28 Ottobre 2022 –
Milamo –L’orrore si ripete. I naufragi, i cadaveri che galleggiano in acqua, le richieste d’aiuto inascoltate. L’abisso del Mediterraneo, tra le coste delle Libia e quelle dell’Italia, torna a pullulare di tragedie, proprio nei giorni in cui il governo italiano imbocca una nuova linea nella gestione dei soccorsi e degli sbarchi. E Lampedusa, come al solito, è l’epicentro dell’emergenza: davanti all’isola, dove ieri mattina sono stati ripescati due cadaveri (di un uomo e di una donna), ieri s’è ribaltato un altro barcone. In 31, fra cui 9 donne e un minore, sono stati tratti in salvo: erano partiti da Sfax, in Tunisia, il 21 ottobre. Lì erano arrivati da Guinea, Costa d’Avorio, Mali e Camerun. La Guardia costiera ha recuperato il cadavere di una donna, mentre risulta disperso un ivoriano. La salma, insieme ai sopravvissuti, è stata trasportata sul molo Favarolo: da lì l’ennesimo trasferimento verso la camera mortuaria dell’isola. Dove le bare – 11 in una manciata di giorni, tra qui quelle di 4 bambini – ora non ci stanno più. Intanto continuano anche gli sbarchi: 245 i migranti arrivati nelle ultime 24 ore in sei approdi. La Prefettura di Agrigento ha predisposto un massiccio piano di trasferimenti che riguarda 560 persone dall’hotspot dove sono stipati in 1.139, oltre il triplo della capienza massima prevista di 350. E dove i superstiti dei naufragi continuano a raccontare l’orrore che si è consumato sotto i loro occhi ai volontari di Medici senza frontiere, che tentano di supportarli psicologicamente: «Continuo a vederli mentre annaspano in acqua, tento di aiutarli, provo ad afferrarli prima di vederli scomparire tra le onde. Ma è tutto inutile…» è la ricostruzione della tragedia avvenuta appena quattro giorni fa giorni fa al largo delle coste di Lampedusa che ha fatto un ragazzo di 22 anni, originario della Costa d’Avorio. Era su un barchino partito dalle coste tunisine con 26 migranti, solo in 22 sono riusciti a raggiungere l’isola: gli altri quattro, tre uomini e una donna, sono affogati davanti ai suoi occhi. Una scena che adesso lo perseguita. Ed è la stessa che potrebbe ripetersi già nelle prossime ore. Anche in mare, infatti, la situazione è pesantissima: Alarm Phone ieri ha segnalato di nuovo la presenza di un’imbarcazione alla deriva nelle zone Sar di Malta e Italia con 50 persone a bordo, stremate da un viaggio di ormai 7 giorni. Mentre ci sono anche un bambino e oltre 100 minori, quasi tutti non accompagnati, tra i 180 migranti soccorsi in acque internazionali in tre diverse operazioni dall’Humanity1: «Cinque persone hanno segni di violenza fisica, comprese ferite da arma da fuoco e dolore da percosse» spiegano dall’Ong. Alcuni dei naufraghi hanno raccontato ai soccorritori che la notte prima del soccorso sei persone sono annegate. Già quattro, dal 23 al 27 ottobre, le richieste per l’assegnazione di un porto sicuro di sbarco «a tutte le autorità competenti, compresi i centri di coordinamento dei soccorsi a Malta e in Italia». Tutte rimaste al momento senza esito. (V. D. – Avvenire)


