Papa Francesco: un’ingiustizia bloccare le navi di Open Arms

Roma – “Tenere ferma la nave è un’ingiustizia. Perché lo fanno? Per farli annegare?” così ha risposto Papa Francesco al giornalista spagnolo Jordi Évole alla domanda se sapesse che “nel porto di Barcellona è stata bloccata la nave di Open Arms”. 

Évole ha incontrato Papa Francesco lo scorso venerdì 22 marzo a Roma. Durante il colloquio durato più di un’ora, il Papa non ha esitato su nessuna delle questioni sollevate dal giornalista de laSexta, come i casi di abusi sessuali commessi da religiosi, il ruolo delle donne nella chiesa, la memoria storica, la disuguaglianza o l’immigrazione e rifugiati. L’intervista esclusiva andrà in onda integralmente domenica 31 marzo sulla tv spagnola laSexta.

Va ricordato che a gennaio la Capitaneria di porto di Barcellona aveva negato alle tre navi della Ong Proactiva Open Arms il permesso di lasciare il porto catalano per raggiungere il Mediterraneo Centrale e proseguire nella attività di ricerca e soccorso delle vite dei naufraghi, in arrivo dalla Libia. Un provvedimento che è apparso contraddittorio: pur volendo garantire la sicurezza delle persone salvate e degli equipaggi ha finito per impedire il salvataggio di altre vite in mare, lasciando uno dei confini più letali al mondo (con oltre 17mila morti negli ultimi 5 anni, secondo le stime più attendibili di ACNUR e IOM, ndr), il Mediterraneo centrale sguarnito di navi di soccorso.

Soltanto la nave Alan Kurdi della ong tedesca SeaEye in questo momento è l’unica imbarcazione ad aver ripreso il mare e i pattugliamenti nel Mediterraneo centrale a ridosso di Sabrata.

In questo momento tutte le altre navi delle Ong sono bloccate nei porti, pur non essendoci provvedimenti giudiziari a loro carico, ma a causa di cavilli burocratici. Oltre a Open Arms (che dispone di tre vascelli) sono ferme la nave Aquarius di SOS Mediterranée in Francia. La nave era stata originariamente oggetto di inchiesta dalla procura di Catania, ma poi il provvedimento di sequestro non è stato mai notificato, mentre l’indagine a Catania volge verso l’archiviazione. A Malta, sempre con pretesti amministrativi, è bloccata la Lifeline, dell’omonima Ong. Nello scorso gennaio in segno di solidarietà con i volontari costretti a restare in porto era salito a bordo della nave l’arcivescovo maltese Scicluna. Sono poi state fermate da inchieste giudiziarie, senza che sia mai stati o avviato alcun processo, la nave del’ong tedesca Jugend Rettet a Trapani e la Mare Jonio a Lampedusa, in attesa che la procura di Agrigento decida se prorogare il sequestro probatorio o consentire all’equipaggio di Mediterranea di riprendere il mare. (Nello Scavo – Avvenire.it)