Vangelo Migrante: il commento alla III domenica di Quaresima (Vangelo Gv 4, 5-42. La Samaritana)

12 Marzo 2020 – Roma – Per tre domeniche il Vangelo di Giovanni ci accompagnerà, attraverso alcuni segni, nel Mistero di Gesù: chi è, da dove viene e dove ci porta. Scopriamoli.

Il primo è l’incontro con la Samaritana.

Dio attende al pozzo della storia, paziente e rispettoso, un luogo dove per necessità occorre passare. L’umanità ferita se n’è andata e, di tanto in tanto, deve tornare ad attingere acqua per andare avanti. Come la donna Samaritana: essa sa che può caricarsela solo un po’ alla volta e per questo deve passarci spesso.

Gesù è là e chiede. Umiliandosi nel chiedere da bere permette alla donna, simbolo dell’umanità, di volgergli lo sguardo. Non pretende attenzione né contesta le sue carte sporche. Le ferite sono squarci attraverso i quali fa passare la sua luce per offrire non un pozzo ma una sorgente, non gli amori ma l’Amore.

E rivela che dinanzi ad una donna e, per di più, samaritana c’è il Dio di ogni uomo. Non quello delle identità e delle appartenenze, dei primati e dei distinguo ma quello che abita la storia, le fragilità e i bisogni di tutto l’uomo.

La scelta da fare è se tornare ad abbeverarci a pozzi esauriti o esauribili o passare alla fonte da dove l’acqua sgorga.

Il Risorto che adoreremo a Pasqua è questa fonte che zampilla per la vita eterna. (P. Gaetano Saracino)

 

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