Vangelo Migrante: Ascensione del Signore |Vangelo (Mt 28, 16-20)

17 Maggio 2023 –  

Nella versione dell’evangelista Matteo non viene raccontata la ‘scena’ dell’Ascensione ma il suo senso.

Si parla di un passaggio dalla terra al cielo che riguarda Gesù. Con l’Ascensione è stata aperta una via di collegamento; una via che non potrà più essere chiusa. Non vi è più una separazione insanabile tra il mondo dell’uomo e il mondo di Dio: Gesù stesso è la Via che rimette in collegamento i due mondi, la Porta attraverso la quale l’umanità può ritornare nel giardino di Dio.

Una via è costruita per essere percorsa. Per questo Gesù lascia una mandato: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli”. Ciò che è stato dato di comprendere e di vivere ai discepoli, non può essere tenuto solo per loro: il comando di Gesù è chiaro ed esorta ad andare ovunque per dire a tutti la verità di questa via che ormai è ‘la Via’ che dalla terra conduce a Dio.

Il giorno dell’Ascensione di Gesù è anche il giorno dell’invio dei discepoli a tutti i popoli. Per questo in diverse diocesi questa è la domenica in cui si celebra anche la Festa dei Popoli: il giorno nel quale il Signore ritorna al Padre è l’inizio di un mondo nuovo. La Chiesa contempla e cammina: contempla il suo Signore che ascende, cammina piena di gioia raccontando agli uomini la salvezza di Dio.

Il tutto, non a caso, avviene in Galilea, un luogo meticcio, abitato da uomini e donne di diverse culture e provenienze, non proprio ortodosso, secondo i canoni religiosi dettati a Gerusalemme; e, forse, non proprio scontato nemmeno ai nostri giorni. L’appuntamento, lo ha dato Gesù la mattina della Resurrezione. La convocazione attorno a Gesù la fa Gesù. I discepoli rispondono a quello che chiede Lui e fanno quello che chiede Lui.

Questo è il ‘milieu’ umano e spirituale in cui uno sparuto gruppo di discepoli inizia quella missione che dura ancora oggi; ed è là che torniamo tutti quando, stanchi e sfiduciati, possiamo riascoltare la Sua voce: “ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. (p. G. Saracino)