Bari: a febbraio 2020 l’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace” promosso dalla CEI

Bari – Si ispira ai “Colloqui mediterranei” voluti a Firenze da Giorgio La Pira l’Incontro per la pace che si terrà a Bari nel 2020. Era stato il sindaco terziario domenicano e francescano – che aveva governato il capoluogo toscano al 1951 al 1957 e dal 1961 al 1965 – a ideare quei “Colloqui” che avevano lo scopo di “cooperare alla costruzione della pace” fra “i popoli e le nazioni”, disse in apertura del primo dei quattro appuntamenti. Era il 1958.

E La Pira aveva descritto la “crisi storica” di quegli anni con parole che valgono anche oggi: nuovi popoli e nazioni “si presentano alla ribalta della storia determinando così immensi spostamenti negli equilibri e negli orientamenti”.

Quello di bari sarà una sorta di “Sinodo” mediterraneo destinato a coinvolgere tutte le Chiese rivierasche: dal Nord Africa a Italia, Francia e Spagna; dal Medio Oriente ai Balcani passando per Malta e Cipro. Già definito il titolo: “Mediterraneo, frontiera di pace” suggerito da quanto aveva detto papa Francesco  proprio a  Bari incontrando lo scorso 7 luglio i capi delle comunità cristiane del Medio Oriente.

“Il termine ‘frontiera’ è una parola chiave per capire il Mediterraneo”, spiega il presidente della CEI, il card. Gualtiero Bassetti. Non intesa, però, come separazione, bensì come “inizio”, “spirito di frontiera” che consente “di andare oltre l’esistente, di cogliere le sfide”, dice il porporato di fronte al comitato scientifico e organizzatore che si è riunito per la prima volta nei giorni scorsi nella sede romana della Conferenza episcopale italiana. “Abbiamo sperimentato, alla luce della storia, che non c’è pace senza Mediterraneo”, ha detto il porporato: “Questo mare unisce e divide il mondo. E coloro che soffrono di più per queste divisioni sono i poveri: bastano le cronache degli ultimi anni a dimostrarlo”. Sarà “un cammino aperto”, sottolinea il segretario generale della CEI, Mons. Stefano Russo, vescovo di Fabriano-Matelica. L’evento di Bari intende essere il “punto di partenza” ma al tempo stesso la “fase conclusiva di un itinerario che coinvolgerà l’intera Chiesa italiana”, osserva. L’impegno è “sentire le voci e le speranze delle Chiese del Mediterraneo”. Il “meeting” avrà al centro “l’ascolto e lo scambio fraterno” con l’intento di “comprendere quale contributo le nostre Chiese possano e debbano offrire nel bacino dove ci è dato di vivere”, ribadisce il vescovo di Acireale e vice-presidente della CEI per l’Italia meridionale, Mons. Antonino Raspanti, coordinatore del comitato. “Non sarà solo un appuntamento ad intra”, afferma don Giovanni De Robertis, Direttore generale della Fondazione Migrantes, che esorta a costruire una “visione mediterranea radicata nel Vangelo”.