Albanesi in Italia: una messa per ricordare l’arrivo dei primi emigrati in Italia nel 1991

26 Aprile 2021 – Roma – Quest’anno ricorre il trentesimo anniversario dell’arrivo degli albanesi in Italia. Le immagini di quell’esodo “andrebbero interpretate nel segno della Porta di cui parla il Vangelo”. Lo ha detto questa sera don Elia Matija, coordinatore per la pastorale con gli albanesi in Italia, nella Basilica Santuario Madre del Buon Consiglio a Genazzano, nella giornata della festa molto sentita in Albania. Gli albanesi – ha detto il sacerdote – “uscivano da un paese senza porte, dove le mura spesse e pesanti di un’ideologia chiusa nella quale l’annullamento della persona ha portato al crollo del senso comunitario e di appartenenza. Non c’era una porta per uscire in maniera ordinata: sono crollate le mura ed è avvenuto l’esodo”. Un esodo – ha quindi aggiunto – disordinato che in patria ha provocato dolore e in Italia paura, ma anche cura ed esplorazione di cammini di accoglienza. C’è sempre bisogno di una porta per poter entrare e uscire per essere al sicuro. Questa porta si è configurata lentamente nel corso degli anni, perché la massa degli emigrati diventasse popolo e perché il popolo accogliente cominciasse a vedere i nuovi arrivati, non come degli estranei di cui avere paura, ma come dei fratelli. E per vederli come fratelli è necessario vederli entrare nella nostra vita attraverso l’unica Porta sicura, Cristo il Buon Pastore”. Don Elia ha quindi evidenziato che “lentamente”, nel corso del tempo, tutti hanno trovato “una porta e la comunità albanese ha imparato a entrare e uscire nella società italiana, attraverso la porta della legalità, del rispetto della cultura nazionale italiana, attraverso la porta della responsabilità personale e comunitaria. E anche i fratelli e le sorelle italiani hanno imparato ad aprire la porta del cuore, della legge e delle istituzioni, affinché si potesse entrare e uscire per accedere al pascolo della vita”. Per alcuni questa porta “ha un nome preciso: Gesù Cristo il Buon Pastore. Sono quelli che hanno il grande dono della fede. Altri forse non hanno dato ancora un nome a questa porta, ma tenendola aperta in nome della solidarietà umana e dell’accoglienza fraterna nel segno della carità, hanno realizzato il mistero della porta con opere concrete. Tocca a noi come comunità ecclesiale accompagnare tutti gli uomini di buona volontà a riconoscere nei gesti evangelici degli uomini e delle donne del nostro tempo la presenza del Cristo Signore”. Con il coordinatore hanno concelebrato il direttore generale della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis e il Rettore della Basilica-santuario, p. Ludovico Maria Centra. Da oltre 20 anni gli albanesi residenti in Italia compiono, ogni anno, un pellegrinaggio alla Madonna del Buon Consiglio di Genazzano (RM), protettrice dell’Albania. Quest’anno – come anche lo scorso anno – questo non è stato possibile.

 

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