Mons. Russo: i giornali cattolici “portatori di una ricchezza propria”

21 Novembre 2019 – Roma – “Presidi non contrapposti ai media nazionali, ma portatori di una ricchezza propria che qualifica e impreziosisce l’informazione di tutto ciò che, purtroppo, il più delle volte rimane ai margini”. Questo i sono oggi i settimanali cattolici secondo il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo che ha portato il suo saluto ai partecipanti alla XIX assemblea elettiva della Federazione dei Settimanali Cattolici a Roma oggi pomeriggio sul tema “Libertà di stampa e presidi di libertà”. Per mons. Russo anche il giornalismo, come ripete Papa Francesco, contribuisce alla “cultura dello scarto”. Quanto è “prezioso contro queste logiche dominanti il contributo di quella stampa che, a torto, viene considerata minore! Nella ricchezza di significati del termine ‘presidio’ – ha quindi spiegato – c’è proprio quello di ausilio in una terapia o nell’assistenza di un paziente. Piace pensare che la vostra informazione – la nostra informazione – possa contribuire a curare le ‘malattie’, spesso infettive, che alle volte privano di quei tratti indispensabili di libertà. È questione di democrazia!”. Gli “approfondimenti tematici, l’attenzione alle periferie geografiche ed esistenziali, la professionalità, la qualità dell’informazione, la vicinanza alla gente, sono gli ingredienti che rendono ciascuna testata unica, perché portatrice di una originalità propria”, ha evidenziato mons. Russo sottolineando che Non si tratta “di semplici fogli o bollettini, ma di giornali veri e propri, chiamati a integrare alla funzione informativa anche quella formativa. Queste testate hanno una prospettiva propria e originale attraverso cui assolvere la missione di organo informativo. Ciò non significa che, in quanto strumento di comunicazione, non abbiano obiettivi comuni e caratteristiche analoghe a tutti gli altri media; vuol dire piuttosto che si distinguono da essi per lo «spirito» che le anima”.
Mons. Russo ha quindi parlato dei problemi e delle difficoltà che oggi vivono queste testate: “a rischio c’è la sopravvivenza dell’esperienza come per altre realtà editoriali; inutile negare una certa fatica nel trovare ricette utili. E, d’altronde, questi presidi territoriali stanno diminuendo sempre più. Non si tratta di un dato ascrivibile alle sole nostre realtà. C’è un elemento, però, che non va trascurato: l’informazione è innovazione. I settimanali, in sé e per sé, sono innovazione. E la storia ne è testimone. Ma non bisogna fermarsi al passato. Avremo futuro se saremo innovativi dentro! Anche nell’ambiente comunicativo vale il principio educativo: il soggetto è colui che dev’essere formato e insieme il più grande formatore di se stesso. La storia insegna e apre vie al futuro. La vita, anche per i media cattolici, è fatta di stagioni che sono unite dal filo rosso della speranza. Alcune si sono chiuse, altre si stanno aprendo. E certamente, nonostante le difficoltà del momento presente, non si può rinunciare alle caratteristiche essenziali del vostro essere: passione, perseveranza, professionalità, qualità”. La passione, per “continuare a ricomporre in unità ciò che è diverso, riconoscendo ad ogni diversità un suo valore che non va annullato”; la “perseveranza, perché c’è ancora un compito da svolgere e non dovranno essere le difficoltà, anche ‘interne’, a spegnere entusiasmi, idee, progetti e iniziative”; la professionalità, “patrimonio prezioso che i giornali cattolici hanno seminato, in oltre un secolo, accogliendo migliaia di giovani, preti e laici, e facendone dei giornalisti e la qualità, “per proporre un contributo serio e specifico alla completezza dell’informazione. La strada della qualità è stata da sempre segnalata da due indicazioni principali: essenzialità e fondatezza di ciò che si scrive. Quella della qualità non è una pagina già scritta, ma un impegno che continua quotidianamente!”.
Verso queste testate l’attenzione della Cei è stata “costante”, “portata avanti anche nel dialogo con le Istituzioni. I Vescovi italiani non possono non sostenere e supportare la voce di coloro che, con la FISC, chiedono che venga mantenuto il sostegno a favore di questi presidi. È in gioco il pluralismo dell’informazione!”. Mons. Russo ha quindi sottolineato che l’obiettivo, come ricordava ieri il Presidente Matterella ricevendo al Quirinale il Consiglio nazionale della Federazione, è “contribuire a mantenere la formazione di coscienze libere e consapevoli di cittadini che abbiano spirito critico e capacità di valutazione, offrendo loro fatti e parametri per interpretarli in maniera tale che siano consapevolmente partecipi della vita democratica. Questo è il vero presidio della democrazia, questo è il fondamento e l’obiettivo dell’art. 21”. Parole queste che – ha detto il segretario generale della cei “non possiamo non fare nostre” e “rilanciarle con fermezza”. Da qui l’invito a “continuare a lavorare insieme per la comunità, raccontando il bene, valorizzando le opportunità offerte da questo nostro tempo, in condivisione di valori e di esperienze” non e l’esortazione ad “andare avanti con fiducia con il passo di una Chiesa in uscita che testimonia la sua bellezza e la sua passione per l’umanità”. (Raffaele Iaria)

Temi: