Naufragio nell’Egeo: oltre 50 dispersi

11 Agosto 2022 –

Milano –  La strage non si ferma. Coi 50 dispersi nel drammatico naufragio avvenuto nell’Egeo ieri mattina, le acque del Mediterraneo, la “fossa comune” più vasta del Pianeta, hanno inghiottito solo quest’anno più di mille persone che tentavano la traversata verso l’Europa, fuggendo da guerre, miseria e carestie. E, nello stesso bacino, dall’inizio del 2022 oltre 15mila sono stati i migranti localizzati su navi alla deriva dalle unità di soccorso.

I dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) fanno rabbrividire ma la tragedia dei naufragi, col loro quotidiano bilancio di vittime, sembra non avere fine. L’anno scorso le partenze erano diminuite, ma negli ultimi mesi sono decisamente riprese e l’Italia, situata al centro del Mare Nostrum, è l’approdo più frequente dei barconi partiti dall’Africa o dai Paesi più disastrati dell’Asia (la questione, così, è tornata ad essere uno dei temi più divisivi – e strumentalizzati – della campagna elettorale).

Dall’alba di ieri nel Mar Egeo due navi della Marina ellenica coadiuvate da un elicottero dell’Aviazione e dalle motovedette della capitaneria di porto di Rodi cercano una cinquantina di migranti che sono stati sbalzati via da una barca salpata la sera prima da Antalya, sulle coste turche, e diretta in Italia: le forti raffiche di vento avrebbero fatto capovolgere l’imbarcazione, appesantita dal suo carico dolente, che è affondata al largo dell’isola di Karpathos. I soccorritori della Guardia costiera greca sono riusciti a salvarne 29, tra afghani, iraniani e iracheni, ma gli altri occupanti del caicco fino alla tarda serata risultavano ancora dispersi. Poche, purtroppo, le speranze di poterli recuperare ancora vivi, molti di loro infatti sono finiti in mare, secondo le testimonianze dei sopravvissuti, senza indossare i giubbotti di salvataggio.

Sempre secondo l’Oim, dal gennaio scorso sono morte 64 persone solo nel Mediterraneo orientale (Egeo), mentre erano state 111 nel 2021. Il numero di arrivi di rifugiati e migranti in Grecia quest’anno è aumentato, secondo il governo ellenico: si tratta in particolare di esuli provenienti dalla Turchia. Per questo Atene accusa Ankara di aver chiuso un occhio sui trafficanti di uomini e allentato i controlli nei porti e nel mare territoriale permettendo così ai migranti di raggiungere la Grecia in violazione degli accordi del marzo 2016 che prevedevano un impegno da parte delle autorità turche per limitare l’immigrazione dal suo territorio in cambio di aiuti finanziari europei. La Turchia, naturalmente, nega ogni accusa e la polemica con la Grecia – che su questo tema si trascina ormai da anni – continua, mentre le persone muoiono affrontando il salto della traversata, spesso ricattati da scafisti senza scrupoli. Ma non è finita. Sempre ieri sei profughi – tre donne e altrettanti bambini – hanno perso la vita in un naufragio al largo del litorale tunisino: una ventina sono stati tratti in salvo mentre si cercano ancora eventuali altri superstiti. Nelle ultime ore sono proseguiti gli sbarchi sulle coste italiane anche lungo la rotta centrale del Mediterraneo: a Lampedusa se ne sono contati sei, mentre a Roccella Ionica, in Calabria, nel terzo approdo in sei giorni sono arrivati 59 migranti. (Fulvio Fulvi . Avvenire