Commissione europea e Piano d’azione sul Mediterraneo centrale

22 Novembre 2022 – Roma – Le istituzioni europee stanno discutendo delle recenti difficoltà nello sbarco dei migranti arrivati via mare, in particolare dopo le operazioni di ricerca e soccorso condotte dalle imbarcazioni delle ONG nel Mediterraneo centrale, e dell’attuazione del meccanismo volontario di ricollocazione concordato nel giugno scorso. “Gli ultimi eventi hanno acceso i riflettori sulla rotta del Mediterraneo centrale, dove nel 2022 sono arrivati oltre 90 mila migranti e rifugiati, partiti principalmente da Libia e Tunisia e originari principalmente di Egitto, Tunisia e Bangladesh, con un aumento di oltre il 50% rispetto al 2021”, ha ricordato la Commissione europea. Pertanto, in vista del Consiglio straordinario Giustizia e affari interni del 25 novembre 2022, l’esecutivo europeo ha presentato ieri (21 novembre) un piano composto da venti punti. Pur sottolineando che le soluzioni strutturali potranno essere trovate solo attraverso un accordo sull’intera serie di riforme in materia di asilo e migrazione attualmente in fase di negoziazione, la Commissione propone una serie di misure operative per affrontare le sfide immediate e in corso lungo la rotta migratoria del Mediterraneo centrale. E tra queste un codice “per le imbarcazioni dedite alle attività di ricerca e salvataggio, in particolare alla luce degli sviluppi nel contesto europeo”. “Gli Stati membri devono accelerare l’attuazione del meccanismo di solidarietà concordato il 22 giugno 2022 che affronti le strozzature finora individuate, migliorando la flessibilità, razionalizzando i processi e attuando il finanziamento di misure alternative”, è quanto si legge nel piano d’azione. “A tal fine la piattaforma di solidarietà rivedrà le procedure operative standard per la ricollocazione al fine di ottenere procedure più efficienti e rapide, anche per fornire un rapido sostegno agli Stati membri che ricevono arrivi via mare. La piattaforma della solidarietà abbinerà progetti proposti e contributi finanziari per avviare l’attuazione delle misure alternative di solidarietà attraverso progetti coerenti con le attività e le esigenze individuate. Saranno inoltre rafforzati i collegamenti tra il meccanismo volontario di solidarietà e le azioni previste nella dimensione esterna della migrazione.

L’Eu-Aa (la Nuova Agenzia Europea per i richiedenti asilo) darà la priorità al sostegno agli Stati membri nella rapida attuazione del meccanismo volontario di solidarietà attraverso i suoi strumenti e piani operativi. La piattaforma di solidarietà continuerà a coordinare l’attuazione del meccanismo, identificherà le modalità per migliorarlo e prenderà in considerazione ulteriori impegni, se necessario”. L’agenzia Ue di controllo delle frontiere “Frontex, insieme agli Stati membri interessati, effettuerà una valutazione mirata della situazione nel Mediterraneo centrale per identificare le esigenze di un sostegno rafforzato attraverso operazioni congiunte, sorveglianza aerea e marittima, sviluppo di capacità e consapevolezza situazionale per gli Stati membri all’esterno frontiere”.

Presentando il piano, il Commissario Ue agli Affari interni, Ylva Johansson, ha detto che “l’obbligo legale di soccorrere e di garantire la sicurezza della vita in mare è chiaro, a prescindere dalle circostanze che portano le persone a trovarsi in una situazione di disagio. Salvare vite è sempre il primo obbligo, ma qui ci sono molte sfide. La situazione odierna delle navi private che operano in mare è uno scenario che manca ancora di sufficiente chiarezza. Questa sfida attuale non era stata presa in considerazione quando il diritto marittimo è stato concordato per la prima volta, è necessaria una maggiore cooperazione tra gli Stati membri, gli Stati di bandiera e gli Stati costieri e altri attori pertinenti”. Il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, si dice “soddisfatto per i contenuti del piano reso noto dalla Commissione europea. Il testo mette al centro della discussione alcune importanti questioni in tema di gestione dei flussi migratori e lo fa nella prospettiva già auspicata dal Governo italiano. Sono convinto che si tratti di una valida traccia di lavoro comune”. In particolare, sottolinea il titolare del Viminale, le questioni che più premono all’Italia riguardano “la condivisione dell’esigenza di una più intensa cooperazione con i Paesi di origine e transito dei flussi migratori, anche attraverso la realizzazione di specifici programmi europei di investimenti su quei territori e il riferimento a una implementazione del meccanismo di solidarietà adottato nel giugno scorso, in considerazione del fatto che la sua applicazione concreta, fino a oggi, ha dato per l’Italia risultati assolutamente insufficienti”. (Alessandro Pertici)

Altrettanto importante, prosegue Piantedosi, è poi “l’aspetto relativo a un maggiore coordinamento delle attività di ricerca e soccorso nelle aree Sar, che prevede, come da tempo richiesto dall’Italia, un ruolo anche per gli Stati di bandiera”. Già a partire dalla riunione in programma venerdì, conclude dunque il ministro, “opereremo per ogni ulteriore arricchimento del piano di azione europeo”.