Londra: “Sì ai migranti in Ruanda”

19 Luglio 2023 – Londra – È arrivata nel porto di Portland, nel Dorset, sulla costa sud inglese, la “Bibby Stockholm”, una nave caserma, attrezzata come centro di detenzione per migranti illegali, che dovrebbe ospitare, nei prossimi mesi, almeno 500 richiedenti asilo.
Il fatto segue solo di poche ore l’approvazione definitiva della controversa legislazione del governo britannico che prevede la deportazione in Ruanda per gli irregolari che attraversano il canale della Manica su piccole imbarcazioni. Il cosiddetto “Illegal Migration Bill”, questo il nome della legge, è stato pensato da premier Rishi Sunak, per scoraggiare gli sbarchi dei “piccoli scafi”, gestiti da gang di trafficanti. Sbarchi che hanno raggiunto livelli record nel 2022: 45.755 persone in gran parte passate dalla Francia.
Oltre 12mila sono già sbarcati quest’anno, più o meno la stessa cifra raggiunta nel 2022. Si tratta di cifre relativamente limitate, se pensiamo che sono stati oltre 600mila i migranti legali lo scorso anno, ma gli sbarchi sono un grande imbarazzo per un governo conservatore che aveva promesso, durante la campagna per Brexit di blindare i confini del Paese. L’iter del provvedimento si è chiuso nella notte, dopo un lungo ping pong durato settimane, con la Camera dei Lord, che ha cercato, prima, di fermare la legge e, poi, di emendarla in modo drastico. Alla fine i Pari del Regno hanno ceduto e dato l’ok ai Comuni ai quali spetta, in ogni caso, l’ultima parola. Ora non resta che il passaggio, solo formale, del “Royal Assent”, l’ultima tappa di ogni iter legislativo, la controfirma del re Carlo III. Il programma, annunciato dall’allora premier britannico Boris Johnson, il 14 aprile 2022, prevede che il Ruanda accolga migliaia di richiedenti asilo in cambio di 120 milioni di sterline, circa 140 milioni di euro, e introduce una serie di restrizioni draconiane al diritto, da parte dei cosiddetti irregolari, di presentare, a posteriori, domanda d’asilo sull’isola e ne facilita l’espulsione verso Paesi Terzi. Ad opporsi alla legislazione sono state la Chiesa cattolica d’Inghilterra e Galles, la Chiesa d’Inghilterra e le più importanti Ong umani-tarie, oltre alle Nazioni Unite, i laburisti e a una parte dello stesso partito Tory. Secondo tutte queste istituzioni la nuova legge violerebbe i diritti umani di migranti e richiedenti asilo.
Fino ad oggi la legge non è mai stata applicata ovvero nessun migrante illegale, giunto nel Regno Unito, è mai stato deportato in Ruanda perché, ogni volta che il governo tentava il trasferimento, i giudici lo fermavano. L’ultimo intervento della magistratura risale alla fine di giugno, quando il Tribunale d’appello britannico, interpellato da una decina di richiedenti asilo, rappresentati dall’associazione “Asylum Aid”, ha deciso che l'”Illegal Migration Bill” violava la legislazione sui richiedenti asilo.
Il braccio di ferro tra giudici e governo è destinato a continuare.
Proprio la scorsa settimana, infatti, l’esecutivo è stato autorizzato a ricorrere alla Corte Suprema contro l’ultima sentenza della Corte d’Appello della fine di giugno. Se è molto contestata la legislazione per la deportazione dei richiedenti asilo in Ruanda, non meno controversa è la nave prigione arrivata, in queste ore, trascinata da un rimorchiatore, sulla costa sud inglese, dopo essere partita dal Falmouth, in Cornovaglia. I primi dei 500 richiedenti asilo ad essere ospitati dovrebbero salire a bordo alla fine di luglio anche se alcune organizzazioni umanitarie hanno espresso riserve sulle condizioni nelle quali saranno ospitati. Downing street ha difeso, fino ad oggi, l’uso di chiatte per ospitare migranti, insistendo che è un’alternativa meno costosa rispetto alle camere di hotel. Mani-festanti, con cartelli con le scritte “Benvenuti rifugiati” e “No alle prigioni galleggianti” si sono radunati al porto di Portland per protestare contro l’arrivo della “Bibby Stockholm”. (Silvia Guzzetti – Avvenire)