8xmille: diminuiscono i fondi, ma non l’impegno per la carità

26 Maggio 2023 –

Roma – Il gettito dell’8xmille è in calo, ma niente paura. Intanto perché non diminuirà invece l’impegno della Chiesa italiana in favore dei poveri. E poi perché si tratta probabilmente di una situazione contingente, dovuta agli strascichi della pandemia. I dati sono stati resi noti ieri nel corso della conferenza stampa finale della 77.ma assemblea generale della Cei. La somma assegnata alla Chiesa cattolica per il 2023 ammonta a poco più di un miliardo di euro (1.003.206.395,65 per la precisione), con un calo di 100 milioni rispetto allo scorso anno. Ma questo, come ha spiegato il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi, è dovuto in gran parte al fatto che «i dati di quest’anno sono riferiti al 2020, l’anno dell’esplosione della pandemia e del blocco delle attività industriali, con ovvie ricadute sul gettito totale dell’Irpef . Se questo gettito diminuisce, cala anche l’8xmille, e quindi la sua quota destinata alla Chiesa cattolica». Quest’anno, inoltre, la Chiesa Cattolica ha dovuto rimborsare allo Stato oltre 36 milioni di euro dell’acconto ricevuto tre anni fa (come prevede il meccanismo di legge, che si basa su acconti e conguagli, una volta che si conoscono le effettive scelte dei contribuenti). E anche questo ha pesato sulla cifra finale. I vescovi hanno però deciso di non arretrare sotto il profilo dell’impegno a favore dei poveri. I fondi che mancano saranno infatti integrati, ha spiegato sempre monsignor Baturi, grazie all’integrazione di somme in possesso della Cei e derivanti da accantonamenti e residui degli anni passati. «L’8xmille fa tanto bene: faremo di tutto per non farne di meno», ha detto Baturi. E il cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi, ha aggiunto: «L’8xmille è molto utile per tutti, perché la Chiesa cattolica lo dà a tutti, senza nessuna destinazione. A tutti coloro che sono i destinatari degli aiuti non chiediamo nessun tipo di appartenenza». Secondo i dati diffusi, hanno firmato a favore della Chiesa cattolica il 71% degli italiani, il che conferma che la Chiesa stessa è saldamente al primo posto nella fiducia dei contribuenti. Il miliardo ricevuto quest’anno sarà diviso fra le tre finalità previste dalla legge 222 del 1985: poco più di 352 milioni di euro alle esigenze di culto della popolazione (diocesi, nuove chiese, beni culturali ecclesiastici, fondo per la catechesi e l’educazione cristiana, tribunali ecclesiastici regionali), 243 milioni alla carità (compresi 80 milioni per il terzo mondo) 403 milioni per il sostentemento del clero. Poco meno di 5 milioni sono stati accantonati. (M.Mu.)