Il calcio in campo in Giordania per i rifugiati siriani

4 Marzo 2020 –

Roma – Cooperazione, calciatori e ONG in campo in Giordania per un’iniziativa a sostegno dei rifugiati siriani e della comunità che li ospita. Si tratta delle prime attività congiunte che fanno seguito al protocollo d’intesa tra il Maeci/Dgcs, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e ‘Associazione Italiana Calciatori firmato nei giorni scorsi  presso la Farnesina per promuovere i valori e i principi dello sport, e del calcio in particolare, nelle iniziative finanziate dalla Cooperazione Italiana. Simone Perrotta e Damiano Tommasi hanno partecipato allo stadio di Aqaba al lancio del programma Youth-Led Football che coinvolge l’Ambasciata d’Italia in Giordania, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, l’Associazione italiana calciatori e l’Ong Avsi. Scopo del progetto è promuovere l’inclusione e il benessere psicofisico di minori e adulti di questa difficile realtà. ‘’Lo sport rappresenta uno strumento davvero efficace di promozione sociale e educativa’’, ha sottolineato l’Ambasciatore d’Italia in Giordania, Fabio Cassese, a margine dell’evento.

‘’La presenza all’iniziativa di due campioni come Damiano Tommasi e Simone Perrotta – ha aggiunto l’Ambasciatore – testimonia un modello positivi di etica ed impegno civile nello sport, in grado di promuovere una cultura di inclusione, sviluppo e pace’’. Da parte sua Damiano Tommasi, presidente dell’Aic ha sottolineato: “Questo progetto è molto importante perché ci permette di utilizzare lo sport come momento di crescita per tutti noi, adulti e bambini, e soprattutto come strumento che abbatte le barriere”.

Giampaolo Silvestri, segretario generale dell’Avsi, ha aggiunto: “in questa regione c’è la possibilità di aiutare sia siriani che la popolazione giordana per uscire dalla morsa della povertà. Le attività che oggi lanciamo ne sono un esempio”.

Avsi sta realizzando, infatti, nel paese il progetto “Safe”, con il sostegno della Cooperazione italiana, a tutela delle persone particolarmente vulnerabili. I suoi progetti hanno incrociato quelli dell’Aic che organizza attività sportive in contesti di difficoltà. Il percorso sportivo proposto, anche grazie alla formazione di tecnici del posto, rappresenta non solo un momento di gioco, ma anche di crescita e di apprendimento che consentirà ai ragazzi coinvolti di acquisire competenze utili per il loro futuro.

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