlato di «un impegno rafforzato e condiviso da parte dei governi e delle organizzazioni internazionali».
Voci critiche, tuttavia, arrivano da alcune ong, come Save the children che afferma: «È necessario che l’assistenza ai Paesi terzi sia fondata sul rispetto dei diritti umani», perché «solo adottando misure concrete per migliorare le condizioni dei più vulnerabili, compresi i minori, l’Ue può aspirare a definire politiche sostenibili e a lungo termine nel campo della migrazione».


