Padova – Si sono ritrovati a Padova, nei giorni scorsi, alcuni ex missionari con gli italiani all’estero. Ad ospitarli il direttore Migrantes don Elia Ferro nella Parrocchia SS. Nome di Gesù adiacente al tempio Antoniano della Pace. Si tratta di sacerdoti che nella loro attività pastorale hanno prestato servizio con i nostri connazionali in Belgio, Francia e Germania.
Gli ex missionari, dopo aver raccontato e portato la loro esperienza, hanno evidenziato “i doni ricevuti” da questa esperienza: “la conoscenza di chiese diverse, il piacere di aver lavorato in comunione con queste”, “l’arricchimento umano e la passione per servire gli emigranti italiani. Da tutti è emerso il desiderio di “non perdersi di vista, almeno per raccogliere e condividere notizie circa la salute ed il benessere di chi è rientrato in Italia”, “il poter essere informati di chi è ammalato o che giunge al passaggio verso la vita eterna e poter esprimere una preghiera o un ricordo”. L’esperienza pastorale all’estero “resta una crescita spirituale preziosa che viene reinvestita nei servizi pastorali della propria diocesi, da parte di quanti hanno ricevuto un incarico dal proprio vescovo. Per quanti stanno vivendo il tempo della quiescenza, è piacevole rivedere compagni di lavoro in emigrazione e conoscere notizie di uno o dell’altro e delle rispettive vicissitudini”, si legge in una nota giunta a www.migrantesonline.it.
Tra le preoccupazioni degli ex missionari il dialogo fra Conferenze episcopali nazionali e la CCEE Consigli delle conferenze episcopali Europee. E poi il tema delle “nuove generazioni italiane all’estero che si orientano al di fuori dei riferimenti delle tradizionali Missioni Cattoliche Italiane che restano pur sempre riferimento delle prime generazioni e punti di identità utili e certi”. Ma anche l’esigenza di “camminare insieme alle chiese locali per accogliere e accompagnare le migliaia di giovani italiani e non che raggiungono le capitali europee e le città universitarie e snodi importanti della realtà europea”. I sacerdoti chiedono anche di non essere dimenticati e di essere coinvolti pastoralmente e non solo, nel mondo della mobilità umana. “Il servizio ai migranti – si legge ancora nella nota – è soprattutto pastorale e di annuncio e non può essere ‘schiacciato’ su una risposta ‘assistenziale’”. Per questo chiedono agli uffici “Migrantes” nonché alle famiglie religiose spazi per poter “contribuire in esperienza e saggezza alla situazione della chiesa che sta vivendo profondi cambiamenti”.
Gli ex missionari hanno anche promosso una segreteria organizzativa e hanno chiesto di riprendere a livello nazionale un incontro annuale degli ex missionari, inviare loro le riviste “Migranti press” e “Servizio Migranti” e il Rapporto Italiani nel Mondo.