20 Aprile 2023 – Roma – Joines Exil ha 23 anni e alle sue spalle ha lasciato un Paese devastato da anni di instabilità politica, economica e sociale, oltre che di sanguinose violenze di bande criminali, devastanti terremoti e mortali epidemie: Haiti. Da tempo il giovane si trova a Cittá del Messico, dopo otto anni trascorsi in Cile, da dove è andato via a febbraio perché – spiega alla Reuters – l’inflazione gli ha lasciato meno soldi da mandare a casa. Joines è tra le migliaia di migranti che si riversano in Messico, con l’obiettivo di passare la frontiera con gli Stati Uniti. Le richieste di asilo degli haitiani in Messico sono aumentate quest’anno e potrebbero raggiungere un record di oltre 50.000, ha riferito Andrés Ramírez, responsabile della Commissione per l’assistenza ai rifugiati. Nei primi tre mesi dell’anno, ha aggiunto, 13.631 haitiani hanno presentato domanda per lo status di rifugiato, tenendo presente che nell’intero 2022 le richieste erano state poco più di 17.000. Ramírez ha stimato che «se la tendenza attuale dovesse continuare supererebbe sicuramente il livello raggiunto nel 2021», quando era stato registrato il record di 52.000 istanze. Secondo le testimonianze, molti migranti iniziano anche a contemplare un futuro in Messico piuttosto che negli Stati Uniti, per un inasprimento dei controlli alle frontiere. Nei giorni scorsi i funzionari di Cittá del Messico hanno trasferito circa 400 haitiani da un campo informale sorto in una piazza della capitale a un nuovo centro di accoglienza in periferia, nel quartiere di Tláhuac . Lì si trova Joines e, con lui, ci sono anche Kelly, Mikelange, Cristina. Volti e storie diverse, accomunati dall’incertezza, loro malgrado, della direzione da intraprendere domani.


