12 Maggio 2023 –
Roma – Da una parte, i dati: secondo l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), in questi primi mesi del 2023 sono già 938 le persone annegate nel Mediterraneo centrale, mentre tentavano i “viaggi della speranza” su fragili barchini. E si tratta di stime per difetto. Dall’altra parte, la politica: la Germania ha concordato misure più restrittive per frenare l’aumento dell’immigrazione irregolare. In un accordo siglato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e i capi delle 16 regioni del Paese, si prevede l’ammodernamento dei sistemi informatici per velocizzare l’iter delle domande di asilo, il che porterebbe ad accelerare le espulsioni. Esteso da 10 a 28 giorni, inoltre, il periodo massimo di detenzione per i migranti. Dibattito acceso anche nel Regno Unito: l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha esortato il governo del premier Rishi Sunak a riconsiderare l’Illegal Migration Bill , definendolo «moralmente inaccettabile e politicamente impraticabile». Se adottato, infatti, questo progetto di legge sui migranti negherebbe il diritto di chiedere la protezione di rifugiati alle persone che arrivano irregolarmente nel Paese. La proposta prevede anche il trasferimento in Rwanda di una parte dei richiedenti asilo in attesa di risposta dal Regno Unito. Ma tra questi due poli, nel mezzo, ci sono i migranti. Anzi: le persone migranti, perché dietro questo aggettivo c’è sempre un essere umano, cosa che troppe volte si tende a dimenticare. (OR)


