La Chiesa a servizio dello sviluppo umano: dall’ ascolto all’ impegno

30 Settembre 2022 – ​Roma – Tre sezioni principali: ascolto e dialogo, ricerca e riflessione, e comunicazione e restituzione. E dal punto di vista delle materie «tutte le questioni sociali, compresa la questione della nostra casa comune». Questi in sintesi il nuovo assetto e la nuova articolazione interna del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, così come si sono venuti a configurare in base alla Praedicate evangelium di papa Francesco, che riforma la Curia Romana, e come sono stati presentati ieri ai giornalisti dal cardinale prefetto, Michael Czerny, e da suor Alessandra Smerilli, che dello stesso Dicastero è la segretaria.
«Servire e aiutare le Chiese locali a promuovere lo sviluppo umano integrale», ha detto il porporato, sarà la bussola principale. E la religiosa ha aggiunto che «il punto di partenza è l’ ascolto, per comprendere le sfide e i bisogni dell’ ampio spettro che la nuova Costituzione voluta da papa Francesco ci assegna». Oltre alle questioni sociali e di salvaguardia del Creato, come già detto, suor Smerilli ha citato le «questioni specifiche che non rientrano nelle caselline, e sono legate agli “eccetera”». Tra queste, ha fatto notare ancora la religiosa, l’ esigenza di «accogliere subito le emergenze e dare ad esse una risposta», come è accaduto con l’ istituzione della Commissione Covid-19.
Il discorso si è poi concentrato sulle tre sezioni principali. La prima, ascolto e dialogo, «è un ponte con le Chiese locali e con i vari ministri che all’ interno di essere promuovono lo sviluppo», ha spiegato la segretaria del Dicastero. Tutto ciò che passa in questa sezione confluisce nella seconda, ricerca e riflessione, «che cerca risposte alle sfide facendo ricorso alle discipline scientifiche correlate ad esse e alla Dottrina sociale della Chiesa». Infine, c’ è la terza sezione, denominata comunicazione e restituzione, che si propone come obiettivo quello di «far diventare la ricerca e la riflessione proposte concrete, documenti da restituire alle comunità e da condividere attraverso una comunicazione fatta di ascolto».
Infine, a supporto delle tre sezioni, un’ area amministrativa e una segreteria, cui si affianca un gruppo di valutazione e di progettazione, «per dare dinamicità al flusso continuo che emerge dal lavoro delle tre sezioni, affinché non rimangano solo parole».
Durante l’ incontro con i giornalisti, ieri nella Sala Stampa della Santa Sede, non sono mancate le domande. Una ha riguardato anche l’ eventuale preoccupazione per la vittoria elettorale del centrodestra date le posizioni più volte espresse in materia di migrazioni. Il cardinale Czerny ha rimandato la questione all’ Italia. «Sono abbastanza sicuro che la vera risposta la debba dare la Chiesa italiana – ha esordito -. È una Chiesa che ha fatto molto per accompagnare i migranti e i rifugiati e ha sostenuto iniziative molto importanti anche nel Mediterraneo». Del resto, ha aggiunto in riferimento ai diritti dei migranti e dei rifugiati, «si tratta di diritti che hanno migliaia di anni. Quando qualcuno si trova in difficoltà in mare, si è obbligati moralmente e umanamente ad aiutarlo, e non a rendere le cose più difficili». ( M.Mu.- Avvenire)