Istat: in calo gli stranieri che acquisiscono la cittadinanza italiana

16 Marzo 2023 – Roma – Nel 2021 le acquisizioni di cittadinanza sono 121.457 (23,5‰ residenti; -7,8% rispetto al 2020). Si tratta prevalentemente di donne (il 50,7% in media nazionale), con differenze a livello regionale che vanno dal massimo della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (il 55,5% di donne sul totale delle acquisizioni) all’Abruzzo dove si riscontra una maggiore presenza di uomini (solo il 46,6% di donne). Sono alcuni dati presenti nel report dell’Istat sugli stranieri residenti in Italia e nuovi cittadini. Le acquisizioni di cittadinanza si sono registrate prevalentemente nel Nord-ovest (38,5%) dove la presenza straniera è più radicata, con la Lombardia a fare da traino con il 24,3% di acquisizioni sul totale nazionale. In rapporto alla popolazione i valori più elevati si riscontrano in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (54,1‰ residenti) e nella provincia autonoma di Trento (52,8‰); mentre in Campania si registra il valore più basso (9,6‰).
Nell’ultimo triennio – sottolinea l’Istat – le regioni che hanno visto accrescere in modo lineare il numero di acquisizioni in rapporto alla popolazione sono state la provincia autonoma di Trento (che è passata dal 35,3‰ del 2019 al 52,8‰ del 2021) e l’Emilia-Romagna (dal 22,7‰ al 29,3‰), mentre valori decrescenti si riscontrano in Umbria (dal 31,5‰ al 23,1‰), in Abruzzo (dal 37,2‰ al 22,0‰) e in Puglia (dal 18,3‰ al 14,3‰). La principale modalità di acquisizione della cittadinanza italiana nel 2021 è la residenza (42% del totale), seguita a breve distanza dai procedimenti che avvengono per trasmissione del diritto dai genitori ai figli minori conviventi (32%). Sono, invece, molto meno rilevanti le acquisizioni per matrimonio (12%), l’elezione da parte dei nati in Italia al compimento del diciottesimo anno di età (8%) e la discendenza da avi italiani (6%).
Il Mezzogiorno presenta un basso peso relativo di acquisizioni per matrimonio, residenza e trasmissione sul totale dei procedimenti (nel complesso pari al 71,7% contro l’88,6% del Nord e l’83,7%
del Centro). Riveste, invece, maggiore importanza in quest’area, visto il passato di terra di emigrazione, l’acquisizione per discendenza da avi italiani (che rappresenta il 21,5% di tutti i procedimenti). In alcune regioni del Mezzogiorno lo ius sanguinis assorbe la maggior parte delle acquisizioni, come ad esempio in Calabria (33,9%).
Nel complesso gli italiani per acquisizione della cittadinanza residenti in Italia al 1° gennaio 2021 sono 1.470.680ii. La numerosità di questa popolazione è rilevante non solo nell’interpretare la sostanziale stabilità della popolazione straniera negli ultimi anni, molti sono infatti coloro che negli anni da stranieri sono diventati italiani, ma anche nella lettura dei diversi fenomeni demografici. Si consideri ad esempio che nel 2021 molte nozze tra stranieri e italiani sono state in realtà celebrate tra stranieri e nuovi italiani (circa il 12% dei matrimoni misti).
Dal punto di vista territoriale, si deve evidenziare che solamente il 12,5% dei nuovi cittadini risiede nel Mezzogiorno.
Mentre soltanto in Lombardia ci sono oltre 348mila “nuovi cittadini”, in tutto il Mezzogiorno sono meno di 185mila. Se si considera l’insieme della popolazione di origine straniera (stranieri più nuovi cittadini) in diverse regioni del Centro-nord la quota di nuovi cittadini si colloca oltre il 20%; supera il 29% nelle Marche e il 26% in Veneto. La quota di nuovi cittadini resta al di sotto del 20% in tutto il Mezzogiorno tranne nelle regioni Molise e Abruzzo, dove però i numeri della popolazione di origine straniera sono contenuti.
Considerando, inoltre, che molti di coloro che diventano cittadini italiani nel Mezzogiorno seguono una procedura per discendenza (si tratta perlopiù di eredi di emigranti italiani verso l’America Meridionale) è evidente che la stabilizzazione dei migranti nel nostro Paese continua ad avvenire al Centro-Nord, dove gli stranieri riescono ad avviare percorsi di integrazione che portano fino all’acquisizione della cittadinanza.